La legge di Murphy colpisce Jaroslav Kulhavy anche al Brasil Ride

"Se qualcosa può andar male, lo farà." - dice una delle leggi di Murphy. Avremmo dovuto chiederlo domenica a Jaroslav Kulhavy che ha volato per 8.700 chilometri per raggiungere Porto Seguro dalla sua Praga, con l'obiettivo di partecipare al Brasil Ride in coppia con il suo connazionale Matous Ulman.

 

É l'ultima importante gara internazionale della stagione, forse l'ultima chance di riscatto per un grande campione che da troppo tempo sta correndo nell'anonimato. Continua a pedalare ma non riesce più a fare la differenza. "Finchè sarai fortunato, conterai molti amici: se ci saranno nubi, sarai solo."

 

Scrisse Ovidio il 43 avanti Cristo, una frase che però è ancora attuale e rende l'idea dell'attuale momento del 34enne corridore della Repubblica Ceca. Oro a Londra 2012 e argento a Rio de Janeiro 2016.

 

 

Lui e Ulman in Brasile sono riusciti a forare entrambi nello stesso punto del tracciato del crono prologo, in teoria la tappa più semplice di tutto il Brasil Ride. In pratica non si sono potuti aiutare a vicenda.

 

Il risultato finale? Hanno iniziato la competizione nel peggiore dei modi immaginabili, quattordicesimi e con già 5 minuti di svantaggio sulla coppia Avancini - Fumic. 

 

 

Se "Jarda" e Matous sono credenti gli conviene andare in chiesa e accendere un cero perchè oggi c'è il mega trasferimento fino a Guaratinga, 143 chilometri in sella e vista la distanza tutto può succedere.

 

Photo © Josue Fernandez / Brasil Ride

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