SUDTIROL SELLARONDA 2015, UN ESPERIENZA MONDIALE ANCHE PER I COMUNI MORTALI

Siamo di nuovo a casa, il viaggio di ritorno è stato più o meno lungo. Nelle gambe ancora tanta stanchezza, una dolce stanchezza, perché nella testa scorrono come in un turbine migliaia di bellissimi fotogrammi, immagini indelebili di un week end a Selva di Val Gardena (BZ), per l'edizione mondiale della Süd Sellaronda Hero. Ogni oggetto che togliamo dalla valigia innesca una serie di ricordi incredibile, e non si può fare a meno di iniziare a raccontare a chi ci sta intorno particolarissimi aneddoti.

 

 

Apriamo la cerniera, e il profumo che ne viene fuori subito fa sorridere. Il profumo di resina che ci ha accompagnato sin dal ritiro del pacco gara, e che ha invaso prima le stanze d'albergo e poi le auto al ritorno, ora inebria anche casa. E' il cuscino imbottito con segatura di legno di cirmolo, il particolarissimo gadget del pacco gara di quest'anno. Studi documentati di scienziati austriaci hanno dimostrato i benefici effetti sul miglioramento del sonno notturno. O sul letto, o sul divano, tutti abbiamo già il cuscino in bella mostra. Salta fuori anche l'altro gadget del ricco pacco gara di quest'anno, la maglietta personalizzata Hero della Gore Bike Wear, bellissima, con il gruppo del Sella raffigurato con i colori dell'iride.

 

 

Due bellissimi ricordi, ma questa esperienza è talmente incredibile e sognata per mesi, che serve assolutamente qualcos'altro da esibire, per dimostrare a tutti di essere un Hero. Dalla valigia salta fuori ogni tipo di gadget, acquistato all'Hero shop, letteralmente preso d'assalto: cappellini, felpe, polo e quant'altro possa contraddistinguerci dai "comuni biker".

 

Ma non c'è solo roba profumata nella borsa, la sacca dell'abbigliamento usato in gara riserva odori che rimandano al sudore, alla polvere, al fango e alla fatica patiti nelle lunghe ore intorno al gruppo del Sella e del Sassolungo.

 

 

Maglia manica lunga, gambali e manicotti, perché la giornata alla Sellaronda Hero inizia presto, le partenze iniziano alle 7:10, e a quell'ora ai 1.564m di Selva Val Gardena l'aria è frizzante. Tant'è che i più freddolosi hanno deciso di indossare alcuni di questi capi anche in gara.

 

 

La giacchetta impermeabile antivento, perché seppur baciata da un meteo gradevole e parzialmente benevolo, alla partenza le pareti del Sella erano già parzialmente nascoste da nubi rade, che a metà pomeriggio sono diventate sempre più scure e minacciose, fino a scaricare due violenti temporali sugli ultimi chilometri di gara.

 

Le scarpe, congiunzione meccanica tra il corpo del ciclista e la trasmissione della mtb. Quante pedalate lungo gli 87km di percorso, splendidamente preparato e segnalato in occasione del mondiale, tanto da lasciare stupiti chi già aveva partecipato nelle scorse edizioni per la sua scorrevolezza. In particolare il temutissimo Ornella, per la prima volta, è parso un pò più umano e accondiscendente, tanto da lasciarsi pedalare interamente dai migliori. Molto buono anche il fondo dell'ultima parte del Passo Duron, anche se il grande lavoro svolto non è bastato ad evitare che le scarpe dovessero affrontare lunghi tratti di camminata, perché il fondo può anche essere ottimo, ma con pendenze che toccano il 30% ci vuole un gran motore per salire.

 

 

Ecco che salta fuori il pantaloncino, con un particolare ringraziamento al fondello, che ha svolto più o meno egregiamente il suo lavoro nelle lunghe ore in sella, siano le 4h24' del neo campione del mondo Lakata, ma soprattutto le 11h18' dell'ultimo classificato che merita altrettanta stima, Alessandro Soave.

 

Canotta e maglietta sono ancora intrise di litri di sudore versati, succo concentrato di fatica, estratto di sforzo, essenza di tenacia, difesa naturale dell'organismo per abbassare il surriscaldamento del nostro corpo, il nostro motore, in queste situazioni portato all'estremo.

 

 

E' la volta di casco e guanti, i primi che solitamente ci togliamo dopo il traguardo, ma i più fondamentali per preservare mani e testa, soprattutto nelle discese. E che discese alla Sellaronda!

 

Divertentissima la prima dal Passo Gardena, un vero e proprio bike park. A tratti tecnica e molto sconnessa quella del Campolongo. Una vera chicca quella del Pordoi verso Canazei, lunghissima e molto tecnica, con tratti al limite e oltre, un parco giochi per i più bravi, un incubo per i meno esperti. E in mezzo a tutto questo, tanti infami tratti di brecciolino, dove basta pochissimo per finire a terra ad elevate velocità, e dove la sensibilità di frenata e sterzata contano più di tutto. Gomme a parte ovviamente.

 

 

Occhiali e camelback sono scelte più che altro individuali, ma spesso fondamentali per queste lunghe distanze. Di barrette e gel nemmeno più l'ombra nella valigia. Sono stati divorati nelle lunghissime ore di gara, perché una buona colazione conta si, per un paio di ore iniziali, ma poi di benzina ne serve, eccome se ne serve. Consumi da fare invidia ad un Ferrari, per prestazioni magari più simili ad una Panda a metano... nessuno si offenda, noi biker sappiamo essere anche molto autoironici! Per fortuna i rifornimenti erano sufficienti, molto ricchi e situati in posti strategici, con tanto di cambio borraccia, gel, barrette, banane e dolciumi.

 

Una menzione particolare va alla nostra inseparabile compagna di avventure, la nostra mtb. Si è visto di tutto alla Sellaronda, dalle front alle full, e qualche temerario anche con la fat bike. Trasmissioni con la tripla, doppia o monocorona, quest'ultime spesso piccolissime, 28T per molti, anche tra quelli che la gamba ce l'hanno buona.

 

 

Mtb spesso alzate al cielo al traguardo in segno di esultanza, più o meno esagerata, a volte equiparabile a quella dello stesso Lakata. Tutto giustificato, perché per molti essere Hero per la prima volta, contro ogni pronostico di amici e familiari, ha un valore forse addirittura superiore a quello che per Lakata ha vincere il mondiale per la seconda volta, partendo come favorito. Esultanze come sfogo dopo mesi di duri allenamenti in ogni condizione, privando se stessi e le famiglie di quel poco tempo libero che rimane dopo le 8 e più ore di lavoro quotidiano. Una liberazione, un risultato che vale una stagione.

 

C'è chi arriva particolarmente provato dalla battaglia, allo stremo delle forze, bagnato fradicio dopo il temporale, o peggio ferito del "nemico", sanguinante o con sospette fratture a costole e polsi, ma per loro l'importante è aver tagliato il traguardo.

 

 

E' l'anno del selfie alla Sellaronda, quasi nessuno se lo lascia sfuggire sotto l'arrivo del campionato mondiale marathon. Magari con una bella birra in mano, seppur analcolica ma buonissima e freschissima, oppure con la sciarpa Hero 2k15, la novità consegnata al traguardo ai finisher di quest'anno.

 

 

E che sapore ha passeggiare da Hero per Selva, la sera dopo la gara, senza più il peso della prestazione che ha monopolizzato i nostri pensieri negli ultimi giorni. Partecipare alla premiazione in grande stile alla Medal Plaza, applaudire e farsi fotografare con i nuovi campioni del mondo, delle cui gesta tanto abbiamo letto sulle riviste e in rete, per poi finire con il concerto di Chiara Galiazzo che ha incantato la cerimonia finale, ecco... tutto questo è la ciliegina sulla torta.

 

 

La valigia ora è vuota, ma l'estate è appena iniziata. Tante avventure in mtb ci attendono ancora, con una nuova consapevolezza delle nostre possibilità, ora che siamo Hero, chi ci ferma più?

 

E già una data se la sono segnata in molti per il 2016: 18 giugno, sarà di nuovo battaglia, sarà di nuovo Sellaronda Hero.

 

 

Altre News