UCI World Cup XCO: L'insidioso percorso di Mont Sainte Anne

Mont Sainte Anne (Quebec - Canada): Oggi grazie alla collaborazione con il Focus XC Italy team, vi possiamo raccontare come è il percorso della quarta prova di Coppa del Mondo XCO. Non è impegnativo, è super impegnativo. Da noi "stimilato" Nicolas Jeantet, meccanico della formazione con base nel veronese, ha prima provato il percorso e poi lo ha raccontato sul blog della squadra. Ricordiamo che Nicolas non è un semplice meccanico, è un'ex bikers due volte tricolore prima tra gli Allievi e poi tra gli juniores.

 

IL PERCORSO

 


 

Da quest'anno aiuto le ragazze del team (Lisa Rabensteiner, Emilie Collomb, Greta Seiwald) durante la prova percorso così da trovare le linee più veloci e sicure. Devo ammettere che questo tracciato mi ha messo in difficoltà più di qualche volta, non ci sono salti o drop come oramai va di moda, ma i passaggi naturali bastano e avanzano a farti "stringere le chiappe"

 

 

Passiamo in rassegna assieme le parti più interessanti. Dopo il giro di lancio tutto su prato si passa sotto il traguardo, dove una piccola salita ci porta ad un tratto in discesa chiamato "pump track", in questa parte ci sono due linee che si incrociano formando una x con gobbe e pietre. Chi sa "pompare" la bici, in questa zona guadagnerà molta velocità senza pedalare.

 

Continuando il nostro giro, troveremo una salita piuttosto dura, un po' nel bosco e  un po' su erba. Una volta scollinati iniziamo la prima e vera discesa, con massi e radici, che ci porta al famoso "River Gap" tradotto sarebbe "il salto del fiume", vi posso assicurare che in tv non rende esattamente l'idea, è un salto che ci fa passare da una sponda all'altra del torrente profondo circa 1,5 metri e lungo 2 metri, chi arriva corto è spacciato.

 

 

Una volta passata la prima feed zone, inizia la salita più dura del percorso chiamata "l'enfer de Saint Anne". Inizialmente è su prato, poi si arriva ad un tratto a tornantini stretti, viscidi e ripidi, qua metterà alla prova molti atleti. Una volta arrivati in cima belli cotti ci si butta a capofitto nella discesa più suggestiva del tracciato "La Beatrice" un tratto di 200 mt di rocce che non ti permettono nessuna esitazione se ci tieni alla pelle.

 

 

Arrivati in fondo alla Beatrice, inizia l'ultima salita dura del giro e, come la precedente, è prima su prato e dopo su tornati stretti e scivolosi, forse questa è un po' meno dura ma davvero poco meno. Nella parte più alta troviamo una bella sezione tecnica, prima una grandissima roccia chiamata "4x"da passare con la giusta pedalata stile anti slittamento della macchina e dopo la parte più scivolosa del tracciato una salita con conseguente discesa tutta radici pietre e quel fanghetto dove è impossibile trovare qualsiasi tipo di trazione.

 

 

 

 

 

Continuando la discesa arriviamo finalmente alla parte nuova, beh "finalmente" per gli spettatori, perché sono sicuro che impensierisca quasi tutti i riders. Un conglomerato di rocce taglienti scivolose e dalle mille interpretazioni, qua anche la chicken line è davvero impegnativa. In questa zona molti si giocheranno il Jolly, ne vedremo delle belle...

 

 

La discesa finisce con un insieme di paraboliche che ci portano alla seconda feed zone e quindi al traguardo.

 

Che dire, un vero percorso Tigre come usa dire Michele Mondini, o lo aggredisci o lo subisci. Sicuramente ora come ora, sono sempre più sicuro che le nostre gare italiane non sono minimamente all'altezza per prepararci tecnicamente a tracciati come questi!

 

Nicolas Jeantet

 

 

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