FILIPPO FONTANA: A CASA PER UN CAVILLO VACCINALE FA IL SUO PRONOSTICO PER IL MONDIALE DI FAYETTEVILLE

Abbiamo raggiunto telefonicamente Filippo Fontana, mentre si trovava all'Isola d'Elba per il primo ritiro della nazionale cross country, e con lui abbiamo parlato del tracciato del mondiale di ciclocross a Fayetteville, dei suoi favoriti alla maglia iridata, ma anche della prossima stagione XCO.

 

Filippo Fontana è uno dei grandi esclusi per il mondiale di ciclocross 2022 che si svolgeranno questo weekend a Fayetteville, negli Stati Uniti. La sua mancata convocazione non ha nulla a che vedere con il suo rendimento stagionale, ma l'atleta del CS Carabinieri Cicli Olympia Vittoria è incappato in un cavillo burocratico legato ai vaccini e al Covid, che non gli consente di entrare in territorio americano.

 

 

Dopo la notevole performance sul percorso innevato di Val di Sole e lo splendido secondo posto al campionato italiano ciclocross, in cui pur essendo ancora U23 ha deciso di correre tra gli elite, Filippo ha salutato la stagione di ciclocross per dedicarsi ad altro, ossia una preparazione mirata per l'imminente stagione di cross country. Il 2022 sarà il suo ultimo anno da Under 23 e ha intenzione di lasciare il segno, in sella alle sue Olympia F1F1X,  sia nelle gare italiane (con obiettivo Internazionali d'Italia) sia in Coppa del Mondo. 

 

 

SPIEGHIAMO PERCHÉ È A CASA

Il mondiale americano per la nazionale azzurra sembra essere un vero calvario, causa COVID gli azzurri sono praticamente dimezzati, in questo problema è incappato anche Filippo Fontana. Il giovane atleta si trova incastrato in un "vuoto" burocratico che gli impedisce di entrare nel paese a stelle e strisce. In pratica negli Stati Uniti non riconoscono l'avvenuta guarigione dal Covid come terza dose e in Italia non gli permettano di effettuare la terza dose di vaccino proprio perché appena guarito dal Covid. 

 

 

Abbiamo raggiunto telefonicamente Filippo Fontana, mentre si trovava all'Isola d'Elba per il primo ritiro della nazionale cross country, e con lui abbiamo parlato con lui del tracciato del mondiale, dei suoi favoriti alla maglia iridata, ma anche della prossima stagione XCO.  

 

FAYETTEVILLE AKA DOVE I SENTIERI SONO LARGHI 

Il percorso del campionato del mondo di Fayetteville in linea di massima dovrebbe rimanere identico a quello del 13 ottobre 2021, quando si è disputata la seconda tappa della Coppa del Mondo. La pista dove ci si giocherà la maglia iridata presenterà larghi sentieri in cui dover scegliere la migliore linea possibile in una rosa effettivamente infinita.

 

 

In quella prova vinse il belga Quinten Hermans, battendo il leader di Coppa del Mondo Eli Iserbyt, ma scopriamo con Filippo quali possono essere i risvolti, soprattutto dopo che sono stati ufficializzati gli abbandoni di Van der Poel e Van Aert. 

 

Partiamo con una domanda secca e difficile: chi potrebbe essere il vincitore a Fayetteville? 

Non saranno in molti a giocarsela, ma forse potrebbe essere la volta buona per Tom Pidcock. È vero che nell'ultima prova di Coppa del mondo non ha dimostrato moltissimo e ha fatto forse fatica, ma sappiamo come sa gestirsi e credo che domenica volerà. 

 

 

In uno scontro diretto quindi, tra Iserbyt e Pidcock chi vedi favorito? 

Nel cross adesso ciò che fa da spartiacque tra vinto e vincitore sono le piccolissime cose, la condotta di gara in primis ma anche chi riesce a mantenere lucidità mentale per cambiare ritmo nel finale di gara. Sono due atleti molto veloci, diventa una bella sfida, ma io dico che Pidcock arriverà da solo. 

 

 

Che percorso dobbiamo aspettarci?

Nella prova di inizio stagione di Coppa del mondo abbiamo visto come nonostante la pioggia non si sia deformato tantissimo. In effetti si trova all'interno di un parco e il fondo è parzialmente sabbioso e erba sintetica. Non dovrebbe deformarsi eccessivamente quindi, poi è una traccia molto larga e non eccessivamente tecnica, di conseguenza ci sarà spazio per tutti. 

 


 

È TEMPO DI PENSARE AL CROSS COUNTRY

Quanto ti ha formato questa stagione di ciclocross tra gli elite?

È stata una stagione interessante, sono felice per l'andamento in generale, in alcune gare però mi dispiace non essere riuscito a finalizzare, soprattutto perché sono l'ultimo anno Under23. Nella mountain bike cercherò quindi di fare più gare possibili per poter raggiungere i risultati che spero. 

 

 

Cosa pensi di dover mettere a punto per riuscire a finalizzare?

A livello di preparazione ci siamo, così come alimentazione, e siamo tutti più o meno sullo stesso piano. Chi vince però è perfetto in tutto e anche nell'avvicinamento. All'italiano si è visto che vince chi sbaglia di meno e io ho commesso un errore nel momento sbagliato. 

 

Quale sarà il focus principale per l'imminente stagione di cross country 2022? 

Non è facile poter parlare con certezza di quello che sarà, abbiamo potuto notare quanto possa cambiare ed essere imprevedibile. Sicuramente però mi piacerà fare bene agli Internazionali d'Italia ed essere sempre là davanti nelle gare importanti. Anche la coppa del mondo under 23 sarà uno degli obiettivi in cui voglio fare bene, così come gli appuntamenti della seconda metà di stagione: italiano, europeo e mondiale. Essendo l'ultimo anno under cercherò di ottimizzare i rendimenti e avere meno défaillance possibili. 

 

 

Come sarà la situazione in coppa, dove sono usciti un po' di atleti forti, sarà più facile?

No, ci sarà lo stesso da menare. È vero che sono usciti atleti come Joel Roth, come Juri Zanotti, però sono rimasti tanti atleti forti, come Woods Carter, Amos, Vidaurre. Non devo partire con il pensiero che essendo più grande di tanti posso vincere, nulla è scontato. 

 

IN ITALIA SARÀ UNA SFIDA A DUE... O TRE

In Italia invece sarà uno scontro diretto tra te e Avondetto? 

Simone è sicuramente il più forte Under23 e l'uomo da battere, Andreas Vittone è un altro atleta molto forte. Ci saranno tanti primi anni under da tenere d'occhio, come Yannick Parisi. 

 

 

Agli Internazionali d'Italia sarà quindi una gara dentro la gara, visto che correrete con gli elite...

Diciamo che in quei casi non serve a nulla fare la gara per i posti di categoria, una volta che sei tra gli elite la gara che conta è quella con loro, in fondo io nel 2023 correrò unicamente con loro quindi mi devo abituare e soprattutto è importante per avere costantemente nuovi stimoli. 

 

Avrai pensato però anche alla maglia di leader di Internazionali di categoria, o no? 

Quello sicuramente, mi piacerebbe molto ma qui torna in gioco il mio rendimento incostante. Dovrò cercare di raggiungere risultati in maniera regolare. Anche se uno sguardo alla classifica generale non mancherò di farlo. 

 

 

Dall'italiano di ciclocross, ultima gara della tua stagione, come si è trasformata la preparazione per il cross country? 

 

Rientro proprio adesso da due settimane di completo relax, al ritiro dell'Isola d'Elba ho ricominciato a mettere un po' di ore in sella. lascio da parte almeno per ora i lavori specifici che mi hanno accompagnato per tutta la stagione invernale, ma una volta che l'avvicinamento alle prove di XCO sarà più concreto inizierò nuovamente con alcuni lavori specifici. Dalla prima gara di Verona, il 27 febbraio, ricomincerò a buttare giù un po' di tabelle. 

 

Dove vedremo Filippo al 100%?

Quest'anno ci saranno europeo, italiano e mondiale collocati consecutivamente nel calendario, in un periodo in cui negli ultimi anni sono andato molto forte, quello tra luglio e agosto. Sarà lì che prevedo di raggiungere il mio picco di forma perché al mondiale voglio fare bene. Quel picco sarà raggiungibile con una buona base iniziale, che vuol dire iniziare la stagione bene. 

 

Percorso preferito di cross country?

Mi piace molto Nalles e Val Casies, percorsi natural e old school, non può mancare Val di Sole, il percorso più bello del mondo secondo me.   

 

 

Tifi Van der Poel o Van Aert? 

Il mio cuore è sempre appartenuto a Van Aert, mi ha sempre affascinato per il fatto che oltre a essere un fenomeno è preciso nella preparazione e nell'approccio. I tre mondiali consecutivi che ha vinto ne sono la prova, partiva da sfavorito per dimostrare di essere il più forte. È molto di ispirazione un atleta di questo tipo. 

 

 

Ti senti più Van Aert o Van der Poel?

Nessuno dei due perché io non sono dotato del fisico che loro hanno, ma per raggiungere i risultati devo approcciarmi alle gare come fa Van Aert, nella maniera più precisa possibile. 

 

 

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