KTM Myroon B - Test: E' pronta per la battaglia. "Cattiva" e non accetta compromessi

E' la nuova "Race Machine" made in Austria, caratterizzata dai mozzi maggiorati Boost. In salita appena ci si alza sui pedali, la bici offre una decisa impressione di leggerezza. La risposta allo scatto è veramente fulminea, Le curve destra-sinistra in rapida successione vengono affrontate in velocità senza indecisioni, con inserimenti diretti e precisi. Nel tratti più tecnici, infine, la Myroon è precisa ed agile.

La KTM Myroon B è la prima hardtail 2016 che martedì 30 giugno abbiamo testato agli Eurobike Media Days che si sono svolti sulle montagne del Tirolo a Kirchberg. La bici ve l'abbiamo già descritta in questo articolo (LINK), oggi invece vi spieghiamo come si è comportata sugli sterrati austriaci.

 

MODELLO PROVATO: KTM MYROON B PRIME

 


- Forcella Rock Shox RS1 con 100 mm di escursione

- Gruppo completo Shimano XT 1x11, con monocorona anteriore da 32t

- Cerchi KTM Team CC29 montati su mozzi DT Swiss 240S

- Copertoni Schwalbe Rocket Ron da 2.25

- Sella Fizik Tundra

- Attacco manubrio, piega manubrio e reggisella Ritchey WCS.

- Taglia del telaio: 19''.

 

 

IL TEST

 



La prima impressione, appena saliti in sella, è stata quella di avere un controllo molto "diretto" del mezzo. Questo è probabilmente il risultato delle nuove geometrie adottate da KTM, con un top tube allungato rispetto al passato, abbinato a un attacco manubrio più corto (80 mm) e a una posizione della sella piuttosto avanzata. Ulteriore contributo a questa sensazione viene dal tubo sterzo, anch'esso accorciato, che consente di abbassare la piega manubrio e aumentare il dislivello rispetto alla sella senza dover ricorrere a attacchi manubrio con inclinazione molto negativa.

 

 

IN SALITA


Lungo la prima salita, di 1.5 km circa, si è trovato facilmente il feeling con la posizione in sella che è apparsa molto naturale. Si è quindi potuto iniziare fin da subito a mettere alla frusta questa hardtail da XC/marathon.

 

 

Appena ci si alza sui pedali, la bici offre una decisa impressione di leggerezza: la si "butta giù" a destra e sinistra quasi senza sentirla e la scorrevolezza sul fondo compatto è molto buona. La risposta allo scatto è veramente fulminea: la bici accelera immediatamente e sembra che ogni Watt scaricato sui pedali venga trasmesso a terra. L'idea è che l'utilizzo di mozzi col nuovo standard boost da 148 mm al posteriore, abbinato a geometrie appositamente studiate per abbinarsi ad esso, abbia dato i risultati desiderati aumentando la rigidità globale del carro posteriore.

 

 

La reattività del carro rende necessaria una certa attenzione a modulare la forza applicata sui pedali in presenza di ghiaino, per evitare inefficaci perdite di grip in fase di trazione del pedale verso l'alto.

 

Una volta lanciata, la bici mantiene molto bene la velocità e dà l'impressione di poter continuare a salire di buon passo senza particolare affanno. Nel tecnico in salita infine ci si sente ben bilanciati, col peso del corpo centrato fra ruota anteriore e posteriore: questo determina tra le altre cose un'ottima agilità in presenza di tornantini stretti, come quelli incontrati nel percorso test, anche in presenza di qualche radice a renderne più difficoltoso il superamento.

 

 

Da considerare il fatto che, rispetto al modello testato, il montaggio di componenti al top delle rispettive gamme (in particolare a livello gruppo) consentirebbe di limare ancora un po' il peso globale del mezzo, esaltandone ulteriormente le prestazioni in salita.

 

IN DISCESA


La considerevole rigidità del carro posteriore viene evidenziata anche dal comportamento in discesa: nei tratti caratterizzati da radici trasversali affrontati in velocità, le sollecitazioni vengono trasmesse in maniera piuttosto diretta al biker e occorre essere bravi a galleggiare il più possibile sopra esse per non subirle ed evitare di perdere velocità. Nonostante ciò la bici non appare scorbutica e reagisce in maniera fedele ad ogni comando applicato per assecondare il terreno.

 

 

L'avantreno offre una sensazione di grande confidenza: la Rock Shox RS-1 lavora molto bene, è precisa, fluida e anche quando si raggiunge il fondo corsa è difficile rendersene conto. Le curve destra-sinistra in rapida successione vengono affrontate in velocità senza indecisioni, con inserimenti diretti e precisi. Nel tratti più tecnici, infine, la Myroon è precisa ed agile, pur rendendo necessario un certo lavoro di corpo nel tratti più sconnessi per assecondare il suo spirito decisamente hardtail

 

L'ESITO DEL TEST

 


 

La nuova Myroon di KTM è un mezzo da gara senza compromessi. Date le caratteristiche di rigidità conferite dalle soluzioni adottate al retrotreno, sia a livello telaistico che di set ruote, dà il meglio su percorsi non eccessivamente accidentati ma rimane comunque in grado di offrire al biker agonista ottime prestazioni in ogni frangente.

 

 

Info www.ktm-bikes.at

 

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