SCONTRO TRA LA FCI E L'ACSI. È STATA SOSPESA LA CONVENZIONE

Oggi all'ora di pranzo la FCI ha sganciato la bomba, ha annunciato la sospensione della convenzione con l'ACSI. Nel pomeriggio è arrivata la dura replica di quest'ultimo Ente Sportivo. L'oggetto del contendere è legato alle granfondo su strada.

 

Di seguito i due punti di vista:

 

 

SOSPENSIONE DELLA CONVENZIONE CON ACSI. PRECISAZIONE DELLA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA

Roma (14 ottobre) - Riguardo la sospensione della Convenzione tra FCI ed ACSI, si precisa che tale provvedimento si è reso necessario a seguito delle ripetute violazioni, da parte dell'Ente, della stessa, ed in particolare dell'art. 3.4 riguardante l'organizzazione delle Gran Fondo. Violazioni contestate già a maggio e mai interrotte nonostante si fosse raggiunto, in data 18 giugno 2025, un accordo nei fatti disatteso anch'esso.

 

Si riporta, al riguardo, il testo dell'articolo 3.4 della Convenzione: "In applicazione del Capitolo V del Regolamento UCI relativo allo Sport Amatoriale, che prevede che possano partecipare agli eventi regolati dalle norme UCI i tesserati delle Federazioni Nazionali affiliate all'UCI, che la partecipazione di non tesserati è possibile secondo le decisioni delle Federazioni nazionali e stante l'istituzione del Campionato Mondiale di Gran Fondo da parte dell'UCI, le parti convengono che non potrà essere inserita nel calendario dell'Ente l'organizzazione di Manifestazioni agonistiche di Gran Fondo che sarà di esclusiva pertinenza della FCI."

 

Si ricorda che in base al Regolamento degli Enti di Promozione Sportiva approvato dal CONI, l'attività agonistica di prestazione degli Enti deve rispettare quanto sancito dai Regolamenti tecnici delle rispettive Federazioni e regolamentate da specifiche convenzioni. Convenzioni che sono il primo presidio per garantire la qualità organizzativa delle manifestazioni e il rispetto delle norme di sicurezza, a garanzia di partecipanti e organizzatori.

 

La Federazione, infine, ricorda che, a quanto contestato si aggiungono altre situazioni in cui la collaborazione tra FCI e ACSI è stata assicurata a parole ma non praticata, come, a titolo di esempio, la decisione di non collaborare con FCI e gli altri enti operanti nelle regioni Lombardia, Piemonte e Liguria per la creazione di un tavolo di coordinamento dell'attività amatoriale.

 

FCI

 

 

La Federciclismo (FCI) sospende la convenzione con ACSI: una decisione miope che danneggia lo sport e gli sportivi

L'ACSI - Associazione di Cultura Sport e Tempo Libero - apprende con stupore la decisione della Federazione Ciclistica Italiana di sospendere unilateralmente la convenzione che da anni rappresentava un punto di equilibrio e collaborazione per la crescita del movimento ciclistico nazionale. Una scelta che, dietro motivazioni formali e strumentali, nasconde il disagio di una Federazione in evidente difficoltà nel gestire un settore amatoriale sempre più marginale e in affanno. Invece di investire nel dialogo e nella valorizzazione delle buone pratiche, la FCI ha preferito imboccare la strada della chiusura e del conflitto, colpendo non l'ACSI, ma migliaia di società, tesserati e appassionati che animano il ciclismo dilettantistico.

 

La sospensione arriva proprio nel momento in cui ripartono le affiliazioni per la stagione 2026 e dopo un aumento generalizzato delle quote federali, un provvedimento che rischia di allontanare ulteriormente le associazioni sportive. Una coincidenza che lascia poco spazio all'immaginazione e che rivela il vero obiettivo: mettere in difficoltà chi, come l'ACSI, rappresenta oggi il cuore pulsante del ciclismo amatoriale italiano. L'ACSI, con oltre 65 anni di esperienza e una rete capillare in tutto il Paese, organizza da oltre 10 anni le Gran Fondo più importanti d'Italia, e migliaia di eventi ciclistici e cicloturistici amatoriali garantendo standard tecnici, sicurezza, servizi e partecipazione che non hanno eguali.

 

La nostra forza è la fiducia delle associazioni, la vicinanza ai territori e la capacità di dare risposte concrete, non promesse. Siamo convinti che il ciclismo italiano non abbia bisogno di divisioni o sanzioni, ma di collaborazione e rispetto reciproco.

 

Per questo l'ACSI continuerà a lavorare per lo sviluppo dello sport amatoriale, nel segno della libertà associativa, dell'inclusione e della passione autentica che muove migliaia di ciclisti ogni fine settimana sulle strade del Paese. Le scelte di chi tenta di difendere spazi di potere perdendo di vista l'interesse generale finiranno per isolare chi le compie.

 

Il movimento, quello vero, ha già scelto da che parte stare.

 

ACSI

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