LOANA LECOMTE NON È PER NULLA DELUSA DALLA SUA OLIMPIADE

Le due francesi Lecomte e Prevot erano le predestinate alla vittoria, ma nessuna delle due è andata a medaglia. Dopo la gara affrontano con spirito diverso la delusione, ma entrambe con un obiettivo ben preciso: Parigi 2024

Che Loane Lecomte e Pauline Ferrand Prevot fossero le più attese alle Olimpiadi di Tokyo 2020 non è certo un segreto. Ammettiamo che anche noi qui a PianetaMTB.it ci saremmo aspettati un podio ben diverso dalla gara olimpica, ma come sempre i 5 cerchi regalano sorprese e spettacolo.

 

Photo ©UCI MTB SwPix

 

Eppure le due francesi hanno accolto il loro risultato in maniera completamente diversa: da una parte PFP parla di delusione, mente Loana parla di "esperienza istruttiva". Forse per la Lecomte è meglio così perchè se pensiamo a quello che hanno passato Julie Bresset e Jenny Rissveds dopo la vittoria da giovanissime alle Olimpiadi, è davvero difficile affrontare un tale carico di pressione a poco più di 20 anni.

 

 

"È stato bello, impressionante, arricchente, istruttivo! 10 giorni fa sono partita per partecipare ai miei primi Giochi Olimpici! Il sogno di questa bambina che ha guardato Julie Bresset nel 2012, si è finalmente avverato, ho affrontato questa avventura con una squadra francese unita e affiatata. Molti pensano che io sia "delusa" da questo 6° posto, ma chi ha gareggiato sa bene che non possiamo vincere sempre e per questo sono orgogliosa di questo risultato, soprattutto se penso che soli 4 mesi fa sognavo anche solo di qualificarmi per queste Olimpiadi. Martedì 27 luglio, ho dato il massimo e non ho rimpianti, poi come ha detto Nelson Mandela (o @maillotjacky e mia nonna ): "Non perdiamo mai: o vinciamo, o impariamo"


Ho imparato e capito molto durante questa settimana e spero di imparare molto di più in futuro! Congratulazioni alle ragazze svizzere per questa storica triplete. [...] Mille grazie alla mia nazionale francese per questa settimana indimenticabile".

 

Photo ©UCI MTB SwPix

 

Dall'altro lato invece una Pauline Ferrand Prevot, che con l'esperienza di anni passati sa di aver perso un'occasione, ma sa anche che Parigi arriva tra soli 3 anni. In più coglie anche l'occasione per togliersi qualche sassolino nella scarpa.

 

"Delusa, ma non abbattuta! Poiché i media parlano un po' troppo degli atleti e un sacco di "Mister so tutto io" si fanno sentire sui social media, voglio parlare della mia gara. Sono orgogliosa di essere arrivata a questi Giochi al 100% della forma e questa è la mia prima soddisfazione personale. Non sono mai stata così in forma nella mia carriera come questa settimana. Non mi sono mai sentita così felice di essere a un evento del genere, circondata da uno staff e da un team di prim'ordine. Ma a volte lo sport ad alte prestazioni è davvero ingrato e la ricompensa che ricevi non è sempre quella che vorresti o meriteresti. Altrimenti sarebbe troppo facile...

 


Dopo una partenza decente, mi sono sentita in grado di competere per il titolo. Purtroppo ho commesso un errore all'inizio della gara, sono scivolata sulle rocce e ho perso molto tempo. Dopodiché, mi sono data da fare per puntare a una medaglia, e quando ero nuovamente in seconda posizione ecco che buco sul posteriore. Nessuna scusa, ho scelto una linea sbagliata. Ho lottato per finire questa gara in decima posizione. Non è il risultato che volevo all'inizio, ma era il massimo che potevo ottenere dopo questi errori che mi sono costati davvero caro! Penso che sia comunque un risultato rispettabile e onorevole.


Sicuramente è così che lo sento dentro di me. Quindi sono orgogliosa di me stessa e continuo a sorridere, devo conservare il mio sogno di essere campionessa olimpica un po' più a lungo e lotterò per mantenere i miei titoli di campionessa europeo e campionessa del mondo. Non voglio rivivere ciò che ho vissuto nel "dopo Rio" quando solo pensare alla bicicletta mi faceva piangere. Voglio essere felice, facendo ciò che mi rende felice.

 

 

Quello che mi rende felice oggi è trovare la forza di sorridere dopo il peggior scenario di gara che potessi immaginare. Sorrido con la mia compagna di squadra di 21 anni, la nuova stella della mountain bike, che ha conquistato il 6° posto ai suoi primi Giochi Olimpici. Sorrido per tutti i bei momenti che dobbiamo ancora vivere. Sorridiamo per ogni giorno che ci è stato offerto".

 

 

Altre News