BIANCHI METHANOL CV, MARCO AURELIO FONTANA CI SVELA IL SUO GRANDE AMORE: LA FRONT

Fonzie ci ha raccontato il set up della sua front. Come regola la forcella, che gomme usa e a che pressioni. Perchè usa la mousse, usa la front al posto della full e anche come mai non usa il misuratore di potenza.

Nell'ultimo periodo abbiamo avuto l'occasione di vedere due volte in azione le maglie celesti del team Bianchi Countervail, una prima volta alla tre giorni di Manerba del Garda (Garda Lake MTB Race) e poi a Nalles.

 

 

Ci mancava il bike check della Methanol CV di Marco Aurelio Fontana (1.72 cm x 68 kg), ma con lui abbiamo voluto fare un'analisi un po' più approfondita delle sue preferenze, andando a chiedergli i dettagli sul set up da lui preferito.

 

 

Tutti e quattro i top riders del team Bianchi Countervail hanno in dotazione la stessa front, la Methanol CV, la sigla sta per Countervail, una speciale fibra di carbonio visco-elastica che può attenuare le vibrazioni fino all'80% e che è il cuore di questo telaio.

 

 

Tutto ciò unito ad un carro di 429mm di lunghezza e dotato di battuta mozzo Boost da 148mm. L'angolo sterzo, in controtendenza con le attuali correnti, è stato mantenuto a 71°, piuttosto verticale quindi, in modo da privilegiare la posizione e il rendimento in salita a discapito un po' della facilità di guida in discesa. Reggisella FSA K-Force da Ø27.2, abbinato ad una sella Fi'zi:k Gobi 3.

 

 

Questa bici ha la stessa componentistica della versione 2017. Quella che vedete nella foto in alto è uguale a quella che usano Stephane Tempier, Nadir Colledani, Chiara Teocchi e al "muletto" che il Prorider si porta ad ogni gara.

 

L'UNICO CON IL GUIDA CATENA

 

Non lo chiamerebbero Fonzie se facesse le stesse identiche cose che fanno tutti gli altri riders. La front di Marco è diversa perché è l'unica che ha il guidacatena, nello specifico Marco Aurelio Fontana monta il KCU Carbon di FRM. Ha la staffa in ergal (30 gr.) e i due collarini (alto e basso) in carbonio (35+33 gr).

 

 

BICI A "TRAZIONE" GIAPPONESE

Ora andiamo ad analizzare la componentistica di questa Bianchi Methanol CV e sentiamo Marco cosa ci racconta.  Per il secondo anno consecutivo pedala a "trazione" giapponese, infatti utilizza la trasmissione Shimano XTR nella versione elettronica (Di2) M9050.

 

 

Sulla guarnitura SL-K fornita al team Bianchi Countervail da FSA, Fontana sostanzialmente monta sempre la corona con 36 denti, che come sapete lavora in sincronia con il pacco pignoni 11-40t.

 

 

Come potete notare sulle pedivello sono montati i pedali Crank Brothers ma non i più leggeri Eggbeater bensì i Candy 11 (230 gr. la coppia).  Pesano una cinquantina di grammi in più rispetto agli Eggbeater a differenza dei quali però hanno una migliore superficie d'appoggio che permette di sfruttare tutta la potenza scaricata dal rider sui pedali.

 

 

NIENTE POWER METER, IL MOTIVO SECONDO FONTANA

Il misuratore di potenza sembra essere diventato un elemento determinante per la maggior parte dei top rider, non per il Prorider, almeno per quanto riguarda l'off road. "Lo uso sulla bici da corsa ma in MTB le indicazioni che ti dà hanno molto meno valore. Su una salita da XC il wattaggio cambia mille volte, con picchi alti, e ci sono tantissime variabili che entrano in gioco: la pendenza, il terreno (ghiaia, terra, fango etc..), pressione e impronta a terra della gomma....insomma tante cose che poi fanno fatica ad essere giudicate quando si leggono i valori a fine gara/allenamento. Non dico che sia sbagliato utilizzarlo, ma solamente che è un'indicazione più difficile da decifrare rispetto all'asfalto, dove le variabili sono molte meno."

 

 

N.B.: Sulla bici da corsa monta il Power Box di FSA.

 

 

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Nell'ultimo periodo abbiamo avuto l'occasione di vedere due volte in azione le maglie celesti del team Bianchi Countervail, una prima volta alla tre giorni di Manerba del Garda (Garda Lake MTB Race) e poi a Nalles.

 

 

Ci mancava il bike check della Methanol CV di Marco Aurelio Fontana (1.72 cm x 68 kg), ma con lui abbiamo voluto fare un'analisi un po' più approfondita delle sue preferenze, andando a chiedergli i dettagli sul set up da lui preferito.

 

 

Tutti e quattro i top riders del team Bianchi Countervail hanno in dotazione la stessa front, la Methanol CV, la sigla sta per Countervail, una speciale fibra di carbonio visco-elastica che può attenuare le vibrazioni fino all'80% e che è il cuore di questo telaio.

 

 

Tutto ciò unito ad un carro di 429mm di lunghezza e dotato di battuta mozzo Boost da 148mm. L'angolo sterzo, in controtendenza con le attuali correnti, è stato mantenuto a 71°, piuttosto verticale quindi, in modo da privilegiare la posizione e il rendimento in salita a discapito un po' della facilità di guida in discesa. Reggisella FSA K-Force da Ø27.2, abbinato ad una sella Fi'zi:k Gobi 3.

 

 

Questa bici ha la stessa componentistica della versione 2017. Quella che vedete nella foto in alto è uguale a quella che usano Stephane Tempier, Nadir Colledani, Chiara Teocchi e al "muletto" che il Prorider si porta ad ogni gara.

 

L'UNICO CON IL GUIDA CATENA

 

Non lo chiamerebbero Fonzie se facesse le stesse identiche cose che fanno tutti gli altri riders. La front di Marco è diversa perché è l'unica che ha il guidacatena, nello specifico Marco Aurelio Fontana monta il KCU Carbon di FRM. Ha la staffa in ergal (30 gr.) e i due collarini (alto e basso) in carbonio (35+33 gr).

 

 

BICI A "TRAZIONE" GIAPPONESE

Ora andiamo ad analizzare la componentistica di questa Bianchi Methanol CV e sentiamo Marco cosa ci racconta.  Per il secondo anno consecutivo pedala a "trazione" giapponese, infatti utilizza la trasmissione Shimano XTR nella versione elettronica (Di2) M9050.

 

 

Sulla guarnitura SL-K fornita al team Bianchi Countervail da FSA, Fontana sostanzialmente monta sempre la corona con 36 denti, che come sapete lavora in sincronia con il pacco pignoni 11-40t.

 

 

Come potete notare sulle pedivello sono montati i pedali Crank Brothers ma non i più leggeri Eggbeater bensì i Candy 11 (230 gr. la coppia).  Pesano una cinquantina di grammi in più rispetto agli Eggbeater a differenza dei quali però hanno una migliore superficie d'appoggio che permette di sfruttare tutta la potenza scaricata dal rider sui pedali.

 

 

NIENTE POWER METER, IL MOTIVO SECONDO FONTANA

Il misuratore di potenza sembra essere diventato un elemento determinante per la maggior parte dei top rider, non per il Prorider, almeno per quanto riguarda l'off road. "Lo uso sulla bici da corsa ma in MTB le indicazioni che ti dà hanno molto meno valore. Su una salita da XC il wattaggio cambia mille volte, con picchi alti, e ci sono tantissime variabili che entrano in gioco: la pendenza, il terreno (ghiaia, terra, fango etc..), pressione e impronta a terra della gomma....insomma tante cose che poi fanno fatica ad essere giudicate quando si leggono i valori a fine gara/allenamento. Non dico che sia sbagliato utilizzarlo, ma solamente che è un'indicazione più difficile da decifrare rispetto all'asfalto, dove le variabili sono molte meno."

 

 

N.B.: Sulla bici da corsa monta il Power Box di FSA.

 

 

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