Con un misto di gratitudine e quella stessa tenacia che l'ha reso riconoscibile in oltre 15 anni di corse tra mountain bike e strada, Massimo Rosa, atleta poliedrico capace di distinguersi sia su strada che nel fuoristrada, ha deciso di appendere la bici al chiodo.
Il corridore piemontese di Metallurgica Veneta MTB Professional Team, classe 1995, ufficializza il suo ritiro al termine del Campionato Nazionale Marathon, ultimo atto simbolico di un percorso sportivo ricco di soddisfazioni ma segnato negli ultimi anni da una battaglia contro un infortunio insidioso.
Un percorso ricco di soddisfazioni, ma segnato dalle avversità fisiche
Rosa ha costruito il suo palmares attraverso tre fasi distinte. Negli anni giovanili si è distinto nella mountain bike con titoli regionali e un bronzo ai Campionati Italiani Allievi (2011). Il futuro sembrava scritto sui sentieri sterrati, la maglia azzurra ai Mondiali Junior di Saalfelden ne confermò le doti, poi la svolta. Il passaggio alla strada tra gli Under 23 lo ha portato a correre in tre continenti, dalle competizioni europee alle gare in Cina, Kazakistan e Gabon, ottenendo risultati significativi come il secondo posto al Giro della Valle d'Aosta e alla tappa dell'Under 23 2017.
Il ritorno alla mountain bike avvenne nel 2020 fu un re incanto: la medaglia di bronzo agli Italiani Marathon 2022, la doppia vittorie in terra spagnola nel 2023 alla Girona MTB Singletrack, l'orgoglio di vestire un'altra volta la maglia azzurra agli Europei Marathon e, il passaggio a Metallurgica Veneta MTB Pro Team con quell'ultimo bagliore vittorioso alla 4 Island MTB Croatia 2024 in coppia con Nicola Taffarel.
Proprio in quest'ultima stagione, mentre il corpo gli chiedeva tregua, Rosa ha regalato ancora momenti di pura classe: il terzo posto nella quarta tappa della Appenninca Stage Race resta testimonianza di una grinta che nemmeno il dolore è riuscito a spegnere completamente.
La battaglia invisibile e la scelta sofferta
Dietro le luci dei podi si nascondeva un'avversaria invisibile e spietato: dopo mesi di dolori inspiegabili alla gamba sinistra a Rosa venne diagnosticata un'endofibrosi dell'arteria iliaca, un problema vascolare sempre più diffuso tra i ciclisti.
Nonostante l'intervento chirurgico e i numerosi tentativi terapeutici, il problema ha continuato a limitare le sue prestazioni, diventando frustrante correre sapendo di non potersi esprimere, così la scelta del ritiro è maturata così, in quel limbo tra speranza e realtà.
"Ci ho messo tutta la mia determinazione, ho provato ogni soluzione, ma a un certo punto è giusto fermarmi" - ha spiegato Rosa - "Ho provato ogni strada, ogni palliativo, cortisone, terapie, tentativi, ma non c'è soluzione, dopo tre anni di sofferenze, infiltrazioni e tentativi, ho capito che non potevo più dare il 100%. Smetto con la serenità di chi non ha rimpianti. Ringrazio chi mi ha sostenuto, dal team, agli sponsor, ma ora è tempo di voltare pagina, mi piacerebbe rimanere nel ciclismo, magari in un altro ruolo".
I tributi di chi è stato al suo fianco
Martino Tronconi, team manager di Metallurgica Veneta MTB Pro Team, che lo ha guidato in questa ultima fase tratteggia un suo ritratto: "Massimo è un esempio davvero importante di cosa significhi lottare, nello sport e non solo. Anche quando il fisico non gli permetteva di esprimersi al 100%, ha sempre onorato la maglia e il team con professionalità, dedizione e un'incredibile forza di volontà. In gara non ha mai mollato, nemmeno nei momenti più difficili, quando la fatica si sommava alla frustrazione di non sentirsi nelle migliori condizioni. Lo abbiamo visto provarci con ostinazione, cercando ogni soluzione possibile pur di tornare competitivo: non si è mai arreso, e per noi questo vale davvero tanto. Il suo percorso, per quanto segnato da ostacoli, resta un esempio di determinazione. Rispettiamo profondamente la sua scelta, perché arriva dopo anni di battaglie silenziose, fatte lontano dai riflettori, con la lucidità di chi sa guardarsi dentro e capire quando è il momento giusto per voltare pagina.
A nome mio e di tutto il team, voglio ringraziarlo per ciò che ha dato in questi anni: non solo come atleta, ma come persona. Gli auguriamo il meglio per il futuro, sperando di ritrovarlo ancora nel mondo del ciclismo, magari in una veste diversa ma con lo stesso spirito che lo ha sempre contraddistinto".
Nicola Taffarel, compagno di team nella vittoria croata: "Correre con Massimo era una garanzia: univa esperienza e grinta a un carattere che ti motivava nei momenti difficili. Sono felice di aver condiviso con lui la sua ultima vittoria. Oltre a essere un buon compagno di squadra, Massimo è anche un ottimo amico una persona importante per la mia carriera ciclistica, sono sicuro che questo nostro rapporto proseguirà anche lontano dalla bici".
Photo Credits - Filippo Cantoni