Mathieu Van der Poel, un marziano a Dübendorf. É ancora campione del mondo di ciclocross

Il 20enne britannico Thomas Pidcock umilia lo squadrone messo in campo dal Belgio che si deve accontentare del bronzo con Aerts.

La due giorni che ha bloccato le attività di volo all'aeroporto militare di Dübendorf posizionato a due passi da Zurigo ha atteso la sesta ed ultima delle sei gare che hanno messo in palio le maglie iridate, quelle di campione del mondo di ciclocross.

 

 

Alle 14:30 scattava l'ora X per la prova più attesa quella degli uomini elite, una gara attesa perchè c'era il fenomeno Mathieu Van der Poel, il talento olandese in grado di appassionare i fans di tre discipline: ciclocross, mountain bike e strada. Da lui l'Olanda si attendeva la quarta medaglia d'oro, dopo le 3 già conquistate sabato insieme a 2 argenti e 2 bronzi.

 

Oggi invece gli orange sono rimasti a secco dopo la sbornia di ieri, strano perchè il percorso (criticatissimo alla vigilia) è completamente cambiato rispetto a ieri, questo a causa della pioggia che lo ha trasformato in un'arena adatta a chi è abile a danzare sul fango, sfoggiando doti da grande equilibrista.

 

 

Già alla fine del primo giro, sotto una pioggia leggera, MVDP conduceva con 15 secondi di vantaggio su 4 fiamminghi con la maglia azzurro chiara del Belgio: Toon Aerts, Eli Iserbyt, Michael Vantourenhout, Wout Van Aert. Insieme a loro c'era anche il 20enne britannico Thomas Pidcock, nel giro successivo al gruppo si è aggiunto anche Laurens Sweeck anche lui belga.

 

 

Purtroppo è mancato il pathos perché l'extraterrestre Mathieu Van der Poel non è stato calmo per alcuni giri per poi aprire il gas nel finale, oggi ha deciso di andare su Marte fin dalle prime battute di questo mondiale, seminando tutti gli avversari e togliendo così appeal alla corsa. Chi la stava seguendo conosceva già il finale, che è regolarmente arrivato dopo 1:08:52.

 

 

Con questo successo MVDP vince la sua terza medaglia d'oro correndo tra gli elite, la prima l'aveva conquistata nel 2015 a Tabor, la seconda l'anno scorso in casa a Valkenburg.

 

 

Il Belgio che ha senza ombra di dubbio la squadra più forte e che per tre anni, dal 2016 al 2018, con Wout Van Aert era riuscito a salire sul tetto del mondo, dal 2019 deve abbassare la testa perchè l'unico olandese in grado di batterlo, purtroppo per loro è un fenomeno e veste l'odiata maglia arancione.

 

 

Oggi c'è stata anche l'umiliazione, il "ragazzino" inglese Tom Pidcock (+1' 20'') nella seconda parte di gara si è portato con decisione in seconda posizione e l'ha tenuta fino al traguardo, regalando la medaglia d'argento al Regno Unito.

 

 

Il bronzo dei belgi lo ha conquistato Toon Aerts (+1' 45''). Se si guarda la classifica si capisce quando deve essere stato amaro questo mondiale per i fiamminghi, 7 atleti nelle prime posizioni ma solo una medaglia del metallo meno prezioso.

 

 

Tra i 39 partecipanti c'erano anche due maglie azzurre, questo mondiale l'hanno concluso rispettivamente in trentesima posizione il valtellinese Nicolas Samparisi mentre il bresciano Cristian Cominelli gli è arrivato dietro. Entrambi sono stati classificati a 2 giri.

 

 

ORDINE D'ARRIVO ELITE MASCHILE

 

 

IL MEDAGLIERE

Olanda 4 oro, 2 argento, 2 bronzo

Belgio 1 oro, 1 argento, 2 bronzo

Francia 1 oro

Gran Bretagna 1 argento, 1 bronzo

Svizzera, Ungheria 1 argento

USA 1 bronzo

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