AVID X0 DISC BRAKE 2013: L’ULTIMA VERSIONE DEL FRENO X0 SUPERA IL TEST

Abbiamo messo alla frusta il nuovo impianto Avid per quasi tre mesi, in gara e nei percorsi e discese più toste.

Gli Avid X0, i freni oggi disponibili sul mercato in una versione rinnovata, hanno terminato di essere "stressati" dal nostro test. Li avevamo ricevuti a metà settembre da Simon Cittati (Pr & Communication Coordinator SRAM Europe), che all'Eurobike Show di Friedrichshafen, aveva sentito alcuni nostri appunti sul corretto funzionamento degli impianti Avid XX e X0 degli scorsi anni. Ciò a dimostrare la professionalità e la ricerca del contatto con l'utente finale da parte di SRAM proprietaria del marchio Avid.

 

 

Il kit fornitoci è la versione più semplice e light, quella maggiormente indicata per l'XC, denominata semplicemente X0 Hydraulic Disc Brake. A differenziarla dalla versione Trail troviamo le pinze a due pistoncini (anziché quattro) e l'assenza del Contact Point Adjustement (la ghiera alla pompa che regola la distanza delle pastiglie dal disco). L'unica regolazione è quella della distanza delle leve dalla manopola tramite utensile.

 

 

Esteticamente si presentano del tutto simili ai parenti XX (anche quest'ultimi hanno beneficiato di gran parte degli aggiornamenti di questa serie X0 per il 2013) tranne che per la grafica, disponibile con logo X0 in red o black. L'aspetto è quello classico del freno Avid con tecnologia TaperBore, ovvero con corpo pompa minimale e in posizione orizzontale (parallela al manubrio e non radiale) e assenza del serbatoio esterno dell'olio che risulta quindi integrato. Caratteristiche queste che rendono il corpo leva compatto, leggero e ambidestro in modo da poter essere montato indifferentemente a destra o sinistra del manubrio a seconda di dove si preferisce avere il freno anteriore o posteriore.

 

 

Le maggiori e importanti modifiche rispetto al passato si trovano però l'interno dell'impianto. Riguardano la conformazione dei condotti della pinza e del pompante all'interno del corpo leva, le guarnizioni di tenuta e il materiale della fusione dei corpi, lega di alluminio (anche per la serie XX che ha abbandonato il magnesio). Inoltre il fluido utilizzato è il DOT 5.1 che rispetto al DOT4 ha il punto di ebollizione tre volte superiore, garantendo una maggiore costanza di rendimento.

 

 

Ottimo e in linea con quanto dichiarato il peso. 322 grammi per l'impianto anteriore completo di tutte le viti e del disco Avid HS1, monolitico in acciaio Ø160mm, anch'esso rinnovato nel design per una maggiore dissipazione, leggerezza e qualità di frenata. Per il kit posteriore vanno aggiunti circa 40 grammi per il tubo di maggiore lunghezza, l'adattatore disco Ø160 e le viti di fissaggio pinza allungate.

 

 

IL MONTAGGIO

 

L'installazione risulta agevole e veloce, si riesce a fare tutto con un'unica chiave Torx T25 (compreso il montaggio dei dischi sui mozzi). Grazie ai collarini apribili, non c'è la necessità di sfilare ne le manopole, ne i comandi del cambio. Stessa cosa per le pastiglie che si tolgono e inseriscono dall'alto anche a pinza montata e senza togliere la ruota.

 

Nel caso si voglia accorciare i tubi sarà necessario dotarsi di un kit ogive e perni da sostituire nel tubo tranciato  e di procedere successivamente allo spurgo. La totale eliminazione di bolle d'aria dalle tubazioni (lo spurgo) si rivelerà di fondamentale importanza per il corretto funzionamento dell'impianto. Si consiglia quindi di rivolgersi o a personale esperto o di utilizzare l'apposito Pro Bleed kit Avid e di seguire passo passo il video tutorial di Avid che riportiamo sotto.

(http://youtu.be/IoaPUw5DliA)

 

 

LA PROVA

 

Sebbene Avid ci abbia fornito anche un disco da Ø180mm noi abbiamo installato il kit con entrambi i rotori da Ø160mm, sia perché è lo standard più diffuso in Xc (con un peso medio del biker) sia per stressare al massimo l'intero sistema. Le pastiglie di serie sono in materiale organico con piatto in lega. Le organiche sono quelle a mescola più morbida, indicate per l'asciutto, potenti e silenziose ma più soggette ad usura soprattutto in caso di bagnato. Sono disponibili come ricambio anche le organiche con piatto in acciaio (cambia il peso e la risposta della frenata alle alte temperature) e le sinterizzate,  ideali per i terreni pesanti.

 

 

Dopo qualche discesa di rodaggio fatta a pinzate alternate abbiamo ritrovato subito la caratteristica tipica del freno Avid: la modulabilità. La tecnologia Deep Stroke Modulation di Avid  permette di sfruttare al massimo la frenata senza arrivare al bloccaggio ruota (e quindi alla perdita di aderenza), questo perché la potenza cresce in modo costante al tirare della leva. Niente effetto on/off quindi, caratteristica di molti freni, odiata o amata a seconda della tipologia di guida del biker.

 

 

In questo test era importante provare l'impianto in condizioni limite, in lunghe e ripide discese  dove si è costretti a tenere i freni "in mano" per molto tempo con la temperatura di esercizio che sale alle stelle. Circostanza dove i precedenti modelli peccavano in rendimento con la potenza che diminuiva e la corsa della leva che cresceva fastidiosamente. Ecco, in questo frangente, i nuovi X0 Hydraulic Disc Brake non ci hanno deluso, se il nostro scopo era farli "schiattare" non ci siamo riusciti, perlomeno finora in quasi 800km e numerosi tratti hard per un impianto votato comunque ad un utilizzo Cross Country/Marathon. La corsa della leva e la potenza non hanno subito evidenti variazioni anche quando il tipico odore di freno surriscaldato ci invitava a mollare. Situazioni nelle quali non è stato necessario "convocare" altre dita oltre l'indice per tirare la leva e arrestarsi.

 

 

L'ESITO FINALE

 

Per concludere possiamo dire che il test è stato superato positivamente, questa nuova versione degli Avid X0 sembra aver corretto tutte le precedenti pecche. Una volta montato e spurgato come si deve il freno non ha richiesto alcun ulteriore intervento o regolazione per intere settimane. Buona la durata delle pastiglie organiche che dissipano il calore e lavorano bene in accoppiata ai dischi HS1. Anche la vernice finora si è dimostrata ben salda e non soggetta a saltare nelle zone più esposte o vicine ai raccordi idraulici. Da consigliare per un utilizzo Cross Country/Gran Fondo, o anche più hard a patto di incrementare il diametro dei rotori e che il biker non sia troppo heavy.   

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