FRONT O FULL QUALE SCEGLIERE? 2 LEE COUGAN GEMELLE A CONFRONTO

Per dare una risposta a uno dei dilemmi che più arrovellano la mente di noi biker abbiamo provato due Mtb gemelle, una full e una front, sul medesimo tracciato, lo stesso giorno e guidate da un solo biker. Il verdetto? Scopritelo continuando a leggere…

Essere o non essere, questo è il problema... scrisse nel 1600 William Shakespeare nell'Amleto. Quattro secoli dopo, e in un contesto decisamente differente, un biker che deve comprare una nuova mountain bike si pone ancora lo stesso dilemma, o quasi: front o full?

 

L'unico modo per cercare di risolvere questo dubbio era una prova sul campo che non lasciasse dubbi, mettere a confronto due telai gemelli, ma allo stesso tempo diversi, sul medesimo tracciato, con il medesimo biker. Una sfida con noi stessi e con le nostre sensazioni, nonché con le nostre gambe per scoprire quali sono le vere differenze di pedalata tra una biammortizzata e una front.

 

Lee Cougan Rampage Air e CrossFire Air 2018

 

GEMELLE DIVERSE

Per realizzare questo test abbiamo scelto due modelli praticamente identici all'interno del catalogo Lee Cougan, da una parte la Crossfire Air 29 Team XO1 2018 con 100mm di escursione posteriore e un peso di 10,8 kg, dall'altra la Rampage Air 29 Team X01 2018, 9,5 kg alla bilancia.

 

Due gemelle diverse nel telaio ma identiche nella componentistica (cannotto reggisella diverso per motivi di diametro, attacco manubrio e manubrio differenti), due biciclette che conoscevamo bene e che avevamo già messo alla frusta nel corso di test passati. Questo lo abbiamo ritenuto un dato importante perché ci ha permesso di concentrarci maggiormente sulle sensazioni provate in sella alle due diverse piattaforme piuttosto che sulla performance vera e propria.

 

 

Crossfire Air 29 Team XO1 2018 scheda tecnica

 

 

Rampage Air 29 Team X01 2018

 

Lee Cougan Rampage Air 2018

 

IL TEST SULLA CARTA

Nella settimane precedenti avevamo pianificato lo svolgimento del test sulla carta cercando di capire quale fosse il miglior tracciato possibile per cercare di comprendere al meglio le diverse, alla fine abbiamo optato per un circuito XC di circa 20 km con una prima salita su sterrato scorrevole e una seconda su terreno molto sconnesso, nel mezzo una discesa non troppo tecnica, ma con qualche tratto "croccante". Prima avremmo pedalato la full e in seguito la front per andare a compensare con il minor peso la stanchezza. Il tutto si sarebbe svolto in un unico giorno per avere le stesse identiche condizioni.

 

Volevamo due diversi tipi di risultato: uno basato sui dati raccolti attraverso Strava, l'altro basato sulle nostre sensazioni e la differenza di impostazione di guida tra una mountain bike front e una full. Niente occhio al cronometro e velocità di crociera piuttosto tranquilla, non cercavamo la performance, ma solo di "sentire" le differenze tra le due biciclette

 

PRIMO GIRO: "FULL" GASSSS

 

L'emozione era tanta, non vedevamo davvero l'ora di metterci in sella per questo doppio test. Agganciamo le scarpette alla Lee Cougan Crossfire Air e che la giornata abbia inizio. Il breve trasferimento su asfalto ci fa prendere confidenza con la posizione in sella resa aggressiva dall'attacco manubrio FSA con inclinazione negativa. La bici è molto scorrevole e grazie al doppio blocco remoto di forcella e ammortizzatore è ben rigida anche quando spingiamo fuorisella.

 

 

La prima salita è molto scorrevole, fondo in brecciolino e con una pendenza media piuttosto bassa, saliamo regolari con la bici bloccata, le gambe girano bene e quasi non ci accorgiamo di essere arrivati in cima. Qui iniziano i giochi veri e propri, una breve discesa tutta a gradoni resi viscidi dalle abbondanti piogge dei giorni prima, con un semplice movimento del dito sblocchiamo la nostra Crossfire Air e ci alziamo sui pedali.

 

 

Il sistema ammortizzante lavora bene e ci permette di scendere in maniera fluida e controllata, un tornante molto stretto a sinistra ci costringe ad allargare la traiettoria, fermarci e spostare il posteriore con il corpo per passare, l'ammortizzatore si comprime mentre carichiamo il nose press (spostare lateralmente il posteriore della bicicletta tenendo ferma la ruota anteriore, N.d.a.) e noi perdiamo un po' di stabilità. Piede a terra per un secondo, il tempo di rimetterci in linea e ripartire.

 

 

Confidando nel blocco al manubrio abbiamo settato l'ammortizzatore con una pressione piuttosto bassa per avere una piattaforma più morbida, ma ben presto ci siamo accorti che con l'ammortizzatore così scarico il movimento centrale si abbassava troppo e spesso toccavamo con i pedali il terreno, soprattutto in salite ripide e rocciose da superare en danseuse. Una sosta tecnica per mettere qualche bar in più nell'ammo e risolviamo il problema. Trovare il giusto set-up di una bicicletta biammortizzata è davvero fondamentale, serve più di un giro di prova per regolare i vari livelli di sag, compressione e ritorno prima di avere un valore che soddisfi a pieno le nostre esigenze.

 

Lee Cougan Crossfire Air 2018


La parte successiva è un singletrack ondulato su fondo piuttosto compatto con qualche passaggio su roccette e una lunga scalinata finale, forse la parte più divertente dell'intero giro. Qui la Lee Cougan Crossfire Air si comporta benissimo, prendiamo velocità quasi senza accorgercene, la guida è molto fluida, se spingiamo bene in entrata di curva con tutto il corpo l'arco di curva è ben delineato e l'uscita veloce, ad ammortizzatore aperto i rilanci risultano un po' meno immediati, ma la potenza viene trasferita alle ruote piuttosto bene e in maniera progressiva.

 

Superata questa sezione ci aspetta una salita di quasi 3 km, prima su asfalto poi, l'ultimo chilometro, un terreno composto da sassi grossi e smossi, molto tecnica e lenta, il tratto dove a nostro avviso sono uscite le più grosse differenze tra le due biciclette.

 

 

Su asfalto blocchiamo le sospensioni e saliamo lisci come l'olio, appena entrati nello "scassato" capiamo che la cosa migliore da fare è aprire entrambe le sospensioni. La pedalata passa da essere frammentaria a quasi fluida, la ruota posteriore copia il terreno e la nostra trazione aumenta. Fatichiamo non poco a superare questo tratto tecnico e non nascondiamo il fatto che la full suspension in questo caso ci ha dato una bella mano.

 

Sospensioni ancora aperte ci lanciamo in discesa, in quella che nei nostri pensieri avrebbe dovuto essere un toboga tutto a tornantini divertente e impegnativo, purtroppo scopriamo che le piogge dei giorni prima, arrivati dopo un lungo periodo di siccità, hanno praticamente distrutto il sentiero in molte parti, rendendolo impraticabile in sella. Un vero peccato, ma pedaliamo quello che riusciamo e ben presto sial nuovamente al punto di partenza.

 

 

SECONDO GIRO: FRONT ATTACK

 

Un veloce cambio d'assetto, beviamo un po' e mangiamo una barretta ed eccoci nuovamente in sella, questa volta sulla Lee Cougan Rampage Air. La prima sensazione è positiva, la geometria e la posizione in sella non sono stravolte, non avvertiamo uno stravolgimento, solo il manubrio flat e l'attacco dritto modificano leggermente la posizione delle braccia e alzano un pelo la schiena, una cosa che a noi sembra positiva per dare maggiore comfort in mancanza della sospensione posteriore. Arriviamo nuovamente alla prima salita e questa volta ci sembra di essere su un razzo lanciato nell'iperspazio.

 

 

Sarà grazie al telaio molto rigido che trasferisce tutta la potenza alle ruote, ma ci sentiamo di andare molto più veloci, la pedalata è rotonda e all’uscita dei tornanti ci viene spontaneo alzarsi sui pedali. Lo scollinamento arriva in fretta, quasi troppo in fretta, avremmo voluto avere ancora un po’ di salita. La discesa sui gradoni, al contrario, ci mette un po’ più in crisi, le rocce bagnate incutono maggior timore rispetto a quando eravamo sulla full e ci troviamo molto più arretrati, quasi sempre con la pancia sulla sella, rispetto al giro precedente. Arrivati al tornante stretto però il “nose press” risulta più facile, riusciamo ad avere un miglior equilibrio e passiamo senza piede a terra. La maggiore rigidità e compattezza del telaio ci ha permesso di superare il tratto tecnico con maggiore sicurezza.

 

 

Nel divertente tratto successivo la Lee Cougan Rampage Air 2018 si è dimostrata una vera spada, precisissima e filante, super precisa nei passaggi più stretti e in curva. Serve più “fisico” nella guida, per tenere la linea bisogna lavorare molto con lo spostamento dei pesi del corpo e sul tecnico ci si trova spesso ben arretrati sulla sella.

 

Nella lunga scalinata abbiamo dovuto tirare un po’ i freni, la ruota posteriore che rimbalzava continuamente ci ha portato a un alleggerimento dell’avantreno, cosa che ci ha tolto sicurezza nella guida. Abbiamo quindi abbassato un po’ la velocità e concluso il passaggio in sicurezza.

 

 

Era però tempo di affrontare la sfida più difficile, quel segmento avrebbe messo a dura prova una hardtail, ne eravamo certi, non a caso il segmento su Strava si chiama “pietrone scassone”.

 

Nel tratto in asfalto le gambe giravano tranquille, un po’ appesantite dal giro precedente, ma la leggerezza della Rampage Air facilitava il tutto. Appena entrati nella sezione finale, l’infida pietraia, abbiamo immediatamente perso in fluidità, scalando le marce e alleggerendo la pedalata siamo riusciti a trovare un buon compromesso, ma nonostante questo facevamo fatica a procedere, tronco e braccia lavoravano molto e noi passavamo continuamente da una posizione seduta a quella in piedi per riuscire ad assicurare una buona trazione al posteriore.

 

 

Più di una volta ci siamo trovati a dover buttare in avanti al bici per donargli l'abbrivio necessario a superare i tratti più difficili e ripidi, questo ha anche causato una caduta di catena che ci ha fatto perdere un po’ di tempo. Certo più che colpa della bici è stato a causa di un nostro giro di pedale all’indietro a voto per ritrovare il giusto bilanciamento, ma quando serve tutto il corpo per guidare sono errori che si commettono più facilmente.

 

Arrivati in cima, memori del giro precedente abbiamo optato per un’altra divertente discesa che sapevamo essere in buone condizioni. La Lee Cougan Rampage Air, come avevamo già potuto constatare nei test precedenti, facilita molto le cose sulle discese tortuose e lente. Facilissima da girare nei tornantini e ben bilanciata nelle contropendenze. Veloce e divertente, bella da guidare anche se richiede una certa malizia perché molto difficile da richiamare quando si ha fatto qualche errore di traiettoria. Arrivati all’asfalto ecco il momento di rientrare alla base e cercare di tirare le somme.

 

COSA ABBIAMO CAPITO?

Da questo bell’esperimento abbiamo ottenuto due tipi di risultati, quelli basati sui dati di Strava relativi a 4 segmenti del percorso e quelli personali basati sulle nostre sensazioni. Se guardiamo ai tempi le differenze tra le due Lee Cougan gemelle emergono davvero bene: sulla prima salita scorrevole la Rampage Air ha rifilato ben 18” alla Crossfire Air, la full ha invece guadagnato soli 4” nella breve discesa a gradoni seguente.

 

 

La vera differenza però emerge nei due tratti seguenti, la front tiene botta nella prima parte della discesa, ma accumula quasi 30” di ritardo sulla scalinata finale (lunga circa 100 metri, gradini intagliati nella roccia che era bagnata), recupera nel tratto di salita in asfalto, ma nel chilometro più difficile soffre particolarmente andando ad accumulare un ritardo di quasi 40” se non prendiamo in considerazione il tempo perso con la caduta di catena, altrimenti sale fino a quasi 3’, ma come abbiamo detto in precedenza quello è stato un “errore umano”.

 

Se ci dovessimo affidare ai dati allora potremmo dire che se il circuito che andiamo ad affrontare presenta un fondo compatto e veloce, con passaggi tecnici brevi e da affrontare lentamente, con tecnica trialistica allora ecco che la nostra scelta dovrebbe ricadere su una front, mentre se il terreno è particolarmente accidentato, con passaggi tecnici da affrontare in velocità e soprattutto abbiamo bisogno di una trazione costante ecco che la nostra bicicletta ideale diventa una full suspension.

 

 

DUE DIFFERENTI MODI DI GUIDARE

La cosa che abbiamo capito da questo test doppio e che la scelta della bicicletta è strettamente legato al nostro stile di guida. Da una parte abbiamo la front che ci obbliga a usare moltissimo il corpo, sfruttando le gambe come ammortizzatori, a lavorare maggiormente con le braccia per assorbire maggiormente le compressioni e le asperità, ma che ci permette anche una maggiore agilità e facilità nelle manovre tecniche (nose press, bunny hop, ecc..).

 

La front permette una guida molto nervosa ed energica, pompando con le gambe si ha una propulsione diretta alla ruota, la bicicletta letteralmente schizza via in uscita di curva o quando la lanciamo in volata, ma se la full disperde un poco la propulsione di contro ci permette di guidare un po’ più sporchi, ci dobbiamo preoccupare meno delle pizzicature sul posteriore o, come successo durante il test, delle cadute di catena. Con la full facevamo meno caso agli ostacoli, pensavamo meno a cosa c’era sul tracciato, passavamo dritti, forse a volte uscendo anche dalle linee migliori e ritrovandoci a dover rilanciare in uscita.

 

Lee Cougan Rampage Air e CrossFire Air 2018

 

Dove abbiamo notato la maggiore differenza sono stati i tratti veloci, in quel caso la Lee Cougan Crossfire era letteralmente attaccata al terreno, noi dovevamo solo controllare leggermente il manubrio, mentre in sella alla Rampage Air il nostro corpo era in costante tensione pronto ad assorbire gli ostacoli, un lavoro che alla lunga si sente sulla schiena che si stanca prima e richiede alcuni momenti di distensione, benché la Lee Cougan Rampage Air si sia dimostrata una delle hardtail più “comode” messe sotto torchio nel 2017.

 

ABBIAMO LA NOSTRA RISPOSTA? MTB FRONT O FULL?

Eravamo partiti con un dubbio amletico: ora possiamo entrare da un negoziante specializzato e portare a casa con certezza la bicicletta che fa al caso nostro? Non possiamo dare una risposta esatta al 100% per tutti, ma sappiamo su quali tipi di tracciati vorremmo avere a disposizione una o l'altra, cosa che può aiutare non di poco la scelta.

 

 

La mtb front la sceglieremmo negli XC su fondo scorrevole e con tratti tecnici lenti e trialistici, oppure in presenza di single track particolarmente stretti e nervosi dove serve continuamente rilanciare. Parlando di GranFondo e Marathon la nostra scelta ricadrebbe su una hardtail su quei tracciati con salite molto lunghe su fondo compatto (una Alpe Lusia per fare un esempio), prove lunghe in cui serve risparmiare sul peso per arrivare con qualche energia in più alle fasi finali, per potersi giocare le miglior posizione.

 

La mtb full sarebbe sicuramente la nostra prima scelta in un tracciato con un fondo particolarmente accidentato oppure in condizioni climatiche difficili, insomma quando serve avere sempre una perfetta trazione sul posteriore e quando sappiamo che non riusciremo a guidare super puliti e precisi. Il peso maggiore potrebbe farsi sentire nelle gare più lunghe e farci consumare qualche energia extra, ma se ultimamente abbiamo un po' trascurato lo stretching e la preparazione fisica sulla parte alta del corpo la doppia sospensione ci salverà dal mal di schiena dopo molte ore in sella.

 

 

Dopo questo doppio test sappiamo che il nostro personale stile di guida meglio si adatta alla hardtail, ma questa è una considerazione puramente personale con la quale vogliamo stimolarvi ad approfittare il più possibile di quelle occasioni in cui i brand mettono a disposizione biciclette test (come Bike Shop Test o Bike Experience) per capire a vostra volta quale sia la piattaforma che più si adatta a voi e al vostro stile.

 

Intanto purtroppo le due Lee Cougan gemelle le abbiamo dovute restituire... peccato, ci stavamo quasi abituando a poter scegliere tra le due Air.

 

Per informazioni sulle due bici: www.leecougan.com/

 

 

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