IMBA EUROPE SUMMIT: MOUNTAIN BIKE DEL FUTURO TRA EDUCAZIONE E SOSTENIBILITÀ

Folgarida (TN) -  Ogni anno IMBA organizza un Summit Europeo per incontrare tutti i membri e i partner con lo scopo di discutere problematiche legate al mondo della mountain bike, conoscere nuove realtà e affrontare nuove tematiche utili allo sviluppo della mountain bike del futuro. Quest'anno l'IMBA Europe Summit si è tenuto per la prima volta in Italia, in Val di Sole

 


Per chi non lo sapesse IMBA è una delle più grandi associazioni internazionali che si occupa di tutto ciò che riguarda il mondo della mountain bike, dei sentieri e del rapporto che noi biker abbiamo con essi. Si impegna molto anche nel creare un'accessibilità più sostenibile ai trail tramite la formazione di volontari o professionisti capaci di creare nuovi sentieri utilizzando le tecniche di base del trail building, ma sempre nel pieno rispetto del territorio e con un'idea di salvaguardare non solo il divertimento di chi va in bici, ma anche della località, della flora e della fauna. Un'associazione no profit che si impegna a creare una sinergia tra le comunità locali e la mountain bike attraverso corsi di formazione aperti a tutti gli appassionati.

 

 

IL SUMMIT 2022 IN VAL DI SOLE

Alla prima giornata di IMBA Summit Europe 2022 si sono toccati temi scottanti ma fondamentali per quello che è il futuro della mountain bike: "Reframing mountain bike for the future" (ovvero "Riformulare la MTB per il futuro") è proprio ciò intorno a cui ruota l'intera convention che per la prima volta in 10 anni viene effettuata in Italia e dopo due anni di modalità remota, torna finalmente in presenza. 

 

 

Quello di IMBA è il primo evento mountain bike non legato alle competizioni ospitato dalla Val di Sole, un evento molto partecipato con oltre 140 presenti tra operatori di settore, giornalisti, soci IMBA e operatori turistici sportivi. Una platea che si è riunita questa mattina di fronte al presidente di IMBA Europe Thomas Larsen Schmidt che ha aperto la conferenza mattutina presentando i quattro relatori di giornata.

 

La prima a parlare è stata l'ex campionessa del mondo DH Manon Carpenter, impegnata in un progetto personale per la salvaguardia dell'ambiente e una attività più sostenibile. La parola è passata poi a Jo Shwe di Trash Free Trails, progetto che si impegna a tenere i sentieri puliti dai rifiuti, per proseguire con l'imprenditore Greg Mazu, fondatore della Singletracks Trails e infine Kent McNeill CEO di IMBA US. 

 

 

INCLUSIVITÀ E SOSTENIBILITÀ I PUNTI TOCCATI DA MANON CARPENTER

I quattro relatori provenienti da quattro realtà e background differenti hanno analizzato quello che la mountain bike dovrebbe diventare per essere più sostenibile. 

 

Ma qual è la direzione giusta? Cosa bisogna fare in futuro? E chi deve pensare a tutto questo? 

 

Manon Carpenter ha aperto il Summit con un'analisi effettuata nell'anno di lockdown pandemico. Dopo aver dedicato la sua carriera alle competizioni è tornata sui trail di casa con una diversa visione della mountain bike, non un mezzo per competere, ma uno strumento per poter esplorare. Attualmente studente di geologia e storia naturale ha iniziato a combinare studi e passione per cercare un modo per rendere la mountain bike più sostenibile. Proprio su questo argomento verrà pubblicato un video patrocinato da Soil Searching, Patagonia e Shimano.

 

Tra i punti evidenziati il trasporto e la logistica secondo Manon sono punti fondamentali: utilizzare i trasporti pubblici per aumentare l'inclusività anche dei rider più giovani, con un trasporto pubblico che permetta di arrivare direttamente ai bike park senza difficoltà in compagnia della propria bici, cosa che in Italia è possibile fare solo in pochissimi posti. La Val di Sole è proprio uno tra questi visto che si arriva praticamente alla partenza della cabinovia del BikePark di Daolasa con il treno munito di carrozza bici. 

 

EDUCAZIONE E ACCESSIBILITÀ

Jo Shwe è un'insegnante che opera nel Regno Unito con Trash Free Trails e la Trashmob Academy. Il loro obiettivo è portare il tema della sostenibilità legata alla pratica sportiva tra i banchi di scuola, per creare una coscienza ambientale anche tra i più giovani. Uscite didattiche con per imparare cosa significa sviluppare una responsabilità sociale durante la pratica della mountain bike. L'attività di Jo si basa sulla ricerca della massima equità non solo in sella, ma anche nella vita di ogni giorno.

 

 

Il progetto Colour Collective cerca di abbattere le barriere sociali ed etniche nella pratica della mountain bike tramite attività che possano essere inclusive prescindendo dal colore della pelle, dall'etnia o dalla classe sociale del biker. La mountain bike è utilizzata come mezzo per legare persone con diversi background e fare in modo che i giovani comprendano il senso effettivo di girare in bicicletta in maniera sostenibile. Un approccio che parte dai banchi di scuola, per arrivare sui trail con una coscienza, rendendo tutti partecipi e protagonisti della sostenibilità ambientale. Una cultura che possa basarsi sull'educazione dei biker del futuro che sappiano come prendersi cura dell'ambiente e degli altri utenti. Per creare una generazione che non sia passiva utilizzatrice dei sentieri, ma proattiva e ispirata.

 

LOCALITÀ PER NUOVI TRAIL 

Da uno studio effettuato nella città di Omaha in Nebraska (USA) sono state analizzate le caratteristiche della pratica della mountain bike nel prossimo futuro in relazione agli spazi urbani. Quello che emerge è una maggiore pratica nelle città grazie alle aree verdi e ai parchi cittadini. Lo studio, spiegato dal presidente di IMBA US Kent McNeill, vede nel futuro più attività outdoor-urbane, e l'utilizzo di corridoi di collegamento tra gli spazi utilizzati per la pratica sportiva che possano però garantire facile accesso e spostamento ai fruitori stessi di queste aree.

 

 

Lo studio ha anche analizzato quello che è la sicurezza nella fruizione degli spazi pensati per l'attività, con una pianificazione degli spazi che possa consentire ai diversi praticanti di eseguire la pratica in totale sicurezza, con una cartellonistica dedicata che possano migliorare l'esperienza su trail moderni. Nella vita moderna la pratica della mountain bike è un'ottima soluzione per migliorare la propria salute mentale e creare un'atmosfera più inclusiva, dando la possibilità di andare in bicicletta anche nei piccoli parchi urbani. 

 

CARRIERA PROFESSIONALE 

L'ultimo relatore della mattinata è stato Greg Mazu, quello che può essere considerato un vero e proprio imprenditore della mountain bike. Nel 2004 fonda Singletrack Trails, un'azienda che negli anni è passata da tre a settantatre dipendenti attuali che opera nel mondo della mountain bike con la creazione e manutenzione dei trails negli Stati Uniti. L'esempio di come una passione possa diventare una professione andando a operare attraverso il Continente con uno staff di figure professionali che abbracciano i principi di inclusività, abbattendo le differenze di etnia. 

 

 

Dagli interventi dei relatori il messaggio chiaro è che la mountain bike ha lo scopo di affrontare il cambiamento climatico portando l'educazione ambientale a tutti i livelli, ma soprattutto tra i più giovani, con il fine di forgiare biker consapevoli. L'inclusività e equità è l'altra grande missione che la mountain bike ha lo scopo di affrontare, unendo appassionati con differenti background ed etnie e unendoli senza distinzioni. 

 

 

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