Giuliana Massarrotto racconta la sua esperienza con la Fat Bike a Gstaad e della futura Cape Epic

Ha corso in sella ad una Fat Bike Aeko, il modello "Burbera" ed utilizzando ruote con cerchi in carbonio. E' una specialista delle gare Endurance e non è più una "ragazzina" ma ha un fisico che le permette di esprimersi al meglio più le gare sono lunghe ed impegnative.

"La fat bike mi piace molto da usare un po' su tutti i terreni e specialmente d'inverno, quando c'è molto fango o meglio ancora con la neve, ma in Veneto sono alcuni inverni che ne cade poca e così quando posso andare in giro a trovarla in località di montagna che siano anche molto suggestive non mi tiro indietro." Ci dice Giuliana Massarotto a Gstaad (Svizzera) al termine della sua partecipazione alla terza edizione di Snow Bike Festival.

 

Avevi già corso in Svizzera? "E' la mia seconda partecipazione a questo evento totalmente su piste innevate e ritorno volentieri a gareggiare con questa organizzazione che è la stessa della Cape Epic alla quale parteciperò ancora, quest'anno in coppia con Maria Luisa Surico".

 


E' una vita che corri, sei una veterana ('64), a che tipo di gare ti sei adattata? "Ho trovato la mia dimensione agonistica in gare molto lunghe dove la mia resistenza a sonno e fatica mi aiuta a sopperire alla mia età non più verdissima. Quindi le 24 ore mi sono congeniali e saranno ancora nei miei programmi di quest'anno, però anche la gara a tappe in Sud Africa con giornate di gara di parecchie ore diventa appetibile per le mie caratteristiche".

 

Giuliana Massarrotto

 

Come mai hai scelto lo Snow Bike Festival? "A Gstaad sono andata per godermi i luoghi bellissimi, dal paese, dove ogni mattina c'era la partenza dalla via principale, ai dintorni che abbiamo attraversato in tre tappe molto differenti fra loro, ma sempre bellissimi e completamente coperti di neve, proprio quello che cercavo".

 

 

La gara poi come è andata? "Ho iniziato benissimo col prologo, una cronometro abbastanza breve sulla pista dello sci fondo. Con mia grande meraviglia ho fatto il miglior tempo, davanti ad atlete pro titolate (Campionessa Mondiale Marathon e altre sugli stessi livelli) anche se poi le classifiche erano divise fra le due categorie pro e amatori alla quale io appartengo. Però sono stata ugualmente molto soddisfatta di essere stata più veloce di atlete che sono anche molto più giovani di me. Le tre tappe successive le ho interpretate in maniera diversa, cercando le sensazioni positive senza troppo pensare a classifica e tatticismi. Alla fine sono arrivata seconda, ma soprattutto mi sono molto divertita per i paesaggi che ogni giorno mi strabiliavano e per il feeling con la bici che nei tre giorni ho migliorato.

 

 

Con che Fat Bike hai corso e chi ti fa da meccanico? "Ho usato la Aeko "Burbera". Molto piacevole è stato il senso di attenzione che ho ricevuto dal mio team che solitamente è formato da mio marito che mi segue amorevolmente nelle mie competizioni per supportarmi e per tenermi in perfetta efficienza la bici, ma questa volta al mio fianco c'era anche Paolo Azzolini, il produttore di Aeko, che ha partecipato anche lui all'esperienza sulla neve testando una sua fat e ha ascoltato i miei commenti sulle sue valide ruote".

 

Erano ruote particolari? "In gara ho usato delle ruote molto speciali con cerchi in carbonio realizzate da Aeko che non avevo avuto modo di testare come si dovrebbe prima. Confesso che una ruota leggerissima e molto rigida dà una sensazione di scorrevolezza che non credevo possibile sulla fat, tanto più sulla neve".

 

Aeko

 

Giuliana qual'è il tuo prossimo obiettivo? Ora il focus è la Cap Epic alla quale cercherò di arrivare ben preparata. 

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