Pal Arinsal (Principato di Andorra) - La clamorosa decisione presa sabato sera dall'UCI insieme agli organizzatori, quella di cambiare il programma delle 4 gare previste oggi, domenica 1 settembre, nell'ultima giornata dei campionati del mondo di mountain bike, ha avuto effetti su tutti i rider ma ha penalizzato maggiormente le donne e lo spettacolo.
Dal momento che sabato sera il meteo parlava di probabile temporale con fulmini nel primo pomeriggio e dal momento che ci troviamo a quasi 2000 metri di quota, si tratta di eventi che possono succedere, è stato deciso che le due gare femminili dovevano essere unificate. Le Under 23 invece di partire alle 9:00 hanno saputo che avrebbero dovuto prendere il via alle 10:15 insieme alle elite alle quali la gara è stata anticipata di due ore e un quarto.
Altro dettaglio, è stato deciso che avrebbero corso con i numeri di pettorale previsti dal programma, quindi nella mischia c'era una Under 23 con il numero 3 ma lo stesso numero lo indossava anche una elite. Per fortuna avevano almeno un colore differente.
Sabato mattina Chiara Teocchi aveva descritto il percorso di Andorra con queste parole «È il solito percorso di Andorra, salite dure e ripide con tratti di discesa naturali e tecnici. Mi piace perché è uno dei percorsi di Coppa del Mondo che è rimasto tra i più naturali, senza troppi salti o tanti tratti artificiali.»
LA GARA DONNE ELITE
56 le donne elite al via, tre le maglie azzurre quelle indossate da Martina Berta, Greta Seiwald e Chiara Teocchi. Cinque giri previsti, uno in meno rispetto a quello programmato.
Parte male Pauline Ferrand Prevot al suo ultimo mondiale in mountain bike, passa infatti alla fine del primo giro nel gruppo di cinque ragazze (+22'') che inseguivano la fuggitiva Puck Pieterse e la sudafricana Candice Lill che la inseguiva a 9 secondi.
Dietro il gruppo di PFP passava a pochi secondi un terzetto comprendente la nostra Martina Berta.
Grande sorriso sul viso di noi italiani quando alla fine del secondo round abbiamo visto la Berta passare PFP nella pump track chiudendo a 29 secondi da Pieterse e Lill che erano al comando insieme. Dietro alla Prevot che sembrava in difficoltà c'era una minacciosa Batten pronta a passarla.
Davanti andavano full gas, la Pieterse è riuscita a staccare la Lill ed ha chiuso il terzo passaggio con una decina di secondi di margine. Dietro con una PFP in crisi nera rimbalzata indietro, si è accesa la battaglia per la terza posizione. A un minuto Martina è passata insieme alla francese Loana Lecomte e all'altra olandese, Anne Terpstra.
Mentre davanti l'Olanda si avvicinava all'oro, dietro si è capito che poteva arrivare una seconda medaglia. Infatti nel quarto giro la Terpstra ha prima raggiunto e poi passato la Lill rallentata da una precedente caduta.
Al suono della campana la fuggitiva aveva un minuto su Lill-Terpstra, dopo venti secondi entrambe con il volto segnato dalla fatica sono passate la nostra Berta e la Francia con la Lecomte.
IL GIRO FINALE
Martina Berta ha tenuto stretto i denti, prima ha staccato Loana Lecomte poi nel suo mirino ha messo la sudafricana Candice Lill e l'ha presa in salita. Nel rockgarden in mezzo al bosco ha preso qualche metro di vantaggio. Poi ha commesso un piccolo errore passando tra alcune pietre ma non ha influito, alla fine di una bellissima ed intesa gara ha tagliato la finish line in terza posizione.
Ha regalato all'Italia la seconda medaglia a questi mondiali di Pal Arinsal, il metallo è il bronzo.
Davanti non ci sono state sorprese doppietta dell'Olanda, strameritato oro per Puck Pieterse, argento per la sua connazionale Anne Terpstra, giunta con un gap di 59 secondi.
TERZA MEDAGLIA PER L'ITALIA NELLA STORIA DEI MONDIALI
Martina Berta per la cronaca è arrivata a 1 minuto e 19 secondi dalla rossa olandesina volante. Sabato mattina ci aveva detto «Ho buone sensazioni avendo iniziato bene la settimana con la medaglia nel team Relay. Domani sarà la gara clou della settimana e io qui ho sempre dei bei ricordi». Proprio a Vallnord nel 2015 aveva vinto il mondiale junior.
Nella storia dei campionati del mondo dal 1990 ad oggi le medaglie italiane sono ora 10. Due ori di Paola Pezzo (1993, 1997), due argento quello Nadia De Negri (1997) ora collaboratrice di Mirko Celestino nella nazionale e l'altro di Eva Lechner nel fango volata a Leogang 2020. Sei i bronzi. 1996 Maria Paola Turcotto, Paola Pezzo 1999, 2000, poi quella di Eva Lechner nel 2011 a Champery.
Mirko Celestino, C.T. della nazionale: «Martina è stata brava a gestire la gara, evitare il traffico alla partenza dovuto anche alla presenza delle U23 e a trovare il ritmo giusto per salire sul podio mondiale in una gara che è stata dominata dalle olandesi. È sempre stata a ridosso delle prime e con la grinta si è portata a casa la medaglia. Non ce l'aspettavamo».
L'ULTIMA DI PFP
Tornando alla gara, quarto il Sudafrica con Candice Lill, quinta la Francia con Loana Lecomte. Appaludita da tutte una Pauline Ferrand Prevot emozionata ha concluso il suo ultimo mondiale in sella ad una mountain bike in quattordicesima posizione.
LE ALTRE AZZURRE
Le altre due azzurre in gara chiudono nelle seguenti posizioni: 29ª Chiara Teocchi, 39ª Greta Seiwald.
ORDINE D'ARRIVO DONNE ELITE
1 PIETERSE Puck NED 1:09:41
2 TERPSTRA Anne NED +0:59
3 BERTA Martina ITA +1:19
4 LILL Candice RSA +1:23
5 LECOMTE Loana FRA +1:43
6 RICHARDS Evie GBR +1:51
7 STIGGER Laura AUT +2:23
8 BLUNK Savilia USA +2:32
9 COURTNEY Kate USA +2:57
10 HENDERSON Rebecca AUS +3:02
29 TEOCCHI Chiara ITA +5:43
39 SEIWALD Greta ITA +7:25