L'Engadin Bike Giro, la gara a tappe partita venerdì alle 14:00 dal centro di St. Moritz, ci dà l'opportunità di fare un doppio ragionamento senza parlare della cronaca agonistica, vi diciamo solo che la frazione l'hanno vinta Simon Vitzthum e Alessandra Keller.
Che anche in Svizzera siano ancora preoccupati per COVID-19 come noi in Italia ma come succede anche in Francia e Spagna lo si capisce subito guardando le foto. In griglia i corridori hanno la mascherina e non sono appiccicati uno all'altro.
Appena arrivati devono rimetterla, il distanziamento sociale in Svizzera è di 1,5 metri, non si è svolta la classica cerimonia di premiazione e le maglie di leader sono state consegnate ad ogni singolo atleta senza farlo salire sul palco. I premi agli amatori vengono spediti gratuitamente a casa (con costi non indifferenti per gli organizzatori) mentre i premi in denaro previsti per gli elite vengono liquidati con bonifico bancario. Il tutto con il chiaro obiettivo di ridurre al minimo i contatti, non come succede nella Repubblica Ceca.
Ora veniamo al punto dolente quello che ha fatto scatenare le polemiche tra squadre e atleti da una parte e FCI dall'altra. Alessandro Anzivino, Presidente della New Bike Racing team 2008, ha detto: "Mi sono sentito come Don Chisciotte della Mancia che lottava con i mulini a vento". Chi si era già iscritto con tanto di autorizzazione da parte della stessa FCI, il 3 luglio come un fulmine a ciel sereno aveva appreso che fino al 14 luglio non si sarebbe potuto correre all'estero.
Peccato che avevano già pagato l'iscrizione (349 franchi, circa 328 euro) e prenotato gli alberghi. Tutti gli atleti delle squadre più blasonate a malincuore non si sono presentati al via, in classifica ci sono alcuni amatori ma non sappiamo se tesserati FCI o no. Vista l'attuale sospensione dell'attività in Italia per tutti sarebbe stata l'opportunità di ritornare a correre dopo 4 mesi di inattività.
Photo ©Sauser Event