Il vero problema delle gare, la responsabilità COVID

La speranza di tutti è che la stagione agonistica riprenda al più presto, però c'è un punto cruciale che gli Enti preposti devono dire chiaramente, quello della responsabilità per l'organizzatore.

Nei giorni scorsi abbiamo scritto che in questo momento agli organizzatori che hanno in programma i loro eventi nei prossimi mesi manca un elemento fondamentale: un protocollo scritto dalla FCI con tutte le indicazioni da seguire per chi vuole allestire una manifestazione ciclistica, nel nostro caso corsa con una mountain bike.

 

 

Parlando con Gianluca Barbieri ci siamo però resi conto che c'è un altro aspetto che è ancora più importante. Per chi non lo conosce, Barbieri organizza non solo la gara del suo paese (Este - Atestina Superbike) ma collabora con organizzatori di tante regioni, visto che ogni anno propone un circuito, l'ultimo il Tek Series. Pochi nell'ambiente del fuoristrada sanno che Gianluca è Direttore di Corsa Internazionale su strada, l'ultima volta lo si era visto alla settimana Tricolore che si era svolta in Trentino.

 

 

Lui ci ha aperto gli occhi sul punto chiave che ogni organizzatore dovrebbe considerare con la massima attenzione: "La responsabilità COVID-19 non deve ricadere sull'organizzatore dell'evento. Come per gli stabilimenti balneari, o negli ambienti di lavoro, all'inizio si voleva far ricadere la responsabilità sugli imprenditori, poi il Governo ha dovuto fare retromarcia - ci ha detto Barbieri. 

 

Ci puoi spiegare meglio a cosa ti riferisci? "Quando una gara si svolge nel territorio di un solo Comune, l'organizzatore deve chiedere a quest'ultimo l'autorizzazione al suo svolgimento. Se invece il percorso coinvolge più di un Comune bisogna fare la richiesta a Prefettura e Provincia. É nei paragrafi di queste autorizzazioni che gli Enti pubblici potrebbero inserire voci che potrebbero far ricadere la responsabilità penali causa COVID-19 sugli organizzatori."

 

 

Ad oggi tutte le manifestazioni amatoriali di tutti gli sport sono bloccate, tutte le federazioni sportive attendono indicazioni dal Ministero dello Sport. "La vera partita si giocherà nel confronto con il governo e con i tecnici dei Ministeri competenti. Bisognerà ottenere che nelle varie autorizzazioni rilasciate all'organizzatore di un evento sportivo, specie quella prefettizia, non vi dovranno essere tracce di responsabilità extra organizzative, altrimenti verrà issata bandiera bianca dalla quasi totalità degli organizzatori, questo vale anche per l'attività su strada.

 

Il ciclismo è uno sport diverso da tutti, che viene gestito dall'Art 9 del Codice della Strada, codice che prevede centinaia di articoli e di commi, e noi siamo proprio al 9. Questo la dice lunga sulle già ingenti responsabilità in capo all'organizzatore, aggiungerne altre significherebbe fare affondare la nave."

 

 

In parole povere cosa dice Barbieri, i protocolli sono inutili se poi l'organizzatore, oltre alle già numerose responsabilità che si prende, dovrà accollarsi anche quella dei rischi legati a COVID-19.

 

Quindi è fondamentale che il Governo dica chiaramente che nessuna responsabilità COVID-19 sarà prevista per gli organizzatori, in questo contesto è fondamentale che CONI e le varie federazioni sportive dicano con chiarezza al Governo che se così non fosse, sarebbe la fine degli eventi in Italia fino all'arrivo del vaccino.

 

E dettaglio non secondario, è importante che la stessa responsabilità non venga scaricata sui Sindaci altrimenti nessuno di questi ultimi firmerà le autorizzazioni alle corse.

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