Viaggio in mtb in Marocco: Dall'Atlante al deserto

Il Marocco conta con una delle catene montuose più belle al mondo: l'Atlante. Un parco giochi per i ciclisti in MTB... una meravigliosa formazione con picchi oltre i 4.000 metri slm, verdissime valli tropicali, formazioni rocciose uniche grazie all'azioni dei venti carichi di sabbia... ma quello che rende l'Atlante veramente unico, è la sua popolazione: i Berberi.

 

Nel primo itinerario proposto (Lhasa-Kathmandu), avevamo affrontato un grande viaggio in una regione meravigliosa. E' chiaro che un viaggio del genere richiede circa un mese a disposizione per pedalare... ma, anche se ci piacerebbe, purtroppo non tutti se lo possono permettere. In questa seconda proposta www.bikediscover.com  cerca di trovare un itinerario altrettanto affascinante in una terra esotica, ma vicino a casa nostra. Un viaggio meraviglioso abbordabile in una settimana circa.


Dall'Atlante al deserto (400 km circa)


Vado in bici in Marocco!.  Subito ci dicono, farà caldo, ma come fai a pedalare sulla sabbia...  di fatto, quando si pensa al Marocco si pensa al grande Sahara, grandi distese di sabbia infinita, immense dune, carovane di cammelli... infatti è così per quasi la metà del suo territorio. Pochi pensano invece, che il Marocco conta con una delle catene montuose più belle al mondo: l'Atlante. Un parco giochi per i ciclisti in MTB... una meravigliosa formazione con picchi oltre i 4.000 metri slm, verdissime valli tropicali, formazioni rocciose uniche grazie all'azioni dei venti carichi di sabbia... ma quello che rende l'Atlante veramente unico, è la sua popolazione: i Berberi, un popolo millenario, carico di cultura e tradizioni con i suoi villaggi e le loro Kasbah di rosso fango, fortezze da mille e una notte... insomma pedalare in questo angolo di mondo ci riporta indietro di qualche secolo... una regione a misura degli amanti della MTB.

A seconda dell'itinerario scelto e la preparazione fisica, il viaggio può durare tra i 6 e gli 8 giorni di pedalate. Ma come al solito, il nostro consiglio è quello di prendersi qualche giorno in più per visitare le meraviglie che si trovano lungo il tragitto.


Siamo arrivati a Marrakech, meravigliosa medina secolare, rumorosa e affascinate... abbiamo cenato in un incantevole ristorante sul tetto di un palazzo davanti alla brulicate piazza di Djemaa- ElFna, da qui si vedono le imponenti montagne innevate dell'Atlante... già.. nel Marocco c'è neve tutto l'anno... una meravigliosa serata in cui abbiamo studiato le tappe del nostro viaggio in MTB che sta per cominciare. Ma questo è già passato, era ieri... oggi, suona la sveglia alle 5.30 del mattino, evidentemente siamo carichi ed impazienti di cominciare a pedalare, alle 6.00 siamo in un fuoristrada che ci porta nelle vicinanze di ZaouiatCheikh(a est di Marrakech). Scarichiamo le bici.... ed eccoci... finalmente centauri.  


Questa prima tappa ci porterà fino ad Imilchil, piccolo centro berbero e punto di riferimento della zona, sono circa 50 km, quasi tutti in salita con un dislivello totale di 1.400 m.  Le gambe cominciano forti, percorriamo una bellissima valle verde che ci porta poco a poco in quota. La strada si snoda tra villaggi berberi, siamo da soli non ci sono macchine, per questo è bello l'Atlante, non c'è nessuno... ma la strada si fa ripida, dobbiamo affrontare una decina di km a tornanti con circa il 10% di dislivello... niente male per cominciare, adesso paghiamo un po' l'entusiasmo dei primi 30 km chilometri in cui avremmo potuto andare più tranquilli.

Comunque, si tratta di una prima salita abbordabile fino a 2.300 mslm. Il panorama da questo colle è veramente impressionante, una particolarità del Marocco sono le formazioni rocciose a strati piegati perfettamente identificabili, che si stendono per chilometri, sembra la terra sia di gomma e si pieghi a volontà di forze straordinarie.


Da qui si scende  fino a Imilchil, centro berbero accanto ai laghi Islit  eTislite, due bellissime perle d'acqua che si stagliano nell'arido terreno.

 

Siamo a 2.200 mslm, l'aria è frizzante di mattina, da Imilchil ci indirizziamo verso Tinerhir, in tutto 120 km, che si possono fare in una o due giornate di pedalata. I primi km scorrono tra villaggi berberi, bisogna fare attenzione giacché decine di bambini escono dalle loro case a salutarci. Siamo sempre in salita, non durissima, ma dopo i villaggi si affronta un altopiano battuto da venti che rendono difficile l'avanzamento.  Arriviamo in cima al cole vicino a Tijerucin a 2.500 mslm. Di nuovo, la fatica del percorso ci ripaga con un panorama impressionante.

 

La discesa è bellissima, lunga e divertente, in parte sterrata in parte asfaltata... ora si corre, bisogna fare attenzione però... il panorama è così bello che rischiamo di perdere la concentrazione e sbagliare una curva.... Ogni tornante ci regala un paesaggio mozzafiato.


Tra Tijerucin e Tinerhir si trova Tamtattouche, affascinante villaggio berbero, una vera oasi nel deserto, il verde del fondo valle con le sue meravigliose terrazze coltivate contrasta con le mura ocra delle montagne circostanti  dove sembra non ci sia nemmeno un essere vivente. Le donne del paese lavorano i campi e trasportano pesanti fasci d'erba, non c'è un rumore che sia uno. Il cielo è profondamente blu... neanche azzurro... meraviglioso.


Scendiamo la valle in groppa alla nostra bici e sentiamo di essere ritornati ad un tempo in cui i cavalieri berberi erano temuti guerrieri contro gli invasori arabi. Cambiano i mezzi di trasporto, ma capiamo cosa dovevano sentire quei guerrieri al tornare a casa e distinguere la bellissima kasbah di Tamtattouche.


Lasciamo Tamta dietro, infatti ci avviciniamo ad uno dei punti più importanti del viaggio... scendiamo ancora una divertente strada che affonda in un canyon, poco a poco scendiamo e vediamo le mura accanto a noi crescere, più scendiamo, più alte sono le pareti  che ci circondano. In fondo c'è un fiume che scende con forza, deve essere stato lui a creare questa meraviglia geologica. A soltanto 20 km da Tamtattouche arriviamo all'imponente Gola del Todra!. Infatti è meraviglioso, lo scenario è unico,  è una grande frattura che divide l'Alto Atlante del Jebel Sarho. Nel punto più profondo la gola raggiunge i 300 m di altezza.

 

In fondo alla gola inizia un palmeto, che va oltreTinerhir, con più di 30 km di palme! Noi ne faremo una quindicina...sembra di pedalare in una giungla, tutto ombra, verde e fresco, centinaia di single tracks attraversano fiumiciattoli, salti, terrazzamenti, coltivazioni, in discesa o in piano... la guida deve essere attenta e tecnica, i rapporti sono corti per reagire alle insidie dei sentieri... ancora una oasi.


Tinerhir è un buon punto dove ricaricare le batterie, ci rilassiamo in una caffetteria con una accogliente  terrazza sul tetto di un palazzo da dove possiamo ammirare la prossima tappa... in fondo si staglia il Saghro,  le montagne della la parte più orientale dell'Anti Atlante, una zona che ospita splendidi paesaggi ricchi di alberi di mandorle, palme da dattero e rocce dappertutto. 


Infatti questa tappa è assai tosta. 135 km tutti sterrati, lo scenario però è meraviglioso. La salita fino a 2.400 mslm è dura, dobbiamo percorrere circa 70 km prima di cominciare a scendere, si lasciano dietro diversi villaggi, come di rito, ad ognuno di loro un'orda di bambini corre a salutarci.

 

Ad un certo punto la strada si fa veramente ripida, la pedalata si fa difficile, la strada è piena dipietre dissestate. Ma quando finalmente si arriva in cima... non possiamo se non rimanere a bocca aperta, lo scenario é unico: valli, canyon, fiumi, rocce di forme impossibili, strati di rocce che entrano  ed escono dal terreno per decine di km come se si trattasse di un enorme serpente... che bello!


Si affronta ora una dura discesa di 15 km, molto difficile, pietre dappertutto mettono a dura prova le nostre forcelle, braccia e gambe... per di più dopo una salita così impegnativa. Non si può nemmeno andare forte per quanto é complessa la strada, comunque ci si diverte.


Ancora in discesa, ma già più tranquilli, si percorre una bellissima strada lungo un fiume e campi coltivati. Si penserebbe che ormai è fatta... ma gli ultimi 30 km sono duri, si pedala in un paesaggio unico, un altopiano delimitato da profondi burroni sia a destra che a sinistra, la strada davanti a noi e dritta, non si capisce quando finisca.

Finalmente arriviamo a Baha, per concederci un meritato riposo. Guardando indietro vediamo le montagne che abbiamo appena attraversato, sembrano così lontane... ma questa mattina eravamo lì, proprio lassù.

Attraversato il Saghro, lasciamo dietro le montagne, 2 giornate ci separano dal grande Sahara. Zagora, la porta del deserto ci aspetta a circa 100 km da Baha. 

Lasciamo poco a poco dietro i paesaggi montuosi, attraversiamo ancora qualche valle, la velocità media è decisamente aumentata, i paesaggi si aprono, le forme sono più morbide... ma il caldo preme, anche se non ci sono ancora le tipiche dune, questa zona è un deserto puro e duro, un deserto di pietre, ma un deserto. Il paesaggio è comunque impressionante, siamo sulla Luna, oppure su Marte, questo paesaggio viene definito Hamada. A complicare il tutto ci si mette il vento... qui batte sovente e non si sa come mai... sempre contro.


Finalmente arriviamo a Zagora, considerata "la porta del deserto", culla dell'Islam del Marocco, da qui partono le grandi carovane di cammelli che attraversano il deserto fino a Timbuctu, infatti è praticamente obbligatorio farsi una foto con la nostra bici sotto il cartellone "52 giorni per Timbuctu", ovvero il tempo necessario per raggiungere in cammello questa città del Mali. Come ogni città a ridosso del Sahara, qui si trovano bellissimi bazar e negozi con merci da tutti i confini del Sahara... Mali, Algeria, etc, principalmente portate dagli uomini blu.. i Touareg.

 

L'ultima tappa ci porta fino al deserto... pedaliamo tranquilli, poco a poco aumentano i cumuli di sabbia, sempre di  più, fino ad un punto in cui le grandi dune sono alte qualche decina di metri... immense moli di sabbia che si muovono per volontà dei venti. Nella zona in cui batte il vento, la sabbia è dura, si può anche salire in alto ad una duna (con la bici in spalla) e provare la sensazione unica di scendere sulla bici con la sabbia fino a metà della nostra ruota... non è facile però.


Finisce qui questo straordinario viaggio, abbiamo attraversato le grandi montagne dell'Atlante, pedalato lungo palmeti infiniti, abbiamo visto la nostra strada scomparire all'orizzonte dei lunghi altopiani davanti a noi, abbiamo incrociato nomadi, conosciuto gli amichevoli berberi, comprato pregiati oggetti  Touareg, siamo arrivati al grande Sahara pedalando.... Spettacolo!



Articolo realizzato dallo staff di www.bikediscover.com grazie alle informazioni fornite da (SKEDDADLE ITALIA, KEADVENTURE, VISAGES DU MAROC,).





Vi segnaliamo inoltre i link ai viaggi proposti dalle tre agenzie:

Skeddadle Italia : Dall'Atlas al deserto

Keadventure : Ride the Kasbah Mountain bike Morocco
Visages du Maroc : Link

 

 

 

 

 

 

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