Ranking UCI XCO: pochi italiani nei primi 100, allarme per la Coppa del Mondo

I prossimi appuntamenti internazionali in ambito cross country sono la prova delle UCI MTB World Series in programma l'ultimo fine settimana di questo mese a Les Gets, seguita da una pausa di una settimana prima dei Campionati del Mondo, che prenderanno il via lunedì 8 settembre a Zermatt per concludersi domenica 14 a Crans-Montana.

 

 

Italia nel ranking UCI (Elite + U23)

In attesa di questi due eventi siamo andati a dare una sbirciatina al ranking UCI (che comprende sia Elite sia Under 23) per capire come si posiziona l'Italia. Se guardiamo la somma dei migliori punteggi per nazione, gli azzurri si mantengono nella norma: in campo maschile occupiamo la terza posizione dietro a Francia e Svizzera, mentre tra le donne siamo settimi in una classifica guidata dalla Svizzera davanti ad Austria e al sorprendente Canada.

 

 

Classifiche individuali: dove paghiamo dazio

Le classifiche individuali, però, offrono uno spunto meno confortante. Tra gli uomini, dove al comando c'è Victor Koretzky, troviamo solo tre italiani nei primi 30 e nessuno nella top ten: 14° Luca Braidot, 19° Simone Avondetto, 26° Juri Zanotti. Va peggio in campo femminile, con Samara Maxwell leader davanti a Jenny Rissveds e Alessandra Keller. Anche qui abbiamo tre azzurre nelle prime 30, ma la migliore è Martina Berta, seguita da Valentina Corvi (29ª) e Chiara Teocchi (30ª).

 

 

Scendendo fino alla 100ª posizione, l'Italia schiera complessivamente 8 uomini e 7 donne.

 

Il quadro completo

Il quadro che emerge dal ranking UCI va quindi letto con le giuste proporzioni: in ottica Olimpiadi di Los Angeles 2028 c'è ancora tempo e i dati attuali vanno considerati solo come indicativi. Ben più preoccupante, invece, è l'impatto sulle UCI Mountain Bike World Series. Con l'obbligo per gli Elite di rientrare tra i primi 100 del ranking UCI XCO per prendere il via e con un solo team italiano, il Wilier-Vittoria Factory Team, accreditato a partecipare stabilmente, il rischio è quello di vedere in futuro sempre meno italiani al via delle prove di Coppa del Mondo. 

 

 

Un campanello d'allarme che il movimento italiano non può permettersi di ignorare pensando ai prossimi anni.

 

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