In mountain bike si parla spesso di upgrade, ma quando si tratta di freni la scelta non va fatta a caso. Un disco freno più grande significa più potenza, è vero, ma anche più peso, un diverso comportamento in frenata e una gestione termica che cambia a seconda delle situazioni.
Capire quando ha senso aumentare il diametro è fondamentale per non ritrovarsi con una bici sovradimensionata o, al contrario, poco sicura.
PERCHÉ IL DIAMETRO È IMPORTANTE
Il principio è meccanico: un disco più grande aumenta il braccio di leva su cui la pinza lavora. Risultato: più potenza frenante con la stessa forza sulla leva. Inoltre, un diametro superiore significa avere anche più superficie per dissipare calore e quindi ridurre il rischio di fading nelle discese lunghe e impegnative.
PRO E CONTRO DEI DISCHI GRANDI
Il vantaggio principale di un disco di diametro superiore è la maggiore potenza frenante, unita a una migliore resistenza al calore e a una sensazione generale di sicurezza nelle discese.
Dall'altro lato, bisogna considerare il peso aggiuntivo, una modulabilità che può diventare più brusca e la necessità di verificare compatibilità e adattatori con forcella e telaio.
QUANDO CONVIENE AUMENTARE
Un disco più grande diventa particolarmente utile nelle discese lunghe e ripide, dove la temperatura dei freni tende a salire velocemente e la costanza di prestazione è fondamentale.
È indicato anche per i rider più pesanti o per chi pedala con carichi extra, ad esempio con zaino o borse da bikepacking, perché in questo caso l'energia da dissipare in frenata è maggiore.
Infine, nelle e-bike e nelle discipline gravity come enduro e downhill, montare dischi da 200 mm o 220mm è ormai uno standard, perché garantisce stabilità e sicurezza anche nelle condizioni più estreme.
IL CONSIGLIO DEL MECCANICO
Prima di cambiare diametro conviene sempre controllare se la forcella e il telaio supportano la misura che si vuole adottare, perché non tutti i telai accettano oltre i 180 mm.
Serve inoltre verificare la disponibilità degli adattatori corretti (Post Mount o IS) e ricordarsi che, senza pastiglie in buono stato, neppure un disco più grande può fare miracoli.
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QUANDO NON SERVE
Al contrario, nelle discipline come cross country e marathon un diametro eccessivo può essere controproducente, perché in questo caso conta soprattutto la leggerezza e le frenate sono meno intense.
Anche sui percorsi flow o poco tecnici, dove si frena poco e la priorità è la scorrevolezza, non c'è bisogno di portarsi dietro grammi extra. Infine, per i biker leggeri, che hanno meno massa da fermare, un disco più grande è spesso inutile.
LA QUALITÀ COSTRUTTIVA CONTA
Non è soltanto una questione di misura: la vera differenza la fa la qualità del disco. Un modello ben strutturato garantisce rigidità, stabilità termica e soprattutto una frenata più modulabile e costante.
Brand come BCA puntano molto proprio su questi aspetti: materiali che resistono alla deformazione, design studiati per dissipare il calore in modo uniforme e piste frenanti precise. In pratica, anche con diametri medi si può avere una frenata efficace e sicura, senza la necessità di esagerare con le dimensioni.
SETUP TIPICI PER DISCIPLINA
Nel cross country i set-up più diffusi sono 160/160 oppure 180/160, mentre nel trail si tende a preferire 180/180 o 180/160.
Chi pratica enduro monta spesso 200 mm davanti e dietro, oppure 200/180, mentre per e-bike e downhill il 220/200 è praticamente lo standard.
La base di partenza di un buon impianto frenante ci deve essere: dei buoni dischi migliorano le performance, ma non possono fare miracoli. Non ha senso mettere 200 euro di dischi su un impianto entry level. Però i dischi possono, per esempio, migliorare un freno mediocre (SRAM Level per intenderci), portandolo ad essere quasi un ottimo impianto.
Per informazioni: Andreanigroup.com