APPENNINICA MTB STAGE RACE, ABBIAMO FATTO IL TEST DI UNA GARA. ECCO COSA PENSIAMO

La nuova gara a tappe emiliana era un grosso punto di domanda. C’erano grandi aspettative, ma anche tanti dubbi. Abbiamo partecipato alla versione ridotta da 4 giorni, come se fosse un test… ed ora condividiamo con voi i nostri pensieri.

Chiunque abbia mai organizzato una gara (e chi si reputa biker dovrebbe farlo almeno una volta nella vita), di qualsiasi tipologia, categoria o lunghezza essa sia, conosce bene quanto sia difficile, stressante e complicato. Realizzare la prima edizione di una gara a tappe, senza grosse esperienze alle spalle, unisce tutte le difficoltà possibili e le moltiplica per 8.

 


Per questo quando a metà 2018 ci hanno chiamato gli organizzatori di Appenninica MTB Stage Race parlandoci di una gara a tappe a coppie di 8 giorni in Emilia Romagna, abbiamo preso tutto molto con le pinze, ma come siamo abituati a fare quia PianetaMTB.it ci piace entrare dentro le novità ed abbiamo quindi dato fiducia a due organizzatori che ci sembravano essere consapevoli dei loro mezzi.

 


All'inizio forse erano un po' troppo ottimisti e con il passare del tempo anche loro hanno dovuto ridimensionare leggermente le loro aspettative, ma quando siamo arrivati alla partenza di Appenninica MTB Stage Race 4 ci siamo accorti che quello che ci avevano promesso un anno prima si era realizzato per il 90% e già questo ci ha strappato un grande sorriso.

 

PRIMA IMPRESSIONE: IL RACE VILLAGE

Lo dobbiamo ammettere: mentre andavamo verso Appenninica MTB Stage Race dentro la nostra testa c'era un villaggio gara scarno e poco animato come (purtroppo) molte prime edizioni di gare ci hanno abituato. Pensavamo di arrivare in un campo sportivo con una decina di gazebo e qualche volontario a dirci dove andare e cosa fare.

 


Ci siamo ritrovati invece nel centro di un paese vivo e pulsante, dove sembrava che la gara fosse lì da anni, con i bar già pronti con il "Menù MTB" e la gelateria che offriva un cono ad ogni partecipante.

 

 

La cosa che ci ha però davvero impressionato è stato il numero di persone coinvolte nell'organizzazione. Più di 30 stabili che seguivano tutte le 8 tappe della gara, a queste in ogni sede di arrivo o partenza si aggiungevano volontari locali. Erano i paesi che entravano dentro la gara, non la gara che transitava dentro un paese.

 

 

Basti pensare che per noi giornalisti le sale stampa erano dentro le biblioteche o gli uffici del comune, lasciati aperti anche fino a tarda serata per permetterci di lavorare. In pratica l'accoglienza che ha reso famosa l'Emilia Romagna nel mondo del turismo, per una volta era indirizzata verso sporchi e sudati bikers e non verso biondi tedeschi... anche se tra i partecipanti io teutonici classici non erano pochi!

 


Inoltre ogni sera l'organizzazione proiettava un film (non legato al mondo della bicicletta) su mega schermo all'aperto e questo richiamava anche gli abitanti dei vari paesi, Appenninica MTB Stage Race diventava una piccola festa popolare. Un escamotage che aiutava i biker a passare le serate e portava anche qualcosa di più alle cittadine che ospitavano il villaggio gara.


Nell'iscrizione base erano compresi colazione, pranzo post gara e cena. Anche in questo caso non si trattava di catering improvvisati ed abbozzati, ma cibo di buona qualità e soprattutto locali in cui ci si poteva sedere tranquillamente prendendosi tutto il tempo che si voleva.

 


Parlando con qualche partecipante si sarebbe potuto migliorare qualcosa magari aggiungendo prodotti un po' più ricercati a colazione come latte di riso o soja, fiocchi d'avena e alternative senza glutine, così come a cena si è sentita la mancanza di verdura, ma le basi per una corretta alimentazione durante una gara c'erano tutte: tanto riso, tanta pasta, tante proteine facili da digerire come prosciutto cotto, bresaola, Parmigiano Reggiano (a volontà essendo il main sponsor) e uova. Mancava solo il plus, ma la base c'era e in abbondanza.

 

VLOG #1

 

PROVA SUL CAMPO: IL TRACCIATO E LA TRACCIATURA

La prova del nove di una gara a tappe è il percorso. Troppo facile annoia, troppo difficile scoraggia, troppo corto non diverte, troppo lungo sfianca, troppe strade poderali, troppi single track, troppa salita, troppa discesa... e così via.

 


In Appenninica MTB Stage Race sono riusciti a creare un ottimo mix di tutto quello che serve, senza esagerare né da un lato né dall'altro, non abbiamo sentito nessuno lamentarsi di tappe troppo dure o troppo facili, anche se non sono mancati tratti in cui mentre si pedalava si voleva maledire gli organizzatori, ma quello fa parte del gioco perchè quando dopo 50 km sotto al sole ti trovi 1 km di salita al 20% vorresti solo avere tra le mani chi ha creato il percorso, ma se quando tagli il traguardo avresti voglia di rifare quella tappa, allora vuol dire che ti sei divertito e il tracciato era ok.

 


Dentro Appenninica MTB Stage Race c'erano un po' tutte le varietà di terreno che ci si aspetta di trovare sugli Appennini, ma la cosa che ci ha stupito è quanto il territorio variava all'interno di ogni tappa. Si passava continuamente da larghe strade in spazi aperti, a forestali all'ombra di fresche foreste, single track veloci in crinale, passaggi rocciosi e infidi, sentieri tecnici e ripidi dentro le pinete e così per ognuna delle 8 tappe.

 

 

Forse perché troppo abituati a gareggiare sulle Alpi dove il paesaggio cambia sì, ma non così tanto e in continuazione, ma questa cosa ci ha veramente aperto gli occhi su una zona d'Italia di cui ci siamo accorti di sapere poco o nulla.

 


In molti si sono lamentati della tracciatura e soprattutto della segnaletica durante prologo e prima tappa, insufficiente dicevano e con cognizione di causa. Fortunatamente l'organizzazione si è rivelata capace di adattarsi velocemente e prendendo spunto dai consigli e dalle lamentele dei partecipanti ha subito modificato la propria strategia, tanto che già dalla seconda tappa tutti problemi di tracciatura e segnaletica erano stati risolti.

 

Frecce ben visibili e "code di fettuccia" ad ogni bivio, in più con la traccia GPS obbligatoria sul proprio ciclocomputer e soprattutto con un tracker GPS sempre acceso che indicava la posizione di ogni singolo partecipante all'organizzazione.

 


I biker erano controllati a vista dall'alto, ma non solo, infatti c'erano anche due medici in moto da cross che seguivano la gara e facevano la spola tra tutti i partecipanti durante le singole tappe. Quando faceva troppo caldo e il rischio di disidratazione i ragazzi del Racing Medical Team portavano acqua come fossero delle ammiraglie, quando un biker dopo una caduta ha rimediato una frattura ad una mano è stato trattato direttamente un posto e trasportato in moto fino al primo punto in cui potesse arrivare una ambulanza. Il tutto con un elicottero sempre allertato durante le ore di gara in caso di intervento urgente.

 

 

VLOG#2

 

 

NOTTI IN COMPAGNIA

Una volta tagliato il traguardo in una gara a tappe inizia quella routine che ti porta fino alla partenza del giorno dopo e che può fare la differenza. Il buffet post-gara era ricco e fruibile da pochi secondi dopo l'arrivo fino a un paio d'ore dopo, questo permetteva a ognuno di prendere il proprio tempo per reintegrare.

 

 

L'organizzazione della Appenninica MTB Stage Race si occupava di trasportare i bagagli di tutti i partecipanti da villaggio gara a villaggio gara. Tutti i bagagli i biker li trovavano sempre già pronti al termine della tappa dentro alla zona dormitorio, per la maggior parte delle palestre comunali che quindi assicuravano docce caldo e bagni piuttosto puliti.

 

 

Ogni biker era organizzato personalmente per dormire, chi con comodi letti da campo o grossi materassi gonfiabili matrimoniali e chi con materassi minimali da spedizione. La cosa importante è che l'organizzazione trasportava tutto questo senza limiti o differenze, e in più in ogni dormitorio c'erano sempre almeno 3 zone in cui poter caricare almeno una decina di cellulari o GPS contemporaneamente e all'esterno una zona in cui lavare le biciclette, quindi ci si prendeva cura di sé stessi e della propria compagnia di avventura in un solo luogo. Questo facilitava di molto il tutto.


Ed è proprio in questi momenti, dentro i dormitori o nelle zone in cui si lavano e riparano le bici, che si calcificano le amicizie create durante la tappa.

 

 

Se qualcuno aveva un problema e non riusciva a risolverlo bastava chiedere e la "comitiva" Appenninica si metteva in moto per dargli una mano. Quando noi abbiamo bucato e non riuscivamo a riparare la gomma, almeno in 4 si sono proposti di aiutarci ed addirittura di prestarci un copertone per finire la gara.

 

 

VLOG #3

 

A CHI LA CONSIGLIAMO

Appenninica MTB Stage Race, ma più in generale una gara a tappe, è un'avventura che chiunque sia appassionato di Gran Fondo o Marathon deve provare almeno una volta nella vita. Non è tanto il gareggiare ogni giorno per una settimana, quello è forse il meno, ma piuttosto tutto quello che c'è intorno, il sentirsi parte di una famiglia insieme a persone che non si è mai incontrato prima e forse non si incontrerà neanche mai più.

 

 

È dormire su un materassino gonfiabile con le gambe che fanno ancora male, il caldo che appiccica la pelle alla plastica e il vicino che russa.

 

 

È guardare non alla tappa successiva, ma ancora a quella dopo perché la programmazione è fondamentale, se vai davvero forte un giorno, il giorno dopo sei svuotato e perdi i 20' che hai guadagnato il giorno prima.

 

 

Le cose più semplici diventano complicate, ma fortunatamente quando la gara ha un'organizzazione come quella di Appenninica MTB Stage Race le cose a cui pensare sono solo il pedalare, mangiare e riposarsi... poi si rientra a casa il lunedì e ci si accorge di aver preso parte a qualcosa di davvero speciale che speriamo duri a lungo con gli stessi standard.

 

 

La prima edizione della gara emiliana è stata molto buona, qualcosa da migliorare c'è, ma non sarebbe normale il contrario, ora il difficile sarà creare una seconda edizione perfetta... e allora sarà una vera consacrazione.

 

VLOG #4

 

Photo ©Edoardo Melchiori - Igor Schifris

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