Anna Szafraniec dal sogno Rio 2016 al dramma che le ha cambiato la vita

Ora sta cercando di essere ottimista. L'aritmia ha cambiato tutto nella vita di una delle più brave bikers polacche.

Nella primavera del 2015, durante la prova di Coppa del Mondo in Repubblica Ceca, il cuore di Anna Szafraniec ha improvvisamente iniziato a funzionare in modo non uniforme, tanto da costringere la biker polacca ad annunciare ufficialmente la fine della carriera.


La vice-campionessa del mondo 2002 nelle ultime due stagioni ha combattuto per il recupero, ma la malattia cardiaca ha dimostrato di essere più forte e alla fine di aprile, ha annunciato, dopo 12 anni il ritiro a 36 anni, dopo cinque trattamenti per curare in modo permanente la tachicardia.  L'aritmia ha cambiato tutto nella vita di una delle più brave biker polacche, Anna è stata un bikers era sempre determinata, ora sta anche cercando di essere ottimista e vuole usare la sua esperienza come allenatore.

 

 

"Sono lieta di annunciare che sono entrata nel team di coaching WAY2CHAMP!!  La mia esperienza di lunga data come atleta aiuterà moltissimo il mio ruolo di coaching e spero di formare molti educatori e maestri", racconta Anna che dopo aver militato nelle squadre polacche più importanti, come Lotto Team, Halls Team, JBG-2 Professional MTB Team, CCC Polkowice, fino al suo ultimo team che è stato il Kross Racing Team in cui ha trascorso le stagioni dal 2013 al 2015.

 

E' la stessa Szafraniec a raccontare la sua vicenda in un'intervista rilasciata a Przeglad Sportowy, il più grande sito web sportivo in Polonia:  "Nel gennaio del 2016 sono stata sottoposta ad ablazione epicardica attraverso un foro nel torace.  L'operazione è andata bene e ho pensato che se l'aritmia fosse stata eliminata, potevo tornare a gareggiare, volevo prepararmi per i Giochi di Rio, ma subito dopo la seconda ablazione, tutto è diventato più difficile, anche perchè sono diventate necessarie altre tre ablazioni per farmi vivere come una persona normale.  Ho dovuto dimenticare lo sport, ma ora sono attiva e vivo normalmente, ho sempre avuto un obiettivo, ogni giorno era la parte di un piano, finchè in un istante non è finito.  Da una persona che era ovunque ho dovuto limitare l'attività al massimo, quando sei un atleta e ti alleni devi anche riposare, il professor Lukasz Szumowski dell'Istituto di Cardiologia di Anin mi ha spiegato che quello che mi è successo potrebbe essere un effetto di un'influenza non curata mentre affrontavo i carichi di lavoro per preparare le Olimpiadi"

 


Anna Szafraniec insiema a Maja Wlosczowska, Magdalena Sadlecka, Aleksandra Dawidowicz e Paula Gorycka è stata una delle migliori interpreti polacche del cross-country, come Junior ha vinto il bronzo (1997) e poi l'oro (1999) ai Mondiali, come Elite nel 2002 ha vinto l'argento, e un anno dopo l'oro nella staffetta.  Ha vinto anche la medaglia di bronzo nel Campionato Europeo (2003) e ha chiuso al quinto e ottavo posto nei campionati del mondo, rispettivamente nel 2009 e nel 2010, nel 2011 è stata campionessa nazionale.

 

 

Anna Szafraniec che nel luglio 2017 ha sposato Marek Rutkiewicz, un professionista che corre con la squadra UCI Continental Wibatech 7R Fuji, ricorda quella giornata nera a Nove Mesto na Morave che è stata l'inizio di un incubo.

 

"Durante la gara in Repubblica Ceca, nell'aprile 2015, anche se non era il mio percorso preferito, siamo andati via con la mia rivale Maja Wloszczowska.  Improvvisamente, prima dell'ultimo giro, mi sentivo come se mi fossi scontrata contro un muro, mi faceva male il cuore, sentivo stringermi il petto e il dolore si diffondeva nelle arterie, non riuscivo a respirare, in qualche modo ho raggiunto la feed zone e ho perso conoscenza.  Quando mi sono svegliata, un paramedico era inginocchiato sopra di me e cercava di mettermi un ago in vena, poi l'ambulanza, l'ospedale.  Sono stata sottoposta ad una cardioversione elettrica che ha ripristinato il ritmo corretto del cuore e la tachicardia è scomparsa, dopo due giorni sono stata dimessa, ho potuto tornare in Polonia e l'incubo è cominciato"


Quella tachicardia durante la competizione, sembrava un rischio minimo e con la prima ablazione Anna era convinta di poter tornare più velocemente allo sport, ma all'improvviso le cose sono peggiorate.

 

"Per me è stato uno shock, ho perso la possibilità per le Olimpiadi, quello era il mio obiettivo più importante. Invece di allenarmi, mi sono svegliata la mattina e mi sono chiesta se fossi sopravvisuta.  Ho smesso di pensare al ciclismo e ho cercato qualcuno che mi aiutasse a tornare alla vita normale.  Qualche volta ho parlato dei miei problemi con altre donne in ospedale che mi dicevano, Miss Ania dopo tutta questa sofferenza come fai a mantenere il sorriso sul tuo viso e l'ottimismo?  Gli ho risposto che non sorrido sempre, ma quando il mio cuore sta lavorando in modo uniforme, godo di questo momento, cerco di accettare il fatto che il mio cuore funziona in modo diverso"

 


Nell'intervista Anna Szafraniec ha parlato anche di quanto sia difficile la sua vita, ma anche che non vuole rinunciare e di combattere fino alla fine.

 

"Qualunque cosa ho fatto in vita, mi sono impegnata al 110 per cento e ho fatto tutto nel modo più perfetto possibile. Ho chiesto molto, forse anche troppo. Come allenatore non cambierò e sono sicura che passerò un sacco di tempo con i miei allievi.  Per ora è più un'avventura, possiamo parlare di una carriera quando crescererò un maestro o un campione, ho venti anni di esperienza nello sport professionale, ho lavorato con diversi allenatori e questo mi aiuterà. Vorrei sviluppare questo lavoro e trovare un nuovo scopo nella vita, comincerò con degli ambiziosi dilettanti, e poi staremo a vedere.  Ho avuto molte sfide nella vita, sono pronta anche per questa"

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