NON FACCIAMO MORIRE LA DOWNHILL! WARNER BROS LA RENDA PIÙ EQUA!

La downhill è una delle discipline di Coppa del Mondo che ha sentito il passaggio alla nuova gestione Warner Bros Discovery. Se i grandi team sorridono, le piccole squadre e i molti privateer vedono un futuro molto negativo. Abbiamo chiesto agli italiani cosa non va. Rogue, Revelli, Palazzari, Favoino chiedono cambiamenti…

La downhill è cambiata all'improvviso da quando la Coppa del Mondo è passata sotto l'egida di Warner Bros Discovery. I costi sono aumentati, il divario tra team grandi, piccoli e privati è maggiore.

 

coppa downhill

 

La dh è rimasta la disciplina della mountain bike più democratica, in cui ancora ci sono moltissimi privateer, singoli rider che gareggiano privatamente senza il supporto di grossi sponsor. Sono piccole realtà che vivono di pura passione e che danno la possibilità a rider emergenti di farsi vedere in World Cup.

 

bernard kerr

 

Non esisterebbero atleti come Bernard Kerr, come Dakota Norton, atleti che da privati sono passati ad essere rider ufficiali di alcuni dei team più strutturati. Il passaggio è anche inverso in certe occasioni, come successo a Loris Revelli in questo 2024.

 

dakotah norton

 

La crisi della downhill però è forte, Warner Bros sembra voler elevare in qualche modo lo status di questa disciplina trasformandola secondo lo stile Formula1: pochissimi team con budget illimitato.  

 

Le scelte, i regolamenti e le decisioni hanno creato malumori nel paddock di Coppa del Mondo. 

 

In Val di Sole siamo andati a raccogliere un po' di pareri soprattutto tra gli italiani. 

 

DH LA DISCIPLINA DEI DUE MONDI 

Sulle sponde del Noce in Val di Sole i furgoni e le tende dei privati si sono alternati alle mega strutture dei team.

 

hayden steid

 

La downhill è quella disciplina in cui ai campi di gara si possono notare due tipologie di atleti, quelli che fanno parte di un team e quelli che corrono da privateer che gestiscono ogni dinamica in autonomia, gestiscono trasferte, guasti meccanici e logistica.

 

downhill italiani

 

La parte più romantica di questo sport, quella dei rider che dormono nei parcheggi, che utilizzano i van come officina, dormitorio e cucina, il circus della dh è un ambiente in cui la competizione mi mescola con l'autonomia. I rider escono ed entrano dai team, iniziano da privati per entrare nelle scuderie, o fanno il processo contrario passando dai team alla gestione autonoma come ha fatto Loris Revelli. 

 

santa cruz v10 loris revelli

 

Loris Revelli nel 2024 ha iniziato la sua prima stagione da privateer, uno status che permette una gestione più autonoma di gara, corre su bici Santa Cruz V10 e si è costruito la stagione in modo del tutto personale: "Gestisco il calendario come voglio io, in questo 2024 voglio fare tutta la Coppa del Mondo, giro in autonomia ma mi appoggio al Bike Center Cimone, con loro sto benissimo, mi piace anche dare una mano a piccole realtà avendo vissuto gran parte della carriera in team factory. Mi piace avere un rapporto diretto con gli sponsor come prima non potevo avere. Ho la fortuna di avere sponsor che mi aiutano con la gestione delle trasferte, come la prenotazione di albergo o viaggio e questo fa in modo che non sia molto diversa la gestione rispetto a quella di un team. O'Chain per esempio mi da una grande mano da questo punto di vista. Quel che sembra però allo stato attuale è che l'organizzazione nuova non sia così felice di avere i privati in gara". 

 

ROGUE TEAM, L'ITALIANA UCI 

Il Rogue Team di Leonardo Pedoni è uno dei riferimenti italiani per la dh, il team di Davide Cappello, di Palazzari, è uno dei pochi con licenza UCI, ma anche a questo livello la nuova gestione ha creato scompiglio.

 

leonardo pedoni

 

Abbiamo parlato con Leonardo Pedoni, il team manager di Rogue Team: "Con UCI avevamo una stabilità di regolamento e potevamo pianificare. Con Warner Bros l'idea era di far diventare la downhill più mainstream, più popolare e voleva attirare sponsor extra settore. Non abbiamo visto sviluppo, la gara non sarebbe più andata in chiaro ma a pagamento. Lo scorso anno però ci avevano promesso la semi finale in diretta su YouTube e finale su Eurosport". 

 

rogue team

 

Tra i grandi svantaggi per Pedoni c'è la comunicazione e il fatto che i team Elite vantano una sorta di protezione da parte di Warner Bros. Manca il canale di comunicazione tra i team UCI e Warner Bros, mentre i top team di downhill vantano rappresentanti. I rumour parlano di Coppa più lunga, con più tappe ma riprende Pedoni: "Un team manager che viene a sapere le date e il quantitativo delle gare a settembre, ottobre, come fa ad adeguare il proprio budget chiedendo supporto ai propri sponsor che chiudono invece i budget nel primo semestre dell'anno? Io sono un po' stanco di vivere di rumour, ci dovrebbe essere più comunicazione con i team". 

 

La mancanza di comunicazione porta a una mancanza di pianificazione e l'attenzione inesistente per i team UCI rischia di affossare la scena in cui sono promossi unicamente i top team. 

 

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I CAMBIAMENTI PER I CORRIDORI 

Nella nuova gestione della Coppa del Mondo dh i rider hanno visto l'avvento di nuove dinamiche di gara oltre che a piste completamente ridisegnate, sono aumentate le velocità e i rischi perché la Coppa impone adesso di affrontare le qualificazioni e le semi finali nella stessa giornata, anzi a distanza di 2 ore, entrambe le prove fondamentali per l'accesso alla finale. 

 

loris revelli

 

Questo ha cambiato i ritmi di avvicinamento alla gara, ha cambiato i pericoli ma a quale scopo? Selezionare ulteriormente gli atleti, portare in finale 30 atleti, quello che prima era un risultato adesso praticamente non lo è più e nessuno è più capace di apprezzare. 

 

privateer dh

 

"Non c'è aiuto da parte di Warner Bros, sembra che non vogliano i privati - come Loris che commenta, è da quest'anno - e neanche i team piccoli. Ci mettono a 1,5 chilometri dalla sede di gara e non veniamo ascoltati. Ai team piccoli vengono chiesti costi di iscrizione con prezzi folli. Vogliono far diventare questo sport la MotoGP ma noi non siamo ancora a quel livello. Si parla di 15 mila euro di richiesta per i prossimi anni e stanno uccidendo questo sport secondo me". 

 

revelli-whip

 

Sulle dinamiche di gara Loris si trova parzialmente a favore di alcune scelte ma non di tutte: "Sono a favore della finale limitata, magari non a 30 ma a 40 atleti, non però alla semifinale, soprattutto con le piste di adesso dove si va a 60-70 all'ora. È una discesa in più dove si spinge e si rischia. La visibilità è peggiorata, almeno dovrebbero filmare la semifinale". 

 

dh

 

Abbiamo raccolto anche il commento di una figura storica della dh italiana come Romano Favoino, commentatore oggi della Coppa del Mondo DH in Val di Sole: "Il bello della dh è che una persona parte dal cancelletto, scende tra due fettucce, arriva al traguardo e con il tempo viene stilata la classifica. Andare a complicare i regolamenti o le dinamiche solo per cambiare qualcosa non ha senso". Sull'aggiunta di semifinali Favoino aggiunge: "Evidentemente non si è tenuto conto delle esigenze degli atleti, tutto è troppo complicato e troppo teso. Fare qualificazioni e semifinali dopo aver girato il mattino in condizioni bagnate e molto tecniche potrebbe portare a dinamiche pericolose. I rider sono il core business dello sport, loro devono stare al centro. Qui si vuole rendere esclusivo un mondo che invece parla di inclusività".

 

palazzari

 

Davide Palazzari ha attentamente analizzato quelle che sono dinamiche di Coppa che adesso annichiliscono prospettive e ambizioni anche quando si riesce ad avere ritmi elevatissimi. 

"È cambiato molto questo sport, più che da un punto di vista fisico lo è da un punto di vista mentale perché siamo preparati fisicamente per le run, ma la cosa difficile è resettare da un punto di vista mentale. Adesso devi passare da qualificarti a riqualificarti però con un risultato che sarebbe già elevato e richiede molta più convinzione. Per come stanno andando le cose reputo che sia indispensabile affrontare queste dinamiche con il supporto di una struttura. I tempi sono strettissimi, dalla fine delle prove alle qualifiche hai circa un'ora e in condizioni difficili se non hai un team in grado di supportarti diventa difficile."

 

davide palazzari

 

"Senza una persona - continua - almeno al seguito diventa difficile curare ogni aspetto, l'alimentazione, la bici, il recupero, il setup. In Polonia eravamo in 30 in 2 secondi quindi tutto fa la differenza. L'organizzazione sta cercando di avvicinare la competizione, rende tutto più affascinante ma la natura di questo sport è diversa. In 6 secondi qui sei nei primi 10, mentre in Polonia eri fuori dai 60. La Coppa del mondo dovrebbe essere equa, la Formula 1 sta cercando di bilanciare la competizione e quel che è interessante è vedere qualche nome nuovo fare risultato. Per come stanno andando le cose i nomi nuovi rischiano di sparire, sopravviveranno le squadre grosse con le spalle grosse, favorite da questo sistema. I forti sono protetti". 

 

introzzi

 

La dh non deve morire, non deve essere abbandonata a se stessa perché è una delle parti più colorate, tecniche e romantiche della mountain bike. I rider chiedono un sistema più meritocratico e con più comunicazione, i privati che arrivano con i loro van da tutto il mondo, o lo noleggiano per correre in Coppa sono indispensabili per il movimento come i piccoli e medi team. Il rischio di una serie B è dietro l'angolo e con la live limitata alla finale, la più grande paura è che la dh quella vera sparisca del tutto. 

 

 

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