Mondiali Leogang 2020: Recap con il bilancio finale

Leogang (Austria): La temutissima pioggia ai campionati del mondo sabato ha iniziato a scendere leggera solo alla fine della gara elite maschile, graziando i rider del cross country mentre questa mattina (domenica 11 ottobre) sta punendo i "pazzi" del Downhill. A sole 24 ore di distanza dal termine della rassegna iridata abbiamo fatto un bilancio di questi mondiali condizionati dall'emergenza sanitaria.

 

IL FANGO E I SALTI DI CATENA

 

Vi abbiamo parlato tantissimo del fango che c'era sul percorso di Leogang e la giuria in più di una occasione è dovuta intervenire togliendone alcuni tratti. Solo dopo aver visto questa fotografia, scattata al polacco Bartlomiej Wawak mentre lo provava abbiamo capito quanto critica fosse la situazione, almeno in quel punto. Ne hanno risentito tantissimo le trasmissioni, quasi tutti i rider hanno avuto problemi con i salti di catena.

 

ALLEZ LES BLEUS: FRANCIA DOMINATRICE

 

La Francia è la dominatrice incontrastata di questi mondiali, dopo il lockdown già da agosto si era visto che i bleus ne erano usciti bene. Se erano prevedibili i successi nel team Relay, il bis di Pauline Prevot Ferrand e anche l'oro di Loana Lecomte, la rivelazione under 23, nessuno sabato di aspettava il quarto oro di Jordan Sarrou tra gli elite men. Tornano a Parigi con 4 medaglie d'oro e due di bronzo.

 

ITALIA CON 2 ARGENTI

 

La nazionale azzurra torna a casa con due medaglie d'argento, quelle conquistate mercoledì dal sestetto del team Relay e la seconda, quella che si è messa al collo ieri Eva LechnerE che medaglia quella di Eva, è arrivata a 35 anni.

 

 

Una gioia immensa che premia la sua lunghissima carriera. Siamo andati a controllare il suo palmares, nel 2003 Lugano aveva conquistato la prima medaglia da juniores. Un argento, in quella occasione venne preceduta dall'australiana Lisa Mathison. Nel 2011 era tornata in Svizzera, che evidentemente le porta fortuna, questa seconda volta a Champery. Fu bronzo dietro alla canadese Catharine Pendrel e alla polacca Maja Wloszczowska.

 

Simone Avondetto, quarto al mondiale Under 23 di Leogang

 

Ne abbiamo prese anche due di legno, una venerdì con l'under 23 Simone Avondetto, la seconda sabato con l'elite Luca Braidot (rallentato da una foratura), entrambi quarti. Ora gli occhi sono tutti puntati sugli Europei in programma la prossima settimana in Svizzera sul monte Tamaro.

 

Marika Tovo a Leogang

 

Non ci dimentichiamo la grande paura che ha avuto Marika Tovo, ritiratasi dopo essere caduta. "Sono veramente dispiaciuta per com'è andata oggi. Purtroppo sono caduta a metà gara e ho colpito il polso e il ginocchio che mi sono rotta l'anno scorso... inutile dire che ho preso paura. Dopo l'anno scorso ci vuole un po' di tempo per tornare spensierata come prima. Mi dispiace soprattutto di non aver portato a termine la gara perché ci tenevo davvero, soprattutto per il duro lavoro che la nazionale fa per noi atleti. Ora cercherò di reagire ed essere pronta per i campionati europei della settimana prossima."

 

LA CORAZZATA SVIZZERA CON LA METÀ DELLE MEDAGLIE

 

Eravamo abituati alla corazzata rossocrociata che faceva incetta di medaglie, quest'anno invece è stata un'annata no. Nessuno oro, solo 2 medaglie d'argento e due bronzi. Sarebbe un gran bel bottino per quasi tutte le nazionali, non per la Svizzera abituata a guardare gli altri dal primo gradino del podio. A Mont Sainte Anne erano tornati a casa con: 4 oro, 3 argento e 1 bronzo.

 

JULIEN ABSALON FESTEGGIA DUE VOLTE

 

Di mondiali Julien Absalon se ne intende visto tutti quelli che ha vinto da corridore, ma questo se lo ricorderà per tanto tempo, visto che da team manager sabato 10 ottobre 2020 prima ha festeggiato insieme alla "sua" Pauline Prevot Ferrand e dopo 3 ore con il suo pupillo Jordan Sarrou.

 

GIORNATA NERISSIMA QUELLA DEGLI "SCOTT"

©Michal Cerveny - SCOTT SRAM 

 

La giornata più negativa nella storia dello Scott SRAM MTB Racing team, ha scritto la squadra svizzera sul suo profilo Instagram:


- Kate è caduta e si è ritirata,
- Nino P 9,
- Lars P 20,
- Andri P 46.

 

"Non ci sono scuse. Si vince insieme ma si perde anche insieme".

 

N1NO DEVE RITROVARE SE STESSO

Nino Schurter al mondiale di Leogang

©Michal Cerveny - SCOTT SRAM 

 

Questa anomala annata ciclistica sembra aver ingrippato il motore di Nino Schurter. Chiari segnali erano arrivati dalle due prove di Coppa del Mondo a Nove Mesto che il Dio della mtb aveva concluso con un quarto ed un terzo posto. Riusciva ad andare forte in salita ma nelle discese gli altri lo riprendevano. Ieri al termine di una prova mondiale corsa dell'anonimato aveva scritto: "Ora non so dove sia il problema ma tornerò." Sul monte Tamaro già questo fine settimana avrà l'opportunità di riscattarsi.

 

 

GIOIA E DOLORE IN CASA AUSTRIA

Nei prossimi anni dovremmo avere due ragazze austriache tra le protagoniste della Coppa del Mondo. Nelle ultime quattro edizioni dei mondiali hanno collezionato 3 ori e un argento. Laura Stigger, a soli 20 anni corre già con le elite e va forte.

 

 

Lei ha avuto una grandissima delusione, non ha potuto partecipare ai mondiali corsi in casa in seguito ad una infezione gastro intestinale. In compenso gli austriaci si sono consolati con la sua degna erede, Mona Mitterwallner. Argento a Mont Sainte Anne e oro giovedì. Ha dato 2 minuti alla seconda.

 

"PIDDERS" IL NUOVO FENOMENO

Fino all'anno scorso l'ambiente della mountain bike non aveva mai visto in circolazione il 21enne di Leeds Tom Pidcock, ciclocrossisti e stradisti invece avevano già visto che il britannico ha talento da vendere. Ma corre con una bici da ciclocross e una da strada è una cosa, gareggiare e vincere su un percorso tecnico come quello di Nove Mesto e ripetersi poi ai mondiali è un'altra storia.

 

 

La tecnica nella mountain bike non la inventi dalla sera alla mattina. "Pidders" ce l'ha nel DNA. Già che c'era mercoledì ha provato una quarta esperienza, correre con una e-mtb ed ha vinto pure lì il titolo mondiale. Uno così forte chissà da quante sirene sarà attratto, le squadre dei Pro lo aspettano a braccia aperte.

 

IL RITORNO DELLE FRONT CHE SI PRENDONO ANCHE L'ORO

Lo sappiamo che già dalla prossima gara tutti ritorneranno alle loro full, quella che usano tutti da un bel po' di tempo in Coppa del Mondo ma Leogang, a causa delle condizioni del tracciato, ha segnato un ritorno di fiamma dei "frontini". Tra le donne Pauline Prevot Ferrand è andata a prendersi l'oro proprio in sella ad una hardtail, la nuova Canyon Exceed.

 

 

Nelle elite men l'hanno usata il secondo "Mat" Flückiger (Thomus), il settimo (Filippo Colombo - BMC Twostroke), l'ottavo (Nadir Colledani - MMR Rakish) e N1NO (nono - Scott Scale RC World Cup). 

 

PERCHÉ MATHIAS INDOSSAVA IL GILET NERO?

L'abbiamo notato tutti, Mathias Flückiger che al mondiale correva indossando un gilet nero che copriva la casacca della sua nazionale, quelle rossocrociata. I maliziosi hanno ipotizzato che fosse un messaggio per qualcuno, abbiamo pensato a qualcuno della sua nazionale, ma abbiamo controllato e risulta regolarmente convocato per gli Europei del Monte Tamaro.


Mathias Fluckiger a Leogang

©Bartek Wolinski/Red Bull Content Pool

 

Lui non l'ha scritto ma una risposta la si potrebbe trovare nel suo lunghissimo post su Instagram: "Ragazzi, vi dico una cosa. Quello che è successo negli ultimi dieci giorni è così folle, come il 2020 in generale. Sono arrivato a Nove Mesto in gran forma poi, prima ho avuto problemi di stomaco e successivamente mi sono ammalato. Avevo un forte raffreddore. Immaginatemi in queste condizioni 6 giorni prima dei mondiali. Chi pensava che potessi correre per l'argento?


Poi siamo venuti a Leogang e abbiamo visto questo folle percorso. Però io sapevo che poteva adattarsi abbastanza bene alle mie caratteristiche ma dovevo ancora combattere con il mio raffreddore. Non sapevo se ce l'avrei fatta a recuperare in tempo per sabato.

 

 

E la sfida successiva sono state le bici. La hardtail non l'abbiamo portato con noi da Nove Mesto e last second siamo dovuto tornare in Svizzera per recuperare i telai e provare quale fosse il miglior set-up. In gara durante il giro di lancio il ritmo era troppo alto per me, dovevo rallentare, altrimenti avrei fatto un fuori giri. Inoltre, faceva un freddo cane. E questo per tutta la gara. Ho combattuto fino alla fine e l'argento è arrivato. Grazie Swiss Cycling e RN Racing team".

 

Dai ringraziamenti finali (alla federazione Svizzera) e da quello che ha raccontato si intuisce che il gilet nero, l'ha messo semplicemente per le sue condizioni fisiche.

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