Roc d'Azur: E' un'appuntamento irrinunciabile anche per gli italiani

Quest'anno dietro ai belgi noi italiani (509) eravamo il secondo gruppo più numeroso di stranieri in Costa Azzurra

Anche quest'anno eccoci qui a raccontare un altro spettacolare weekend trascorso in Francia e più precisamente in Costa Azzurra a poco più di 100 km dal confine italiano, dopo avere assistito e partecipato all'edizione numero 30 della Roc d'Azur. Per i corritori top francesi una vittoria alla Roc equivale (se non supera) il prestigio di una vittoria in Coppa del Mondo, per gli appassionati francesi l'appuntamento irrinunciabile della stagione, ma a poco a poco lo sta diventando anche per gli italiani, sempre più numerosi.

 

 

Coloro che almeno una volta, spinti dai racconti degli amici e dalla fama che aumenta ogni anno di più, si recano a Frejus, cittadina della Costa Azzurra situata fra Cannes e St. Tropez, difficilmente l'ottobre dell'anno successivo rimangono a casa e rinunciano a ritornare. Alla Roc ogni anno riescono a frantumare i record di partecipazione dell'anno precedente, impressionanti i numeri: 26 le gare in programma tra il giovedì e la domenica, oltre 20.000 i concorrenti iscritti, decine e decine di migliaia gli spettatori, con partecipazione da ogni angolo d'Europa.

 


 

E' possibile prendere parte (a patto però di essersi iscritti per tempo, in quanto le prove più ambite erano sold-out già da diversi mesi) a gare di tutti i tipi e per tutte le età: cross-country, marathon, granfondo, enduro, downhill, triathlon, prove riservate ai tandem. Sempre presenti e a disposizione di tutti gli appassionati i big del movimento, dall'XC alla DH, chi per partecipare alla gare alla ricerca di un ultimo risultato di prestigio, chi per correre per divertimento lontano dallo stress, chi soltanto a scopo promozionale per salutare i tanti tifosi presenti, tutti comunque a disposizione nell'area paddock in eventi organizzati o incontrati casualmente in mezzo alla folla.

 

Altro aspetto caratteristico ed assolutamente irrinunciabile, la visita all'enorme area espositiva, in parte ubicata al coperto, in parte all'esterno con annessa la possibilità di testare sul campo decine e decine di bike test o di utilizzare i servizi di riparazione, manutenzione ed assistenza diretta fornita dai meccanici specializzati delle varie aziende.

 

 

Ovviamente immutata la location della manifestazione: Roc d'Azur e Base Nature di Frejus sono un binomio che non è possibile immaginare possa essere separato! L'immensa piana erbosa del vecchio aeroporto di Frejus fa parte della manifestazione stessa e fornisce un area pressoché illimitata a disposizione dei corridori. Basta considerare che la manifestazione che richiama parecchie decina di migliaia di persone, occuperà all'incirca un quinto dell'area complessiva della base.

 

 

Anche in questa edizione i vecchi hangar sono stati riservati per la zona iscrizioni, consegna dei pettorali e quartier generale dell'organizzazione e in parte per l'area di custodia (sia diurna che notturna) delle biciclette. Illimitati i parcheggi a disposizione, anche se l'ingresso e l'uscita è sempre limitata ad un unico punto di accesso un po' congestionato, anche se ben presidiato dalle forze dell'ordine. Molti partecipanti però, condividendo al massimo lo spirito della manifestazione, preferiscono lasciare l'automobile lontano dalla base o in albergo e muoversi in bicicletta.

 

Fortunatissime anche in questa edizione le condizioni del tempo: sole per tutto il weekend, piuttosto fresco la mattina in attesa che i primi raggi facciano capolino sulla base e abbastanza caldo nelle ore centrali, con una fresca brezza ideale per i corridori e per le loro fatiche, un po' meno gradevole che coloro che invece speravano di fare l'ultimo bagno in mare nella spiaggia adiacente lo spazio espositivo.

 

 

Solamente 10 C° e qualche nuvola la mattina della domenica per l'appuntamento più atteso da oltre 5000 concorrenti, obbligatorio un abbigliamento a strati che consentisse di rimanere caldi nelle fasi di attesa ed anche nei primi chilometri di corsa, e poi di alleggerirsi quando il sole avrebbe fatto capolino. Anticipato alle ore 9.15 l'orario di partenza della categoria elite e della prima griglia contenente gli amatori più forti, coloro che negli anni precedenti avevano concluso la Roc nelle prime 300 posizioni assolute.

 

 

Come di consueto nelle prime file della griglia di partenza, moltissimi specialisti della coppa del mondo di cross-country e marathon: il campione olimpico in carica Jaroslav Kulhavy, l'ex olimpionico sempre amatissimo Miguel Martinez che a sorpresa vincerà la corsa, Christoph Sauser, Moritz Milatz, Alban Lakata, Stephane Tempier, Maxime Marotte, Florian Voegel, Roel Paulissen, Thomas Dietsch e diversi italiani: Andrea Tiberi, Tony Longo, Umberto Corti, Mirko Pirazzoli e Giuseppe Lamastra.

 

Il tracciato ripercorreva a grandi linee quello dell'anno precedente: immutata la lunghezza 56 km, con la novità sicuramente non attesa dell'introduzione di un tratto asfaltato poco prima della metà percorso. Tracciato molto impegnativo, con un dislivello complessivo intorno ai 1500 metri, senza l'ausilio di salite particolarmente lunghe e quindi frutto di un "sali e scendi" pressoché continuo e costituito da rampe molto ripide e severe, sia come salita che come discesa, nella maggior parte dei casi tecnica e che richiedeva un'attenzione continua.

 

 

La particolare morfologia del territorio francese, in cui la costa è super affollata e le zone interne quasi disabitate, si ripercuote sul tracciato di gara: lasciata la zona di partenza ed entrati nell'interno per quasi 50 chilometri si pedala immersi nella natura e nei boschi senza incontrare non dico un piccolo paese ma neppure una casa! Il fatto quindi di trovare un tratto di strada asfaltata nel mezzo del nulla è stata una sorpresa per chi, come me, ha partecipato a parecchie edizione di questa corsa.

 

Per fortuna però i corridori non sono assolutamente abbandonati a loro stessi nella natura incontaminata delle pendici dell'Estérel e del Massif des Maures: segnalazioni perfette lungo il percorso. Ogni gara aveva il suo colore caratteristico, presente sia sul pettorale dei partecipanti che nei cartelli indicatori.

 

 

Centinaia e centinaia gli addetti sul tracciato: immediatamente dopo ogni tratto critico punti di soccorso gestiti dai vigili del fuoco, ambulanze ed elicottero a disposizione per i soccorsi, diversi punti di assistenza meccanica. E non dimentichiamo 6 ristori, mediamente uno ogni 10 chilometri, ricchi e forniti sia di alimenti solidi e liquidi più quello finale subito oltre lo striscione di arrivo.

 

Dopo il passaggio dei primi e più agguerriti concorrenti, i ristori vengono presi d'assalto dai corridori meno attenti alla prestazione cronometrica e spesso occorre farsi largo per riuscire a raggiungere il tavolo del ristoro.

 

 

I concorrenti italiani che conoscono la manifestazione ormai non lo notano più, ma i nuovi potrebbero essere rimasti un poco interdetti sulla mancanza di un pacco gara, del pasta-party ed anche delle docce (in quest'ultimo caso forse sarebbe difficile provvedere in maniera adeguata visto il numero di concorrenti), ma evidentemente oltralpe non è consuetudine offrire gratuitamente questi servizi, volendo concentrarsi su altri aspetti organizzativi.

 

All'arrivo però per tutti l'ambita maglietta, quest'anno azzurra, riservata ai finisher della manifestazione.

 

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