Cina: Ieri sera ho avuto la fortuna di vivere un momento della mia vita che ha dato un senso al Viaggio e sopratutto a molte delle nostre scelte. Trovarsi in una yurta (tenda) a altre 3700 mt riscaldata con letame di yak e condividere il poco spazio con papà, mamma e due ragazzi é stato uno dei momenti più magici del Viaggio. Non c'era modo di comunicare con le parole ma bastavano i sorrisi, sopratutto dei ragazzi che si dimostravano curiosi ed interessati......ai video e alle foto del nostro viaggio...
22/08/2014 Ghez: Oggi doveva essere una giornata tranquilla, pochi chilometri tutti in falso piano discesa ma....andiamo per ordine. Lasciamo quasi con nostalgia il Lago Kara Kul, anche oggi il cielo azzurro rende onore ai numerosi ghiacciai che vi si riflettono, che cartolina! Il paesaggio si alterna tra zone aride e prive di vita con altre verdi e rigogliose dove pascolano placidamente mandrie di yak e capre. Come da noi 50 anni fa diversi contadini, come minuscoli puntini in un infinito campo da golf, falciano l'erba a mano con movenze che sembrano passi di danza.
Velocemente arriviamo sino ad un nuovo ed immenso lago formatosi con la recente costruzione di una diga. Sull'altra sponda si ergono alte dune di sabbia quasi bianca che non si possono più raggiungere per via del nuovo lago. Siamo all'imbocco della gola del fiume Ghez, d'un tratto l'asfalto svanisce ed al suo posto si presenta una terribile pista sterrata e polverosa. Oggi sarebbe servita la forcella che si é però irrimediabilmente guastata diversi chilometri orsono. Guadi, sassi, polvere.....una polvere fine che ti entra nei polmoni e che rende tutto surreale. La pista sarà larga non più di quattro metri ed é l'unica via di comunicazione della valle con camion e fuoristrada che in entrambi i sensi cercano il passaggio migliore per non sfasciare tutto.
La polvere é tale che la visibilità non va oltre i 25/30 metri. Ho paura di rompere un cerchio o i raggi, guido con prudenza ma é un incubo per le braccia e le spalle. Siamo una maschera irriconoscibile di polvere e fango, un tutt'uno con la bici. Il "sopra sella" di Emily soffre perché non ci sarà un metro di respiro per i prossimi 43 chilometri ovvero Ghez, dove dormiremo. Fortunatamente i numerosi camionisti sono educati e capiscono le nostre difficoltà ed attendono silenziosi sino a quando la strada consente loro di superare. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Ghez, un villaggio di quattro baracche nate intorno al posto di controllo della polizia. Non ci sono strutture per dormire, bussiamo alla porta dell'unica palazzina che nino sia fatiscente, infatti trattasi del presidio dei tecnici della diga.
Forse perché impietosi dalle nostre condizioni ci accolgono subito offrendoci un letto ed un pasto caldo.
Note: Allo stato attuale della "strada" é impossibile percorrerla in bici in senso inverso, dovete caricarla su di uno dei numerosi pick-up che passano.
23/08/2014 Kasghar: Il buon giorno si vede subito dal mattino. Facciamo pochi metri e l'incubo ritorna. In sostanza per oltre 100 km la KKH cinese é stata radicalmente cancellata dalle frane e dalle alluvioni. Bisogna riconoscere che i cinesi hanno iniziato subito faraoniche opere di ricostruzione ma proprio per questo ci potranno volere oltre 10 anni prima di vedere qualche cosa. Abbiamo i nervi a fior di pelle; siamo una maschera di polvere, fango e sudore. Non possiamo distrarci un attimo per cercare la traccia migliore in quello che sembra essere il letto di un fiume piuttosto che una strada! Dopo altri terribili 45 chilometri finalmente usciamo dalla Valle e dall'incubo.
Non ci sembra vero, asfalto per i prossimi ed ultimi 85 km!!!!. Sale la velocità e capiamo di avercela fatta, siamo a Kasghar il punto di inizio/fine della KKH! Come furono le montagne ad accoglierci all'inizio nostro Viaggio sono ancora loro che ci lasciano allontanandosi alle nostre spalle. Alle volte abbiamo sofferto, forse anche imprecato ma le emozioni che ci hanno regalato questi paesaggi ci ripagheranno per sempre di ogni fatica. Anche le persone ci hanno sorpreso sia in Pakistan che in Cina perché sempre generose e pronte ad aiutarci. E' arrivato il momento di congedarci da coloro che hanno avuto la pazienza di leggere i nostri appunti di viaggio e di ringraziare gli amici ad i parenti che cui hanno sostenuti. Un ringraziamento infine alla Redazione di Pianetamountainbike.it per li spazio consesso.
Grazie a Tutti......e a risentirci, forse.
Franzosi Massimo