Alla Roc d'Azur Miguel ha scritto una nuova pagina nella storia

Una furia in corsa, straripante ed ebbro di felicità a fine gara, per Miguel Martinez il termine di "uomo bionico" non è fantascienza, Miguel è veramente eterno.

E' sembrato di vivere una trama cinematografica seguendo quest'anno la Roc d'Azur, ma quella scritta da Miguel Martinez sui sentieri del Massif des Maures è una storia vera, una bellissima storia che al suo ritorno alle competizioni in questa stagione, all'età di 37 anni ha fatto clamore.  Miguel domenica ha vinto per la terza volta nella sua carriera la Roc d'Azur battendo allo sprint Moritz Milatz e, a 37 anni il "bionico" campione di Fourchambault, piccolo comune della Borgogna, ha colpito ancora.  Il Campione Olimpico di Sydney 2000 e medaglia di bronzo ad Atlanta (1996) ha dato un grande spettacolo nella 30ª Roc d'Azur che aveva già vinto nel 1997 e nel 2004, correndo una gara perfetta, crollando a terra subito dopo la linea del traguardo in un'immensa gioia.  Sedici anni dopo la sua prima vittoria a Fréjus, Miguel Martinez è diventato il primo rider ad aggiudicarsi per tre volte la Roc d'Azur con l'energia di un giovane e le gambe di quando aveva vent'anni.

 

Il suo ritorno lo scorso inverno aveva sollevato un sacco di domande accompagnate dalle polemiche sui blog francesi che, dopo i due precedenti ritorni alle corse di mountain bike seguiti alla sua ricerca di fortuna su strada con la squadra polacca Amore & Vita - McDonald's di Cristian Fanini, lo avevano accusato di aver tradito la mountain bike e i suoi fans.   Dopo i due disastrosi rientri con i team Felt International e G-Skin Deforche nel biennio 2009-2010 che dopo pochi mesi si erano dissolti per difficoltà economiche, Miguel sembrava entrato in un tunnel che aveva come uscita il suo ritiro definitivo, anche se puntualmente si presentava alla Roc d'Azur come una sorta di meteora che viveva della sua vecchia popolarità.   Anche la sua vita privata veniva segnata da momenti difficili, il declino sembrava inarrestabile, ma non è stato così, il vecchio fuoco che era ancora dentro il grande campione covava sotto la cenere e ad accorgersene fù suo fratello Yannick che nelle uscite in bicicletta con Miguel ha rivisto nei suoi occhi la luce dei giorni migliori, tanto da convincerlo a ritornare alle competizioni con la squadra del produttore romagnolo di componenti e biciclette di altissimo livello FRM.

 

"Ora che sono libero da ogni vincolo contrattuale - aveva dichiarato Miguel dopo aver trovato l'accordo con FRM - voglio correre con una squadra in grado di darmi la serenità necessaria insieme alla bicicletta che sogno da una vita".  Con FRM Factory Racing Martinez ha effettivamente ritrovato il semplice piacere della competizione riprendendo il filo della sua storia dopo alcuni anni di peregrinazioni, durante il quale le voci maligne non lo hanno risparmiato.   Un ritorno di successo, perché, già in primavera Miguel ha sorpreso tutti nelle gare internazionali in Italia, risalendo la china anche nelle prove di Coppa del Mondo e, dopo aver vinto in aprile la famosa corsa americana "Sea Otter Classic", è arrivato secondo nel campionato nazionale ad Auron nel mese di luglio, l'estate è stata ancora meglio con due piazzamenti nel top ten in World Cup a Vallnord e Hafjell.    Dopo la "Sea Otter Classic" nella testa di Miguel c'era un solo obiettivo, vincere la Roc d'Azur per finire bene questa stagione e ha agito di conseguenza, finita la World Cup si è concentrato su questo fino all'ultimo studiando minuziosamente il percorso.   Lo abbiamo visto il venerdì e il sabato sulla sua FRM Anakim SLK 29er passare sulla spiaggia di St. Aygulf mentre erano in corso la marathon e la gara femminile per studiare minuziosamente lo stato del terreno.

 

"Mini Mig" è stato davanti per tutta la gara, battagliando con il vincitore del 2011 Moritz Milatz e il campione in carica, Stephane Tempier che ha ceduto di schianto nel finale, poi ha approfittato di un errore del tedesco e ha attraversato la linea del traguardo per primo confermando il suo ritorno ad altissimi livelli dichiarando subito dopo il traguardo dopo essersi rialzato da terra, circondato da una nuvola di giornalisti: "Quello che ho fatto è enorme, non è una vittoiria in Coppa del Mondo, ma per me vincere la Roc è unico, poi farlo all'ultima curva è stato straordinario.  Questa era la mia giornata, ho corso una gara costante e sul finale ho avuto i crampi, ma ci sono riuscito, a 37 anni sono orgoglioso di questa vittoria.
H
o avuto diverse vite.   Ho vissuto la prima parte della mia carriera con l'ossessione di vincere, come tutti i giovani e ho lavorato duramente per farlo, dopo di che mi sono concentrato di più sul business e sulla popolarità, mi sono divertito a fare le cose che volevo fare, poi ho capito che quello che mi fà vibrare è la mountain bike, questo è quello che faccio meglio e amo di più, ecco perchè sono tornato alle corse.  Le Olimpiadi di Rio del 2016 sono molto lontane e io ho firmato per FRM Factory Racing Team per tre anni, quindi vedremo.  Con loro mi trovo benissimo e ho accettato con entusiasmo la proposta di poter sviluppare per loro le biciclette di un'importante marchio cinese in espansione, Tropix che verrà distribuito dall'anno prossimo da FRM".

 

La Roc d'Azur è stata un cocktail esplosivo di emozioni e ancora una volta una corsa fuori dagli standard, con due campioni olimpici sul podio, l'edizione 2013 passerà alla storia.  Nei primi quindici chilometri il più attivo è stato Stèphane Tempier, ovviamente determinato a conservare il suo titolo vinto lo scorso anno, ma a non dargli tregua alle sue costole c'erano il tedesco Moritz Milatz (vincitore nel 2011) e, quindi, Miguel Martinez.  Dopo il Col di Bougnon e ancora di più dopo il Col di Valdingarde si è avuta la certezza che sarebbero stati solo loro tre a giocarsi la vittoria del prestigioso evento di fine stagione.  Gli ex ex vincitori Christoph Sauser (2005 e 2006), Alban Lakata (2010), Thomas Dietsch (2000 e 2001) e Roel Paulissen (2008 e 2009) li avevano da tempo lasciati andare.   Purtroppo per lui, Tempier, aveva sopravvalutato la sua forza ed è crollato sulla spiaggia della Galiote, dove veniva ripreso dal Campione Olimpico Jaroslav Kulhavy (che ha finito terzo), ma anche da Hannes Genze, Christoph Sauser e Robert Mennen.
Quindi è tra Martinez e Milatz che si sono giocati la vittoria finale allo sprint con il risultato che conosciamo.  Ubriaco di gioia e felicità, Miguel è crollato a terra dopo il traguardo sommerso dagli uomini della FRM a cui ha raccontato subito il suo successo: "Stéphane Tempier era molto forte, è stato lui a impostare il ritmo, poi quando ha ceduto e siamo rimasti io e Milatz ho conservato le energie per il finale dove ho usato tutta la mia esperienza per gestire questa corsa.  Milatz era più forte di me, ma io ero meglio di lui nei tratti tecnici, a 100 metri dal traguardo ho pensato che non avessi più alcuna possibilità perchè avevo i crampi, Milatz mi ha passato ma è uscito troppo largo dall'ultima curva e ne ho approfittato, avevo una sola cartuccia, e l'ho usata al momento giusto.  Volevo superare il Col de Bougnon in testa ed è quello che ho fatto, questo per me era già una piccola vittoria, poi quello che è successo è stato come un sogno, questo era il mio giorno"

 

Mentre Miguel Martinez riceveva i complimenti degli spettatori riuniti intorno alle transenne, Moritz Milatz era ancora furioso, convinto di essere stato stretto da Mini Mig verso gli ultimi metri: "Ero il più forte oggi, sono molto deluso per il modo in cui si conclusa è la volata in cui sono stato spinto da Martinez, fin dall'inizio della giornata mi sentivo bene, è davvero fastidioso perdere così.  Le gambe erano molto buone oggi, quindi avrei dovuto vincere" l'ex Campione Europeo del BMC Mountainbike Tacing Team ha voluto affrontare la volata davanti, come fece con Christoph Sauser due anni fa, ma è arrivato troppo forte prima dell'ultima curva e ha dovuto allargare la traiettoria, permettendo a Martinez di bucarlo.

 

Stéphane Tempier (BH-Suntour SR-KMC), alla fine ha concluso settimo assoluto, una grande delusione per il campione in carica che nonostante il viaggio di ritorno dalla Malesia e i molti impegni sabato promossi dal suo team aveva ancora buone gambe, ma ha faticato un pò a tenere il passo fino alla fine ed è crollato pieno di rabbia:  "Le cose sono andate bene fino alla fine, dove sono andato in ipoglicemia.  Non mi sentivo male, ma ero davvero cotto, inoltre nella parte finale della corsa abbiamo preso tutti i concorrenti della Tri Roc.  Ho lanciato un sacco di urli, ma era impossibile passare!  Ad un certo punto ho avuto 30 metri di distacco dai primi due e non sono più stato in grado di reagire.  Sono veramente arrabbiato, non è possibile far disputare contemporaneamente due gare sullo stesso tracciato, il triathlon e la Roc ....  Detto questo, non è questo il motivo che ho finito settimo, tutto d'un tratto mi sono spento prima della spiaggia, è un peccato".

 

Questi i risvolti di una grandiosa Roc, un mito che seduce, affascina, incanta e questo per 30 anni.  Quest'anno il mondo della mountain bike ha visto quello che a 21 anni era stato il più giovane vincitore che aveva firmato la prima edizione della Roc d'Azur alla base Nature di Frèjus, Miguel Martinez, autore di una seconda vittoria nel 2004, venire fuori dal suo ritiro all'inizio della stagione e firmare di una tripletta unica nella corsa più bella del mondo.
Ci sono quelli che guardano già al suo futuro, altri che sono molto meno entusiasti della performance di un'ex "pensionato", una cosa è certa, il ragazzo non ha finito di far parlare di sè.

 

Credit photo - ASO - P, Ballet

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