LA DANIMARCA CHIUDE LA NAZIONALE MTB: SUI SOCIAL LA RABBIA DEGLI ATLETI

La Federazione taglia il programma XCO per motivi economici: via i due tecnici e stop al supporto per gli atleti. Una decisione che rischia di pesare sul futuro del movimento off-road danese.

In Danimarca è arrivata una notizia che ha scosso l'ambiente della mountain bike: la Federazione Ciclistica Danese (DCU - Danmark Cycle Union) ha annunciato la dissoluzione completa della nazionale MTB XCO, una scelta drastica dettata da una situazione economica difficile.

 

 

Il provvedimento comporta il licenziamento dei due tecnici nazionali, Mads Bødker e Benjamin Justesen, e la sospensione di tutti i finanziamenti destinati a raduni, trasferte internazionali e attività di squadra. Secondo il direttore della DCU, Niels Bo Daugaard, la misura permetterà di risparmiare circa 1 milione di corone danesi, pari a poco più di 130.000 euro, ma si tratta di una "soluzione d'emergenza" che non risolve i problemi strutturali: "Le entrate sono diminuite drasticamente mentre i costi sono cresciuti. Non siamo riusciti a generare risorse in linea con il livello sportivo raggiunto," ha dichiarato Daugaard.

 


UNA DECISIONE CHE LASCIA IL SEGNO

Con la chiusura del programma nazionale, gli atleti danesi potranno ancora gareggiare ai Campionati Europei, Mondiali o Olimpici, ma senza alcun supporto economico da parte della federazione. In pratica, rider del calibro di Simon Andreassen, Albert Withen Philipsen, Sebastian Fini, Gustav Pedersen e sua sorella SophieCaroline Bohé dovranno autofinanziare le proprie trasferte se vorranno continuare a correre ai massimi livelli internazionali.

 

 

Una scelta che ha suscitato profonda delusione nella comunità MTB danese, abituata negli ultimi anni a vedere la propria nazionale tra le più competitive del panorama mondiale.

 

LA VOCE DI MALENE DEGN: "UN MOMENTO TRISTE PER IL NOSTRO SPORT"

Tra le voci più critiche c'è quella di Malene Degn, ex atleta della nazionale e oggi punto di riferimento del movimento off-road danese, che ha espresso il suo disappunto sui social. "È un momento triste per la mountain bike danese. Dopo 15 anni di lavoro e risultati che ci hanno portato tra le potenze mondiali, la federazione ha distrutto tutto ciò che era stato costruito," ha scritto Degn. L'ex rider ha ricordato come "il talento non nasce dal nulla" e che servono investimenti, tempo e persone che credano nei progetti giovanili per far crescere nuove generazioni di campioni.

 

 


UNA FERITA PER IL FUTURO

Il taglio al settore MTB è stato scelto, secondo la DCU, per evitare che i problemi economici si ripercuotessero anche su strada, pista o BMX. Ma lo stesso Daugaard ha ammesso che la situazione è critica: "Entro il 2027 avremo bisogno di quei fondi che oggi tagliamo. Senza nuovi sponsor, sarà impossibile mantenere strutture competitive." La decisione arriva in un momento in cui la Danimarca stava vivendo una fase di crescita del movimento off-road, con titoli mondiali ed europei nelle categorie giovanili e un numero crescente di biker anche tra gli amatori.

 

 

COMMENTO REDAZIONALE - IL PREZZO DI UNA VISIONE CORTO RAGGIO

La notizia proveniente dalla Danimarca apre una riflessione più ampia sul ruolo delle federazioni nazionali nello sviluppo del movimento MTB. In molti Paesi, il cross country è una disciplina in espansione che necessita di continuità, visione e sostegno per creare nuovi talenti e mantenere un livello tecnico alto.


Tagliare una struttura che ha portato medaglie, visibilità e crescita sportiva può sembrare una soluzione rapida a un problema economico, ma rischia di trasformarsi in un boomerang a lungo termine. Le nazionali non servono solo per "fare squadra", ma per trasmettere metodo, valori e cultura sportiva alle nuove generazioni.


La decisione della DCU mostra quanto sia fragile l'equilibrio tra gestione economica e sviluppo sportivo, e quanto sia facile compromettere anni di lavoro tecnico per una visione troppo a breve termine.

 

Forse, come ricorda Malene Degn, la domanda giusta non è "quanto costa una nazionale MTB?", ma "quanto costa non averla?".

 

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