IL GRAVEL PORTERÀ I TEAM PRO TOUR NELLA MTB? EDUCATION FIRST ALLA CAPE EPIC

Alex Howes, campione statunitense su strada, affronta una curva parabolica, Logan Owe spinge il rapporto della sua gravel una ripida salita sterrata, Tejay van Garderen tocca i 60 km/h in pianura in sella alla bici da strada, intanto Josh Bryceland si spara un "road gap" da 10 metri. Ecco come potrebbe essere riassunto il Team Camp della squadra Pro Tour Education First.

 


La formazione statunitense è forse quella che più di ogni altra sta portando avanti il ciclismo 2.0 ovvero quello globale, quello che non suddivide in categorie, ma accoglie ogni tipologia di ruota.

 

Nel 2019 la EF ha vinto una tappa alla Vuelta, una tappa al giro di Svizzera, una alla Parigi-Nizza e soprattutto ha trionfato al Giro delle Fiandre grazie ad Alberto Bettiol, ma allo stesso tempo ha raccolto importanti risultati in gare di MTB come la Leadville 100 dove Lachlan Morton ha chiuso terzo e Alex Howes quinto, oppure ha affrontato avventure di gravel endurance come il GBduro (2000km no stop attraverso l'Inghilterra) vinto proprio da Morton in "sole" 111 ore e 41 minuti.

 


Il tutto naturalmente seguito e documentato attraverso magnifici mini-documentari da 20 minuti pubblicati poi su Youtube nella galleria EF Gone Racing.

 

Questo è il ciclismo 2.0 tanto storytelling e un approccio più libero e fantasioso, non a caso il tutto arriva da una squadra Made in Usa, meno legata alle tradizioni rispetto a quelle europee.

 

NEL 2020 ALLA CAPE EPIC

10 giorni fa è apparso anche il teaser (breve video, ndr) che introduce la stagione 2020 e con nostra sorpresa compare anche la Cape Epic.

 

 

Education First non si presenta alle gare per fare numero, ma si presenta per essere li davanti e se al team camp si sono viste tante Scalpel (EF è sponsorizzata Cannondale) e c'erano anche specialisti del gravity come Josh Bryceland vuol dire che l'impegno nel campo off-road sarà ancora maggiore nella prossima stagione.

 


Non si conoscono ancora i nomi della coppia per la Cape Epic (Morlan e Taylor Phinney, secondo noi i candidati), ma questo potrebbe rappresentare il primo passo importante per i Team Pro Tour all'interno del mondo della MTB, di quella vera ed agonistica.

 


Se prima erano i biker ad andare verso la strada (Mathieu Van Der Poel dato come campione del futuro ne è un esempio, ma anche Cedric Ravanel in passato e Peter Sagan nel presente) sembra che il nuovo appeal del Gravel e della Mtb stia facendo accadere il contrario, ovvero che le squadre road per essere "cool" debbano mangiare polvere ogni tanto.


Speriamo solo che tutto questo non santuri l'ambiente rilassato e ancora familiare che regna nella MTB, anche quella ad altissimi livelli.

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