Lugagnano Off Road, per Massimo Ghisoni una vita in sella

Lo scorso 7 giugno ha compiuto 44 anni, e da circa 30 anni è nel mondo del ciclismo in generale. Professione Project Manager, passione bici. Ecco Massimo Ghisoni, biker nato a Piacenza residente a Carpaneto Piacentino è uno dei tanti master appartenente alla famiglia del Lugagnano Off Road. "Ho iniziato nel 1991 quando acquistai il primo rampichino - racconta Massimo -. Poi le prime gare col team Perini (Udace, ndr), il passaggio al team Raschiani (sempre Udace, ndr) disputando prima gare in provincia per poi ampliare il mio raggio di azione, come ciclista ma anche a livello di esperienza personale".


La storia di "Ghiso" prosegue. "Da under 23 sono passato all'Hard Rock con la grande esperienza della partecipazione ai campionati europei a Bassano del Grappa. Dopo un paio di anni ancora come agonista sono entrato nel mondo degli amatori".

 

 

Massimo ha avuto altre esperienze in altri team con il Road And Track di Parma, fino al sodalizio veronese del Team Todesco.
"In quest'ultimo team ho avuto grandi soddisfazioni centrando il podio al Windtex  ed il dodicesimo posto al mondiale di Praloup da master 2, ed il podio ai campionati italiani di ciclocross a Modena. Ricordo con estremo piacere la gara a coppie vinta con mio fratello a Lesignano Bagni. Ma l'esperienza di maggior spicco è il Tour de France in mtb dove avevo colto un ventiduesimo posto nella classifica finale".

 

Ghisoni cambia ancora casacca vestendo i colori del team Olubra per arrivare al Lugagnano Off Road. "Nel team di Ilario Silva ricordo il podio all'Ima Scapin e la vittoria all'Hill Cup, oltre alla conquista di titoli regionali sia nel ciclocross che nella mtb".

 

Delusioni? "Sono state tante nel senso che speravi di ottenere quel risultato, quel podio, e per vari motivi, anche fisici, non sono riuscito a centrare quei traguardi. Devo dire che non ho mai avuto rotture meccaniche perché il mezzo è sempre stato impeccabile grazie anche a mio padre che con cura maniacale, preparava il mezzo con grande serietà e professionalità".  

 

Cosa significa per te praticare la mountain bike? "Passione e libertà. Ma tutto è interpretato soprattutto in funzione dell'agonismo., e con più di mille gare effettuate, non potrebbe essere altrimenti. Il ciclocross è soprattutto agonismo , ma lo pratico con tanto divertimento".

 

Il tuo sogno nel cassetto? "Negli ultimi anni ho faticato tantissimo ad essere sul pezzo. Pertanto il sogno è ritornare a buoni livelli agonistici".

 

 

 

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