Ivan Alvarez Gutierrez che fine ha fatto? Scopriamolo in una bella intervista.

Nel 2016 lo spagnolo ha smesso di correre. Le emozioni delle Olimpiade, ha corso Diego Rosa ora uno dei più promettenti professionisti della strada. Rievoca una mitica corsa di Coppa del Mondo con Yader Zoli. E vive ancora in Italia.

Ivan Alvarez Gutierrez, classe 1981 è top rider di Madrid che fino all'anno scorso correva con il team Trek Selle San Marco. Quest'anno non lo abbiamo visto alla presentazione del team 2017 ne abbiamo avuto notizia del suo ingaggio da parte di qualche altra squadra. Che fine ha fatto Ivan? In questa bella intervista con tante note curiose, curata da Manuel Bonardi di Laghèe Sport, ci svela che in realtà vive ancora in Italia e si racconta parlandoci della sua lunga avventura nel mondo della mountain bike.

 

Ivan Alvarez Gutierrez

 

 

Nel 2004 hai partecipato alle Olimpiadi di Atene. Raccontaci come è andata.

 

Le Olimpiadi sono l'obiettivo principale di qualsiasi atleta e Atene é stata una esperienza molto gratificante. Ricordo che avevamo i giocatori di pallacanestro sotto la nostra stanza (Pau Gasol e compagni), era impressionante vedere le loro scarpe lunghe mezzo metro! Nei tavoli normali, i giocatori di pallacanestro sembravano mangiare sui tavoli dei bambini dell'asilo. Nella sala da pranzo per gli atleti c'era anche il McDonalds!

 

Gutierrez a Atene

 

La gara é stata una cosa impressionante, con ritmi del giorno d'oggi. Full gas dal primo all'ultimo secondo senza risparmi, poi con bici ad anni luce da quelle attuali (ho la bici a casa e sembra preistorica). A noi bikers ci è toccato la chiusura dei giochi, e quello si che mi ha colpito davvero.

 

Ho sentito quello che deve sentire un giocatore di calcio quando entra nello stadio, migliaia di persone che ti urlano addosso. Posso capire la pressione che possono sentire questi giocatori, quasi paura della folla! Devi viverlo per sapere cosa sia....ma è bellissimoooo!

 

Oltre alle olimpiadi, hai partecipato a tantissime gare di primissimo livello. Quale ti è rimasta particolarmente nel cuore e perchè?

 

Gutierrez Ivan Alvarez -medagliaHo fatto molte gare di Coppa del mondo, tantissimi mondiali, ma il piú bello é stato il Bronzo a Lugano U23 nel 2003. Non perché ho fatto medaglia, ma perché sapevo che potevo vincere da quando ero in aereo. Difficile da spiegare, avevo una condizione ed un male alle gambe speciale. Avevo fatto top 10 negli Europei un paio di mesi prima, ma sentivo che avevo migliorato e lavorato bene. Ho fatto una corsa su strada la settimana prima, sono andato in fuga con un mio amico (Dani Moreno gregario di Purito), ma non l'ho finita con un buon piazzamento, perchè non sapevo correre. Però mi ha fatto capire che stavo bene.

 

In aereo il CT mi ha chiesto come stavo e gli ho detto "non sò perché ti dico questo, ma domenica vado per vincere", lui non ci ha creduto tanto perchè non sono uno molto sicuro di mé stesso, invece quella volta ero convinto di vincere. Quando siamo partiti, con la "armada spagnola" davanti composta da Coloma, Lejarreta e io, sono subito stato davanti primo senza paura di scoppiare; persino Hermida e compagni, che erano in stanza visto che gli Elite correvano il giorno dopo, hanno preso il furgone da Lugano (dov'era l'albergo), e si sono presentati a fare il tifo. Ho fatto 5 dei 7 giri primo con 40 secondi e ho finito 3° con un po di fatica, ma ce l'ho fatta!

 

Hai corso con grandi campioni, quale ti ha particolarmente impressionato?

 

Diego RosaMi ha impressionato vedere la crescita di Diego Rosa, che nell'ultimo anno in Giant volava nelle salite lunghe in allenamento, si capiva che sarebbe stato un grandissimo scalatore. Eravamo a Livigno a preparare il mondiale 2011 a Chambéry, dopo aver fatto 10° in Canada volevo allenarmi piú forte, e non ci siamo risparmiati; abbiamo fatto tutte le salite possibili

 

Un giorno eravamo al Mortirolo, e ho detto a Diego "adesso faccio due blocchi di 15 min al medio....Ok Ivan io vado tranquillo". Parto, dopo 1 minuto vedo che arriva, e ovviamente a quel punto non fai più il medio, acceleri, perchè siamo cosí quasi tutti. Lo spirito competitivo c´è sempre. Mi passa, e quando ero a tutta mi stacca addirittura!

 

Dopo siamo andati al Gavia  e quando sono partito a fare i lavori, lui giocava. Gliel'ho detto, sia a lui che ai suoi, che secondo me era fra gli scalatori più forti al mondo (Io non andavo piano in quel periodo in salita). Ai mondiali ha poi fatto 7° tra gli U23, e perdeva tanto in discesa. L'anno dopo ha provato su strada e subito é passato tra i professionisti. Mi sentivo bene nel vedere che aveva preso la strada giusta. E guardate adesso dove é arrivato!

 

Raccontaci della tua Cape Epic, in Sud Africa. com'è stato correre una gara  a tappe cosi massacrante?

 

La Cape Epic é una gara indimenticabile per la sua organizzazione e per i suoi particolari percorsi, che mettono alla prova il ciclista, ma di piú ancora il materiale. É un vero massacro per le biciclette. Il vero protagonista é il meccanico, che tutti i giorni ricontrolla tutta la bici da cima a sotto! Una cosa molto importante è saper capirsi con i compagni, e soprattutto con il tuo partner ... con Fabian, l'anno scorso, ci siamo capiti abbastanza bene anche se ci sono sempre punti di tensione per diversi motivi.

 

Cape Epic - Gutierrez e Rabensteiner


Al prologo Fabian volava, e dovevo fischiare per farlo rallentare, poi alla fine invece era Fabian che mi faceva rallentare, ma ci siamo aiutati molto bene, e lui é anche stato paziente per qualche guasto che ho avuto. Poi abbiamo fatto un servizio impeccabile ai nostri capitani, Ferraro e Porro (3° assoluti alla fine), visto che eravamo ad un gran livello come Team, e potevamo essere vicini a loro in tante tappe. É stato fondamentale il lavoro in squadra, sia dei corridori, che dello staff. Senza massaggiatore, aiutanti e meccanico, non si puó arrivare ad un risultato cosí.

 

Sempre nelle gare a coppie, nel 2015, hai vinto il Portugal Tour con Damiano Ferraro. com'è correre in coppia con qualcuno?

 

Ho risposto in parte a questa domanda prima, ma il giro del Portogallo è da ricordare perchè io e Damiano eravamo entrambi in ottima condizione, e quella gara ci ha fatto migliorare ancora di più! E' una gara più dura della Cape Epic, la quale ha molto meno dislivello, anche perchè altrimenti sarebbe un vero massacro! La tappa piú lunga in Portogallo è infinita e ha più di 3500mt di salita, la Cape é molto piú veloce, é quella la sua caratteristica.

 

Portugal Mtb Tour

 

In Portogallo io e Damiano ci siamo capiti perfettamente, Damiano é uno molto tranquillo, e con molta esperienza, ha fatto tanti giri a tappe e quello conta tanto.

 

Sei stato protagonista nei cross country prima che nelle marathon poi. Quale di queste due discipline ti piace di più?

 

Nel cross country mi divertivo di piú, sono piú corti, ma l'intensitá degli ultimi anni e la mancanza di soldi non mi hanno permesso di affrontare le gare con garanzie. Mi piace saltare in MTB, mi piacciono i pezzi tecnici, ma in gara diventa pericoloso se non sei al top, ci vuole tanto allenamento specifico per fare un XC moderno davanti, e non é facile. Il segreto di queste gare é che devi guidare in soglia-fuori soglia anche in discesa. Se volete, fatelo qualche giorno, capirete che non vedete più il sentiero con l'acido lattico che gira dappertutto ... é quello che devi allenare!

 

Ivan Alvarez Gutierrez

 

Quale, tra le varie corse che hai fatto, ti è rimasta piu' impressa nella mente?

 

Una gara mi é rimasta in testa, e non me la toglieró mai di dosso; Coppa del mondo in casa mia, a Madrid. Dopo un lavoro gigante di Yader Zoli, che tirava in tutti i tratti da menare, siamo rimasti in 4 prima, Absalon, io, Hermida e Fontana e in due dopo, Io e Absalon. All'ultimo giro ho avuto una crisi di fame, era venuta troppo lunga la gara, e sono scoppiato. Quel giorno abbiamo fatto 2h35' di gara, in quel periodo erano più corte di solito (2h10' circa).

 

Ivan Alvarez Gutierrez

 

Da diverso tempo abiti sul lago di como. come mai hai scelto questa località?


Io e mia moglie Irene siamo arrivati in Italia quando ero in Giant nel 2008. Lei ha iniziato a lavorare in servizio intensivo neonatale al Niguarda (Milano), e ci trovavamo bene, ma venivo sempre lunedi a sgambare da Seveso, dove abitavamo, fino ad Argegno.

 

Ivan Alvarez Gutierrez

 

Era bellissimo il lago, ed era un sogno pensare di abitare qui. Quell'anno ho volato in gara e cosi ci siamo permessi di trasferirci sul lago. Ad Argegno abbiamo trovato una bellissima casa, dove siamo ancora, e Irene ha trovato lavoro come libera professione facendo prelievi a Synlab e Plinio a Como, più ad Argegno in ambulatorio.

 

Ivan Alvarez Gutierrez


Ora che hai smesso, che progetti hai per il tuo futuro?


Era da un paio di anni che avevo in mente di poter aprire un noleggio bici, e guarda a caso, é nato Gutibikerent. L' idea c'era, ma il tempo di farlo no. A luglio mi sono rotto il trochite, e ho cercato di riprendere bene per finire bene alla Roc d'Azur. Dopo un anno un po' vuoto, a parte la Cape Epic, cercavo di rientrare bene. Ho fatto gare di preparazione come San Fedele o San Jorio, ma dopo é venuto fuori anche un virus, e non stavo bene. Era tardi e non ce la facevo a rientrare, e finiva anche il contratto con la Trek.

 

Gutibikerent


Giant voleva che io facessi ancora un anno (Bechis Family), e volevo anch'io. Ho fatto un test di potenza a ottobre e palestra per il braccio, ma intanto portavo avanti anche la preparazione di Gutibikerent. Poi però mi sono accorto che se correvo, non ce l´avrei fatta a portare avanti il progetto, e parlando con Bechis, gli ho spiegato la situazione.

 

O corri, o lavori. Al livello che c´e oggi nei marathon, devi farlo come lavoro principale, e io in questo progetto ci ho messo un bel pó di ore davvero.....quindi ho deciso di prendere questa nuova strada. Molti anni di gare ad alto livello non mi mancavano, quindi la scommessa é questa ora.

 

 

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