Le squadre svizzere registrate quest'anno come UCI MTB Teams sono nove ma avrebbero dovuto essere dieci.e nell'elenco dei riders registrati avrebbero dovuto esserci anche i nomi di: Thomas Litscher (ex Lapierre Unity), Ramona Forchini (ex Brunex Superior) e Luke Moir (ex Cube Factory).
È il ragazzo sudafricano a spiegare cosa è successo «Nell'ottobre dello scorso anno ho firmato un contratto con un nuovo team svizzero per il 2025. Ho ricevuto la mia prima bici il 1° gennaio e tutto sembrava andare sulla buona strada. Tuttavia, all'inizio di febbraio, io e il team siamo stati informati che lo sponsor principale era venuto a mancare. Questa notizia è arrivata molto tardi nella stagione, rendendo quasi impossibile trovare un'altra squadra. Sfortunatamente, nessuna opportunità si è concretizzata, lasciandomi senza squadra per il 2025.» La Forchini invece forse ha trovato squadra, infatti su Instagram rimanda a fine mese per novità.
PRIVATEER CON CROWDFUNDING
Thomas Litscher, uno dei protagonisti del mountain bike svizzero degli ultimi 15 anni, non vuole chiudere la carriera in silenzio. Attraverso la campagna 'Credo in te', lanciata sul sito ibelieveinyou.ch, Litscher cerca il sostegno dei fan per continuare a gareggiare nella Coppa del Mondo come privato. «Non sarebbe bello concludere così la mia carriera, soprattutto con il livello di prestazioni che ho ancora», ha dichiarato il corridore. Grazie alle donazioni, Litscher spera di partecipare a tutti i Mondiali, dimostrando che la passione per lo sport va oltre gli sponsor.
CONCLUSIONE
E se fosse successo in Italia? Anche da noi la situazione delle squadre UCI MTB non è delle più floride, come abbiamo visto nell'articolo sulle squadre italiane registrate per il 2025.
Cosa sarebbe accaduto se un team italiano si fosse trovato nella stessa situazione?
Avremmo visto un Litscher italiano lanciare una raccolta fondi per poter continuare a correre?
La vicenda svizzera dimostra ancora una volta quanto sia essenziale la stabilità economica per atleti e team, soprattutto in un momento in cui il modello della Coppa del Mondo sta cambiando. Gli interessi economici spingono verso un circuito sempre più esclusivo, dominato da squadre con grandi budget, seguendo la logica dei grandi show sportivi americani. Solo i migliori, solo chi può permetterselo, per uno spettacolo che deve funzionare al massimo anche in televisione.