FALSI MITI (prima parte) - ALLENAMENTO E BIOMECCANICA

"A NOVEMBRE SI RIPOSA, POI SI RIPRENDE CON ALLENAMENTI IN PIANURA, AGILITA', EVIDANTO I FUORI GIRI.."

 

Non ci sono evidenze scientifiche a sostegno di cio', nè ragioni logiche dietro la ricerca di un detraining marcato nel periodo off-season. Si parla di agilita', ma quali sono le cadenze consigliate e le potenze metaboliche, ma soprattutto quale è l'obbiettivo? Così ci si allontana da quasi tutti i modelli prestativi di ciclismo. Pianura e non salita, perchè? Lo sforzo si può modulare indipendentemente dalla pendenza della strada.

 

Infine "fuori giri" da evitare..ovvero tratti ad intensità sopra soglia o massime, le quali provocano segnali biologici molto precisi e rispettivi adattamenti positivi (muscolari, metabolici, EPOC* prolungato, proteosintesi* adattiva specifica, ecc...), quindi perchè tutto ciò andrebbe evitato in inverno?

 

 

Pensiamo ad esempio ai crossisti, nel periodo invernale si sottopongono ad allenamenti alla massima intensità e gare (da 1 a 4 settimanali..), quindi secondo quanto scritto sopra sarebbero dei folli... Accade però che nel resto dell'anno, da biker o ciclisti professionisti, gli stessi ottengano spesso prestazioni top, migliori di chi l'inverno passeggia...

 

Alessio Cellini

 

 

LA POSIZIONE DELLA SELLA LA SISTEMO CON LA "REGOLA DEL FILO A PIOMBO"...

 

È idea diffusa considerare la "tecnica del filo a piombo" come metodo corretto di posizionamento sul piano orizzontale della sella, ma questo non è del tutto vero. Il limite principale di questo sistema è la staticità del soggetto che induce ad un atteggiamento di anca - ginocchio - caviglia differente dalla realtà in dinamica e dello stesso appoggio sulla sella. Ad esempio l'atteggiamento della caviglia in fase di spinta (con pedivella ad ore 3) è influenzato dalla posizione della seduta in sella, dalla potenza erogata, da morfologia e proporzioni dei segmenti corporei (che determinano l'efficienza della leva articolare).

 

Tutto questo va valutato per un corretto posizionamento sulla sella, tenendo ben presente la possibilità di agire su sellino-placchetta-soletta-scarpa-sterzo, tutti elementi che influenzano in modo sinergico l'atteggiamento del ciclista.

 

MarcoCellini


 

"NEI MESI INVERNALI SI USA LO SCATTO FISSO, PER AVERE LA "PEDALATA ROTONDA.."

 

La bici con lo scatto fisso utilizzata in preparazione, tanto in voga alcuni anni fa, stà giustamente sparendo tra i mezzi di allenamento moderno. Infatti il pignone fisso non solo non migliora la rotondita' della pedalata, primo scopo ricercato, ma addirittura la peggiora destrutturando la propriocettività* del gesto completo grazie al supporto in fase di risalita che puo' essere quindi anche "passiva" (catena cinetica posteriore della coscia parzialmente decontratta).

 

 

Il fisso mantiene tuttavia un maggiore impegno metabolico per unita' di tempo rispetto alla ruota libera, ma lo stesso scopo è ottenibile qualificando il lavoro su bici normale con indubbi vantaggi sul fronte della sicurezza in strada (si fermano le gambe e si frena, al bisogno) e della praticità (non si deve cercare un altro mezzo, spesso improvvisato, o snaturare il proprio).

 

Alessio Cellini

 

 

"RIGUARDO L'ASSETTO IN BICI, IL MILLIMETRO È DAVVERO COSÌ IMPORTANTE?.."

 

Certo! Nel ciclismo abbiamo movimenti ciclici ripetuti decine di migliaia di volte, esempio:consideriamo un'allenamento di 2 ore ad 80rpm medie, avremo (120' x 80 rpm) = 9600 pedalate per arto; 19200 basculamenti del bacino ecc. Il gesto della pedalata comporta contrazioni, decontrazioni e compressioni muscolari, tensioni tendinee e frizioni articolari. La natura del gesto atletico del ciclista impone la massima tutela della struttura osteo-articolare del soggetto onde evitare tecnopatie, patologie e scarsa resa sportiva.

 

Bisogna sapersi ascoltare se c'è sensazione di dolore articolare, tenere bene presente la capacità elastica della nostra struttura ed il sistema endorfinico* che tende a mitigare o nascondere forzature e dolori durante il gesto ("a caldo non mi fa male"..).

 

Insomma, non sentire dolore oggi non è sinonimo di una posizione corretta (anche se rimane il solo nostro indice diretto di valutazione), l'ideale sarebbe una periodica analisi biomeccanica dell'intera struttura biologica durante la fase attiva per orientarsi al posizionamento corretto sulla propria bici.

 

Marco Cellini

 

 

"IN INVERNO E' UTILE ALLENARSI IN PALESTRA.."

 

Anche in questo caso, generalizzare è un errore. La forza massima, che si allena solo in palestra (sovraccarichi a ridosso di 1RM, e pochissime ripetizioni) è raramente un fattore limitante la prestazione nel ciclismo. Badate bene, con SFR o altri esercizi in bici a bassa cadenza (quindi alta coppia) non si allena la forza, piuttosto sono lavori metabolici con maggiore impegno di forza.

 

Quindi abbiamo una ridotta correlazione con modello di gara. Poi prendiamo in esame il soggetto, presenta limite di forza tale da compromettere la performance globale? Paramorfismi, instabilita' del core*, ecc..? In questi casi e' sicuramente utile programmare un lavoro in sala pesi suddiviso in 2 o più mesocicli, altrimenti nell'ottica di un allenamento intelligente, è piu' opportuno spendere il proprio tempo in attivita' direttamente correlate con la prestazione.

 

Alessio Cellini

 

 

STABILITO L'ASSETTO CORRETTO SU UNA BICI, LO RIPORTO TRANQUILLAMENTE SULLE ALTRE BICI..

 

La determinazione delle proprie quote sulla bicicletta è sport-specifica, varia con la componentistica dei punti di appoggio (sella-sterzo-pedale), con il materiale e la geometria di telaio e forcella. Ne consegue che le proprie quote personali posso essere riportate su bici gemelle, diversamente è necessario effettuare le considerazioni e gli adattamenti del caso, spesso con differenze importanti.

 

 

Marco Cellini

 


 

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Glossario

 

PROTOSINTESI ADATTIVA: condizione anabolica indotta dall'esercizio, marcatamente specifica.

 

 

EPOC (Excess Postexercise Oxygen Consumption): Tasso metabolico che resta elevato anche ad esercizio concluso.

 

PROPRIOCETTIVITA DEL GESTO: capacità di elaborare le informazioni di retroazione dei movimenti propri dell'organismo, fondamentale per un funzionamento corretto dell'apparato locomotorio

 

SISTEMA ENDORFINICO: sistema con capacità antalgiche proprio dell'organismo, attivato mediante la secrezione di endorfine (sostanze prodotte dal cervello nel lobo anteriore dell'ipofisi, classificabili come neurotrasmettitori, dotate di proprietà analgesiche e fisiologiche simili a quelle della morfina e dell'oppio, ma con portata più ampia.)

 

 

INSTABILITA' DEL CORE: condizione di ridotto tono/ resistenza all'affaticamento di tutta la muscolatura del corpetto centrale, nello specifico composto dai muscoli stabilizzatori (trasverso dell'addome, obliquo interno, multifido, trasverso spinale lombare) e dai muscoli di movimento ( retto dell'addome, obliquo esterno, erettore spinale, quadrato dei lombi, adduttori, quadricipite, ischio-crurali, grande gluteo).


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