All'europeo per e-bike chi controllerà il limite dei 25 km/h? La stradale?

La settimana scorsa vi avevamo raccontato dell'idea "elettrica" della UEC (Unione Europea Ciclismo) che vorrebbe iniziare con alcuni eventi test già dal 2018 per poi arrivare in un paio d'anni all'istituzione di un circuito di prove dedicate alle biciclette a pedalata assistita, che potrebbe chiamarsi UEC e-Bike European Tour, e successivamente all'istituzione di un vero e proprio campionato europeo per e-bike.  

 

 

Come previsto la notizia ha scosso l'ambiente off road e c'è stata subito una levata di scudi da parte dei puristi della mountain bike. Qui a Pianetamountainbike.it ormai abbiamo una certa confidenza con le e-bike e pensando a un eventuale loro utilizzo nelle competizioni qualcosa ci è subito saltato all'occhio. Come i motori delle macchine da F1 anche quelli delle bici a pedalata assistita hanno una centralina che controlla l'erogazione di potenza e se nella massima espressione motoristica esiste un organo che controlla questi sistemi.

 

Chi controllerà le centraline delle e-mtb per evitare il doping tecnologico?

Le e-bike, per non essere considerate ciclomotori dal codice della strada e quindi circolare senza targa e assicurazione, hanno la centralina del motore che interviene "staccandolo" quando raggiunge i 25 km/h. Se si gareggia in una competizione è basilare che si parta ad armi pari, quindi nel caso dell'istituzione di un campionato europeo, ma anche di una semplice singola prova, la giuria dovrebbe verificare che i motori siano regolari e non "sbloccati".

 

 

Già ora molti esperti sono scettici sulla reale efficacia dei controlli dell'UCI contro il cosiddetto "doping tecnologico", effettuati attraverso l'utilizzo degli scanner. Ci domandiamo quindi se l'UCI sarebbe in grado, e avesse le risorse finanziarie, di controllare le centraline dei motori? Forse chiederanno aiuto ai giudici del motomondiale? Se il ciclismo è stato fino ad ora forza delle sole gambe, nei prossimi anni, proprio con il successo commerciale delle bici supportate nella spinta da un motore elettrico lo scenario potrebbe cambiare, radicalmente. Ad essere politically correct si dovrebbe dire che si amplierà lo scenario, con opzioni che in passato non erano previste.

 

 

Se pensate agli scandali nel mondo dell'auto proprio in merito a delle centraline "truccate" vi rendete conto che quando si ha a che fare con l'elettronica, barare sembra essere abbastanza facile. Non sarebbe fantascienza pensare a una centralina che durante i controlli risponde rilasciando tutti i parametri previsti dal regolamento, ma poi, schiacciando un determinato tasto, il software la rimappa cambiando i valori. 

 

Sul percorso, servirà una pattuglia della polizia stradale con il laser per controllare che non vengano superati i 25 km orari?

In realtà è ancora più complesso l'argomento, in teoria la e-bike potrebbe tranquillamente andare più veloce, visto che c'è il biker che la spinge pedalando. Tutto regolamentare, il motore a 25km/h stacca e la bici si muove solo con la forza del ciclista.

 

 

Ma siccome l'Italia è un paese di furbi e nel resto d'Europa non sono tutti santi (l'unica ciclista beccata per doping tecnologico è una belga), come si farebbe a controllare un atleta in sella ad una e-bike durante una competizione, dopo che il contachilometri della sua bici ha superato il fatidico numero 25 km/h? A tutti piace vincere, purtroppo a qualcuno piace un po' troppo vincere ed è disposto a tutto, mezzi illeciti compresi.

 

 

Bel dilemma, non siete d'accordo anche voi? Quello che si evince dal comunicato stampa della UEC è che si rendono conto che servirà una fase di sperimentazione, perché la gestione di una competizione con e-bike è più difficile di quanto potrebbe sembrare in apparenza.

 

Stiamo parlando di futuro sì, ma in realtà queste gare sono già una realtà. Nel 2016 alla Sea Otter Classic fu disputata la prima gara riservata alle e-bike con circa 80 partenti, quest'anno alla Rando Roc Electrique Noire inserita all'interno della Roc d'Azur hanno preso il via ben 154 corridori.

 

La linea di confine tra divertimento e competizione a volte è molto sottile, che sia in sella a una Mtb, a una e-bike, un triciclo o dentro a un sacco di patate una volta che abbiamo il numero attaccato addosso la "bestia" sale, a tutti. Forse l'utilizzo di una bicicletta con un motore elettrico dovrebbe rimanere all'interno della soglia  del divertimento e non sforare nella competizione, ma rinunciare a quella "bestia" è difficile e tutti prima o poi vogliono attaccare il numero al manubrio.

 

La speranza è che la UEC pensi bene alle sue scelte e le realizzi pensando a una vera promozione dello sport e non solo inseguendo le fluttuazioni del mercato, anche se queste sono davvero... davvero importanti.

 

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