MONDIALI ELBA 2021: LA MARATHON VERA CHE HA MESSO I PUNTINI SULLE I

Non si può non dire che la presenza di Nino Schurter non abbia portato più attenzione sul mondiale XCM, ma la gara Elbana ha tracciato un solco profondo tra gli specialisti delle lunghe distanze e quelli dell’XC… che ancora oggi probabilmente stanno cercando di riaversi dalle fatiche di sabato

Lo avremo ripetuto all'infinito, il Campionato del mondo Marathon 2021 all'Isola d'Elba è stato il più duro di sempre. Più di 6 ore di gara per il vincitore è qualcosa che si vede davvero di rado nel nostro sport. È stato però anche un mondiale che finalmente ha attirato tanta attenzione su di sé perché l'organizzazione ha fatto un grande lavoro creando un percorso per chi correva, ma anche per chi non era in sella.

 

 

Inoltre, la presenza di alcuni grossi nomi della Coppa del Mondo XCO ha alzato ancora di più i fari su questa disciplina che ha bisogno di emergere, di trovare gare emozionanti come l'Elba per creare lo stesso ritorno d'immagine che in questi anni si è ri-creato il Cross Country. Creare spettacolo, creare personaggi che muovono l'attenzione del pubblico globale, non essere la disciplina minore, ma essere l'altra disciplina.

 

 

Non si può non dire che la presenza di Nino Schurter non abbia portato più attenzione sul mondiale XCM, anche solo perchè l'accoppiata Mondiale XCO e Mondiale XCM nello stesso anno è riuscita solo a Jaroslav Kulhavy. Nino l'ha cercata con fervore, ma sull'isola toscana ha chiaramente capito una cosa: il Marathon, quello vero, è dei maratoneti. Lo ha capito a sue spese, costretto al ritiro da problemi di stomaco, quelli che proprio gli specialisti delle lunghe distanze conoscono bene e che sopraggiungono durante sforzi massimi così prolungati. Una bella botta per il campione svizzero che sappiamo tutti non era venuto all'Elba per fare vacanza.

 

 

Ha vinto il più forte, ha vinto lo specialista, ha vinto il grande favorito. Andreas Seewald era il nome che era sulla bocca di tutti alla vigilia della gara quando Leo Paez ha annunciato che non avrebbe corso. Leo era l'altro grande favorito e siamo sicuri avrebbe reso ancora più spettacolare questa gara, perché siamo sicuri che sarebbe stato la davanti a battagliare con il tedesco, soprattutto quest'ultimo si sarebbe trovato stretto nella "morsa colombiana". E forse sarebbe finita diversamente.

 

 

IL MURO DELLE 5 ORE

Sull'Elba è stato eretto un muro. Alto, spesso, duro, ma invisibile, un muro che hanno preso in piena faccia in tanti, non tutti, ma in tanti. È stato il muro delle 5 ore. Fino al quel momento le posizioni di gara sembravano ormai consolidate, ma da lì in poi tutto si è rimescolato. Se la gara fosse stata un'ora più corta sarebbe cambiato qualcosa?

 

Forse sì, ma forse anche no perchè il ritmo sarebbe stato alzato prima e i giochi sarebbero rimasti gli stessi. Alla fine nel XC fai un'ora e mezza a tutta, nelle marathon fai sempre un'ora e mezza a tutta, ma prima ci devi mettere altre 3 ore a ritmi molto alti. Il tracciato di Capoliveri ha messo davvero in chiaro questa differenza, ha messo i puntini sulle "i" sottolineando la differenza tra specialisti XCM e specialisti XCO.

 


La gara dell'Elba ha reso più umani quelli che consideriamo sovrumani. Ha fatto soffrire anche gli Dei della MTB. Per una volta non c'era grossa differenza tra le facce dei Pro all'arrivo del sabato e quelle di noi amatori dopo il traguardo di domenica.

 

QUALCHE NOME E CONSIDERAZIONE

Filippo Colombo, che ha disputato un mondiale davvero buono per uno specialista del XC, all'inizio dell'ultima tornata sembrava avesse le gambe per rientrare sui primi, ma arrivato al "muro" e la luce gli si è spenta, negli ultimi chilometri il volto era trasfigurato dalla fatica e 20 minuti dopo l'arrivo era ancora seduto per terra a bere coca cola e mangiare dolci. Stessa sorte, sia durante sia dopo la gara, anche per tutti gli altri nomi dell'XC, tranne Valero Serrano che come al solito nel finale ha recuperato posizioni su posizioni.

 


Purtroppo anche alcuni dei nostri azzurri hanno accusato il colpo contro "il muro". Juri Ragnoli ci ha fatto letteralmente sognare, prima battagliando sempre nelle prime posizioni e poi con un rabbioso attacco a metà gara che lo ha visto andare via da solo insieme a Schurter. Spregiudicato e spettacolare. Juri ci teneva davvero tanto. Si era preparato alla perfezione per questo mondiale, ma come ha detto lui: "ci ho provato, ma non era la mia giornata".

 


Speravamo fosse anche la giornata giusta per Fabian Rabensteiner, che dopo la maglia tricolore si meritava davvero un grande risultato. Purtroppo anche per Fabian il muro è stato impenetrabile, tanta fatica, troppa, lo stomaco che si chiude e diventa impossibile mangiare. Le energie mancano e le gambe non girano. Però la consapevolezza di avere IL risultato a portata.


Chi ha stupito tutti (e questa volta un po' anche se stesso) è stato Samuele Porro. Lui il muro sembra non averlo neanche visto, o meglio ha visto quando gli avversari lo prendevano in piena faccia... tanto che qualcuno si è addirittura fermato per farlo passare nella salita finale.

 

 

Era partito con poche aspettative e una condizione non top, ma forse l'essere partito "piano" ascoltando solo le sue sensazioni, gestendo la gara come solo chi è abituato a fare Marathon lunghissime e di altissimo livello sa fare, gli ha permesso di tenere un ritmo costante fino all'arrivo. Non ha seguito i picchi iniziali dei crosscountristi, ch epoi si sono spenti, non ha accelerato nel finale rischiando di finirsi. Quando si è visto sbucare un casco rosso in ottava posizione tutti pensavano fosse Fabian e invece ancora una volta il Comasco ha stupito tutti con una magia 21 giorni dopo essersi rotto l'ulna.

 

SPECIALISTI XCM SI, MA NON TRA LE DONNE

Se tra gli uomini la gara dell'Elba ha scavato un solco netto tra gli specialisti delle lunghe distanze, in campo femminile invece quel solco non c'è stato, anzi tutt'altro. Sì è vista però un'età media molto bassa, sono state le ragazze più giovani, ad esclusione di una infinita Maja Wloszczowska (che ha salutato in grandissimo stile il mondo della MTB competitiva) ad essere protagoniste.

 

 

Mona Mitterwallner, ma anche le nostre Giada Specia e Marika Tovo hanno dimostrato di essere tanto giovani, quanto forti. Hanno dimostrato di avere la capacità di tenere su distanze in cui pochi le davano per favorite.

 

 

Però è bello vedere ragazze che si mettono in gioco, dimostrando che la loro passione per il ciclismo e le ruote grasse non si ferma solo a quello cui sono abituate, ma che vogliono anche sperimentare, con successo tra l'altro, e abbracciare la disciplina a 360 gradi.

 

 

Elba Island 2021 ci ha regalato tutto questo. Una Marathon VERA e INDIMENTICABILE, il tutto in un paradiso naturale e soprattutto in Italia. CHE SPETTACOLO!

 

 

Photo ©Alessandro Billiani

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