Leonardo Paez suona la settima alla Hero Südtirol Dolomites

2012, 2013, 2014, 2016, 2018, 2019 ed oggi dopo tre anni è arrivata la settima vittoria, questa volta con una nuova maglia quella del Soudal Lee Cougan ed in sella alla nuova Lee Cougan Innova per la prima volta vista con il sistema ammortizzante scoperto. Lotta a tre fino a Arabba, poi una caduta ha messo fuori dai giochi Porro. Nel finale se la sono giocata i due sudamericani

Selva di Val Gardena (Bolzano) - Questa mattina alle 7:10 è partita la dodicesima edizione della Hero Südtirol Dolomites con le donne del marathon (86 km - 4.500 metri D+) che hanno fatto da apripista. Dieci minuti dopo è toccato agli uomini mentre l'ultimo blocco, quello dei riders iscritti sul percorso di 60 km ha passato la starting line alle 7:30.

 

 

Lo sappiamo tutti che la Hero è una delle più dure marathon di mountain bike del mondo, per questo almeno ogni amatore italiano vorrebbe finirla una volta per dire che lui c'è stato. E a dire che è dura non sono solo gli amatori ma anche un top rider della Coppa del Mondo XCO che ieri scherzando in conferenza stampa aveva detto che una volta disse a sé stesso «Non parteciperò mai più a questa gara, troppo dura.» Ha cambiato idea e questa mattina era nel gruppo.

 

LA GARA

Oggi, sabato 18 giugno, sulla linea di partenza della Hero Südtirol Dolomites mancavano moltissimi big stranieri ma anche top rider italiani perchè domani nella Repubblica Ceca c'è l'europeo marathon di mountain bike. C'eran però diversi corridori molto forti, compresi Porro e Ragnoli che non erano tra i convocati di Celestino per la trasferta a Jablonné Podjestedi.

 

 

A mettere subito in chiaro che oggi sarebbe stata durissima ci hanno pensato i colombiani, l'ex campione del mondo Leonardo Paez (Soudal Lee Cougan) e il suo compagno di squadra Diego Arias Cuervo, rientrato da poco dopo l'infortunio d'inizio stagione (brutta caduta alla GF Muretto di Alassio).

 

 

In cima al Dantercepies (2.298 mt.), al culmine della prima salita di giornata, dopo soli sei chilometri i due sudamericani sono passati con un minuto di vantaggio su Samuele Porro, dietro staccati di una quarantina di secondi è poi passato un gruppo di sei guidato dallo svizzero Urs Huber e all'interno del quale c'era solo un italiano, Martino Tronconi. La Hero è poi scesa a Corvara ed ha affrontato la seconda salita quella che portava a Pralongià (2.157 mt), quindi è iniziata la discesa verso a Arabba.

 

 

A metà strada a Passo Campolongo dopo 25 chilometri si è capito che c'era stata una svolta, Porro aveva chiuso il buco con i due fuggitivi e dunque al comando della Hero c'erano due sudamericani e un italiano. Dietro c'era il vuoto. Si sono dovuti attendere più di tre minuti prima di poter vedere il gruppone che inseguiva. Tra i dieci c'erano Longo, Mensi, Tronconi e anche Lorenzo Samparisi.

 

 

COLPO DI SCENA

Poco dopo Arabba c'è stato un colpo di scena, Samuele Porro su un tratto di asfalto ricoperto da del brecciolino ha perso il controllo della bici ed è caduto. Niente di grave ma le tante abrasioni gli hanno fatto capire che oggi era meglio ritirarsi.

 

 

Un peccato perchè il suo obiettivo era quello di riuscire a vincerla sul marathon questa Hero. Sul Pordoi davanti sono rimasti Paez e Arias mentre il terzo a passare con uno svantaggio di oltre sei minuti è stato Daniele Mensi, lui precedeva di una trentina di secondi un gruppetto ristretto formato da Longo, Tronconi, Huber, Kaufmann e Claes.

 

Photo ©Freddy Planinschek

 

IL FINALE

La Hero si è poi diretta verso Canazei pronta ad affrontare il temibile finale, al passo Duron (2.280 mt) quando mancavano ancora 18 chilometri al traguardo, compresa una salita.

 

Photo ©Freddy Planinschek

 

In cima al passo si è capito chi avrebbe vinto, c'era un solo uomo al comando, Leonardo Paez pronto a mettere un'altra volta il suo sigillo su questa corsa. Lassù aveva un margine di un minuto e mezzo su Arias, mentre il distacco con tutti gli altri riders si era ulteriormente allargato. A quasi nove minuti c'erano il belga Claes e lo svizzero Huber che si giocavano il terzo gradino del podio. Colpo di scena quando è sbucato il sesto, aveva la maglia dello Specialized Factory Racing, quella di Gerhard Kerschbaumer.

 

 

A Selva di Val Gardena il pubblico dopo aver visto gli arrivi dei riders che hanno corso sul percorso da 60 chilometri, ha atteso con trepidazione l'arrivo previsto attorno a mezzo giorno.

 

 

 

È stata una fiesta sudamericana, Hector Leonardo Paez Leon chiudendo trionfalmente gli 86 chilometri dopo 4 ore 33 minuti e 52 secondi, per la settima volta nella sua carriera ha portato la bandiera della Colombia sul gradino più alto del podio alla Hero Südtirol Dolomites.

 

 

E oggi la soddisfazione era doppia perchè il successo è arrivato in sella ad una mountain bike che era dal 1 maggio che si vedeva in gara ma circondata da un alone di mistero, una misteriosa cuffia che nascondeva un sistema ammortizzante mai visto prima, quello della nuova Lee Cougan Innova.

 

 

 

Oggi il sistema ISS il pubblico l'ha potuto vedere dal vivo per la prima volta.

 

 

Piazza d'onore per Diego Arias arrivato a Selva dopo 2' 27'' e il distacco avrebbe potuto essere superiore perchè Paez ha confessato «Nella parte finale mi sono dovuto fermare per un problemino fisico, poi sono ripartito.»

 

 

Dietro negli ultimi chilometri c'è stato il colpo da maestro di "Gerry" che ha passato sia Huber che il belga ed è andato a conquistarsi un inaspettato terzo posto (+7' 27''). Il massimo per lui, alla gara ci aveva pensato due settimane fa, dopo aver avuto il consenso del suo DS "Benno" altoatesino come lui, oggi ha corso a solo mezz'ora da casa. 

 

Photo ©Wisthaler

 

ORDINE D'ARRIVO MASCHILE MARATHON UFFICIOSO

1. Paez Leon Hector Leonardo (COL | Soudal Lee Cougan) 4:33.52,6 
2. Arias Cuervo Diego Alfonso (COL | Hubbers Polimedical) +2.27,8 
3. Kerschbaumer Gerhard (Specialized Factory Racing) +7.27,6 
4. Huber Urs (SVI | Bulls) +7.40,8 
5. Claes Frans (SVI | Verhofsté MTB Team) +8.12,8 
6. Longo Tony (Soudal Lee Cougan) +11.08,3 

7. Tronconi Martino (Attitude Nikex Racing team) +14.37,0 
8. Kaufmann Markus (GER | Texpa-Simplon) +15.54,3 
9. Looser Konny  (SVI | Stoll Racing) +17.19,0 
10. Mensi Daniele (Soudal Lee Cougan) +17.33,5

 

ORDINE D'ARRIVO FEMMINILE MARATHON UFFICIOSO

1. Mazzorana Sara (Cingolani Specialized) 6:18.54,2 
2. Recchia Greta (Il Biciclo) +21.43,4 

3. Caprari Elisabetta (Flandres Love Sportland) +44.09

4. Nardin Cristina  (Dynamic Bike Eppan) +1:13.05,0 8

5. Tamburini Christiana (Brescia Bike) +1:37.27,8 

 

 

 

ORDINE D'ARRIVO MASCHILE 60 KM UFFICIOSO

1. Trincheri Lorenzo (Wilier 7C Force) 3:30.04,9 
2. Fontana Klaus (Torpado Factory team) +1.58,2 
3. Casella Franco (Pro Abruzzo MTB)  +1.59,0 
4. Cherchi Dario (KTM Brenta Brakes) +2.42,0 
5. Oberhammer Tobias  (Bottecchia Factory Team)+6.31,4 
6. Panariello Giuseppe (Bottecchia Factory Team) +6.39,7 
7. Candeago Andrea (Torpado Südtirol) +10.44,2 
8. Pucciarelli Enrico  (ZeroZero) +14.42,0 

9. Fadini Fabio (team Morotti) + 27' 50''

10. Panizza Riccardo (ComoBike) +27.50

 

Le donne elite non hanno corso sul marathon, ma sul percorso di 60 chilometri con 3.200 metri di dislivello, come nella gara maschile a causa della concomitanza con gli europei di categoria, mancavano diverse big. La bandiera che ha sventolato è stata quella tedesca grazie a Adelheith Morath che è tornata a Selva dopo 3:55.27. Alle sue spalle troviamo due italiane, Debora Piana del Velo Club Cicli Cingolani, seconda con un gap di 10 minuti, terza Elena Gaddoni del Team Rolling Bike.

 

 

ORDINE D'ARRIVO FEMMINILE 60 KM UFFICIOSO

1. Morath Adelheid  3:55.27,9 
2. Piana Debora  (Cingolani Specialized) +10.39,8 
3. Gaddoni Elena (Rolling Bike) +11.13,4
4. Sheppard Samara  +13.34,1 
5. Fasolis Costanza  (RDR Italia Pedale Leynicese) +18.30,7 
6. Wakefield Amy  +23.14,4 
7. Mai Clarissa +32.20,6 
8. Ziolkowska Michalina  +32.42,1 
9. Priller Tanja  +35.29,9 
10. Burato Chiara (OMAP Cicli Andreis) +39.51,3 

 

Classifiche complete: Link

 

 

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