GT ZASKAR CARBON TEAM: RITORNO AL FUTURO

 

Quando abbiamo visto per la prima volta la Gt Zaskar Carbon Team esposta a Eurobike abbiamo pensato a un cimelio storico messo in bella mostra per riportare alla mente le incredibili vittorie di July Furtado.

 

Solo ad una seconda, e più attenta, occhiata abbiamo capito che quello che avevamo davanti era un telaio in carbonio, inedito, ma caratterizzato da una verniciatura "old fashion".

Una bicicletta davvero insolita, che con un occhio, quello dell'estetica, guarda al passato e con l'altro, quello della tecnologia costruttiva, va verso il futuro.

 

Dire Zaskar è come dire Mtb alla stato puro, infatti la casa americana ha introdotto nel suo catalogo questo modello addirittura nel lontano 1991. All'epoca la Zaskar era stata pensata per essere una bicicletta all round, mantiene ancora oggi questo particolare carattere. Leggera abbastanza per essere usata in competizione, solida quanto basta per lanciarsi in spericolati passaggi all'interno dei boschi e resistente anche alle discese più tecniche e ai piccoli, ma divertenti, salti e drop che si possono incontrare durante le lunghe uscite fatte senza fretta in compagnia dei propri compagni.

 

Costruzione FOC Ultra

 

Il punto di forza della nuova Zaskar è il telaio. Come tradizione mantiene il caratteristico triplo triangolo, ormai vero e proprio marchio di fabbrica per Gt, ma il monoscocca in carbonio è stato completamente ripensato, non tanto nelle geometrie quanto nella costruzione vera e propria. Infatti Gt sfrutta il suo processo chiamato F.O.C. Ultra (force optimized carbon, ndr), che permette di modellare il carbonio utilizzando un minor quantitativo di resina.

 

Infatti il collante, necessario per la realizzazione di qualsiasi oggetto in carbonio, è pesante e allo stesso tempo debole, ma grazie a questa nuova tecnologia si riesce a far "dimagrire" il telaio di circa 300 grammi rispetto al modello del passato, fermando l'ago della bilancia sui 1.100 grammi per una taglia M, non un peso piuma, ma un valore molto interessante per una Mtb che punta molto sull'affidabilità.

 

Le tubazioni hanno una forma ovoidale particolarmente accentuata, soprattutto l'orizzontale e i foderi alti, mentre il solo tubo piantone ha una classica sezione tonda che alloggia un reggisella da 31,6 millimetri di diametro.

 

L'obliquo parte dalla scatola del movimento centrale per allargarsi man mano si avvicina al tubo sterzo, arrivando a congiungersi con l'orizzontale tramite un ampio fazzoletto, che , unito alla serie sterzo conica, rende l'avantreno molto preciso e decisamente reattivo.

Il passaggio dei cavi di deragliatore e cambio posteriore, fino al movimento centrale, è interno al tubo obliquo, mentre il tubo del freno posteriore corre esternamente ad esso. Questa soluzione "pulisce" la linea estetica della Zaskar, esaltando la particolare colorazione della Carbon Team.

 

Fluorescenze particolari

 

La verniciatura "retrò" non è però l'unico particolare della Zaskar che richiama subito l'attenzione.

 

Gt ha voluto rendere davvero molto appariscente questo modello montandola con una componentistica giallo fluorescente e blu anodizzato, proprio come si usava ad inizio anni '90.

 

A rientrare nella prima categoria cromatica sono le manopole con il solo collarino esterno marchiate con la coppia d'ali, nuovo simbolo dell'azienda fondata da Gary Turner, e la vistosa , quanto comoda, sella Wtb Silverado.

 

Il colore blu acceso è invece appannaggio dei cerchi Crank Brothers Cobalt Xc tubeless, del collarino reggisella e dei particolari del nuovissimo attacco manubrio Iodine2, sempre di Crank Brothers. Proprio questo componente, che alloggia la piega manubrio da 680 millimetri Cobalt2, ha destato molto interesse per il suo innovativo sistema di fissaggio al cannotto della forcella che blocca dall'interno tramite un'unica vite torx, mentre il manubrio è fissato tramite una normale testa a quattro punti. Sempre di Crank Brothers è il reggisella Cobalt 2, anche questo completamente in alluminio.

 

 

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