Olympia 949: Dopo il video, tutti i dettagli sulla nuova 29er che Marzio Deho userà nelle marathon

Telaio monoscocca realizzato in Italia e del peso di 949 grammi. La presentiamo nella versione montata con il monocorona SRAM XX1.

LE GEOMETRI DELLA OLYMPIA 949

 

 

 

**** Lavorazione del "sacco a vuoto": Con questo tipo di lavorazione viene pompata aria all'interno dello stampo del telaio (che è sigillato in un sacco). In questo modo, la pressione sulle pareti esterne dello stampo non è più equilibrata e si crea il vuoto. La spinta dell'aria (fino a 6 bar) comprime contro le pareti dello stampo i vari strati di fibra di carbonio. Così facendo, la matrice resinosa in eccesso (ossia la resina che incolla i tessuti compositi tra loro) fuoriesce e contemporaneamente fuoriescono le bolle d'aria. Il sacco viene poi introdotto in autoclave, per il ciclo di polimerizzazione. Questo avviene in due fasi: riscaldamento e pressione. Un primo riscaldamento rende più fluida la resina rimasta, che riempie così gli interstizi fra le fibre, eliminando gli eventuali vuoti. Aumentando ancora la temperatura si provoca l'indurimento della matrice e si ottiene il consolidamento definitivo della struttura. Il successivo ciclo di pressione serve per incrementare, ulteriormente, la spinta sugli strati di fibra. Il pezzo viene poi raffreddato gradualmente, per evitare tensioni interne. I vantaggi? Una struttura supercompatta, in tutte le sue sezioni, è una struttura che reagisce meglio alle sollecitazioni. Il telaio è più leggero (meno aria, meno impregnante, uguale meno peso). Va precisato che la matrice di resina non ha compiti di resistenza meccanica: serve unicamente a garantire la coesione tra le fibre di uno stesso strato e tra strati adiacenti. Dunque, dopo il "sacco a vuoto", le proprietà meccaniche della struttura restano integre. Infine, tutto il processo è computerizzato, ossia assolutamente verificabile e controllato. (fonte Cicli Olympia)


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